Se ne è andato proprio il giorno del suo compleanno, 2 novembre, il grande mattatore Gigi Proietti che ci ha lasciati con un ultimo colpo di scena all’età degli appena compiuti 80 anni. Era ricoverato a Roma per problemi cardiaci da qualche giorno e aveva a fianco la compagna Sagitta e le sue due figlie.
Gigi Proietti nacque a Roma il 2 novembre del 1940 da una famiglia di origini modeste, a 14 anni esordì per la prima volta al cinema come comparsa nel film “Il nostro campione” ed ebbe successivamente piccole parti in altri film. Frequentò il liceo classico e frequentò la facoltà di Giurisprudenza presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ma comprese presto che la sua vera vocazione era quella artistica. Nel 1966 ci fu il suo primo vero debutto come maresciallo dei carabinieri, da qui inizierà ad interpretare ruoli sempre più di rilievo. Rimase sempre molto riservato riguardo alla sua vita privata, nel 1967 sposò Sagitta Alter, dalla quale ebbe due figlie, anche loro attrici. Nel 1968 conquistò il ruolo da protagonista nel film di Tinto Brass “L’urlo”. Il vero successo arrivò però successivamente, quando, nel 1970, fu chiamato a sostituire Domenico Modugno nella commedia musicale nel ruolo di Ademan in “Alleluja Brava Gente”, che gli permise di affermarsi definitivamente. Questi anni lo tennero molto impegnato su più fronti, iniziarono la sua carriera da “One man show” e da mattatore romano, dopo l’incontro con Roberto Lerici e anche in campo cinematografico si trovò a recitare con grandi del cinema.
Il 1976 lo vide protagonista della commedia italiana grazie all’interpretazione in “Febbre da cavallo” di Steno nel personaggio di Bruno Fiorelli, detto Mandrake, un indossatore con il vizio del gioco. Inizialmente il film non ricevette un grande successo e venne considerata un’opera non originale, negli anni ’80 però fu rivalutato, inserendosi tra i cult movie del cinema italiano. Questi anni segnarono la consacrazione di Gigi Proietti come conduttore televisivo ad esempio in “Sabato sera dalle nove alle dieci” e “Fatti e fattacci”. Nel 2002 tornò nel ruolo di Mandrake nel sequel dal titolo “Febbre da cavallo – La mandrakata”, diretto dal figlio di Steno: parte con il quale Gigi Proietti conquistò un Nastro d’argento come miglior attore protagonista. Non tutti sanno che nel film però non fu la prima scelta del produttore, che al suo posto avrebbe preferito Ugo Tognazzi. Steno però non fu mai d’accordo con questa scelta poiché desiderava che la scena fosse interpretata da un romano. Dopo che anche Vittorio Gassman reclinò l’offerta, Alberto Lattuada consigliò Gigi Proietti, ancora non estremamente noto.
“Potrei esserti amico in un minuto, ma se nun sai ride mi allontano. Chi non sa ride, mi insospettisce.” È questa una delle frasi più celebri di Gigi Proietti che in poche righe riassume la personalità esuberante e irresistibile che ha conquistato il cuore di milioni di persone, più amata dal pubblico che dalla critica di alto livello. Un uomo che ha saputo rappresentare la capitale e che l’ha portata con sé in tutte le sue interpretazioni. Per chiunque ami e conosca Roma lui ne è uno dei simboli che meglio la rappresenta, radicato nella sua città è proprio grazie alla sua autenticità che è riuscito a farsi apprezzare anche in tutto il resto d’Italia. È con una sua foto sul Colosseo (monumento simbolo della sua città) e sulla facciata di Palazzo Campidoglio e la scritta “ci mancherai” che Roma tributa l’omaggio a Gigi Proietti. Le immagini rimarranno fino al giorno del suo funerale, quando la sindaca di Roma proclamerà il lutto cittadino.