Una delle serie più interessanti di Netflix, in uscita a inizio 2021, è sicuramente “Lupin”; dove il drammatico si unisce al poliziesco ed a una giusta dose di comicità.
Nonostante il nome possa confondere la miniserie non parla del celebre ladro gentiluomo creato da Maurice Leblanc nel 1905 ma bensì del giovane Assane Diop, interpretato da Omar Sy, divenuto celebre per la sua interpretazione in “Quasi amici” nonché per le sue presenze in “Jurassic World” e in “X-men – Giorni di un futuro passato”.
La storia vede il protagonista indagare sull’ingiusta condanna subita dal padre 25 anni prima per il furto di una collana e che spinse lo stesso al suicidio. L’obiettivo di Assane è quello di smascherare la famiglia Pellegrini responsabile della falsa accusa.
L’indagine viene volta ispirandosi alle avventure di Arsenio Lupin ed inizia proprio con il furto della stessa collana.
La scelta di rifarsi a Lupin deriva dal profondo legame tra Assane e il libro scritto da Maurice Leblanc sul ladro gentiluomo: questo fu infatti l’ultimo regalo del padre.
La storia contiene anche riferimenti al difficile passato del protagonista, cresciuto in orfanotrofio e tra discriminazioni razziali.
Come il vero ladro gentiluomo, Assane è un maestro del travestimento e ricorre spesso, per i falsi nomi usati nelle varie avventure, ad anagrammi di “Arsène Lupin”.
Questa prima serie è composta da 5 episodi di 45 minuti ciascuno dalla trama avvincente e scorrevole tanto che la tentazione di vedere più episodi di seguito l’uno all’altro è irresistibile.
Il ladro gentiluomo creato da Maurice Leblanc non è stravolto dal personaggio di Assane: il nuovo Lupin è un ladro moderno che utilizza le proprie abilità per vendicare un’ingiustizia.
La serie ripropone l’eterna lotta tra il bene e il male e il protagonista lotta contro la corruzione e il razzismo, nel caso impersonati dalla famiglia Pellegrini, con metodi intelligenti e originali che ci coinvolgono in ogni suo colpo.
La serie è anche una denuncia contro il razzismo, a partire dalla scelta del protagonista, affermato attore di colore.
Il razzismo è un tema molto importante e dibattuto in Francia. La situazione di grave crisi sociale che si registra nei sobborghi abitati perlopiù da immigrati di colore è stata spesso all’attenzione delle autorità e dell’opinione pubblica, anche per gravi episodi di criminalità.
La scena in cui Anne Pellegrini ha paura del padre di Assane che semplicemente la saluta o lo stupore della gente di fronte a un uomo di colore di successo, come accade nel primo episodio, devono far riflettere su quanto ancora deve e possa essere fatto per superare un razzismo ancora troppo diffuso e talvolta sottovalutato.
Si devono poi ricordare momenti di vera e propria comicità che alleggeriscono la trama e permettono all’ascoltatore di prendersi una pausa tra le varie scene drammatiche.
Uniche note negative l’inverosimiglianza di alcune situazioni e i cambi di inquadratura a volte troppo veloci.
In conclusione la serie è assolutamente da guardare a non ha niente da invidiare alle serie più famose di Netflix.