In quattro appuntamenti, tenutisi dal 4 al 13 ottobre 2020, è andata in scena al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino l’opera lirica con cui il grande compositore Giuseppe Verdi raggiunse il suo massimo successo: Nabucco.

Divisa in quattro atti, venne rappresentata per la prima volta il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano, ottenendo sin da subito moltissimi apprezzamenti.

Questa è la terza volta che quest’opera viene accolta nella città di Firenze, in seguito alle rappresentazioni del 1977 e del 2014.

Rispetto agli altri due anni ci sono state alcune complicazioni in più per quanto riguarda la messa in scena dello spettacolo, a causa dell’attuale emergenza sanitaria, ma ne è sicuramente valsa la pena. Basti anche solo pensare che quest’anno il tetro del Maggio Musicale ha avuto l’onore di accogliere con grande calore Plácido Domingo, che da ben 49 anni mancava dal palcoscenico fiorentino; grande tenore prima e apprezzatissimo baritono poi.

L’opera narra la sconfitta degli Ebrei da parte del re di Babilonia Nabucodonosor. Questa sconfitta è seguita da numerose vicissitudini che creano la trama dello spettacolo: Fenena (Caterina Piva), figlia di Nabucco, viene presa in ostaggio e Ismaele (nipote del re di Gerusalemme, interpretato da Fabio Sartori) ha il compito di controllarla. I due si innamoreranno e lei diventerà governatrice di Gerusalemme, volendo liberare tutti gli ebrei.

Arriva poi Nabucco che, per aver maledetto il loro Dio, viene fulminato e cade a terra. Così Abigaille (altra figlia del re di Babilonia, interpretata da María José Siri) ne approfitta per dichiararsi regina e condannare a morte tutti gli ebrei. Nabucco però, capendo che in questo modo morirà anche Fenena, si converte all’ebraismo e prega Dio di aiutarlo. L’opera si conclude col re Nabucodonosor che si riprende la corona e Abigaille che si avvelena chiedendo perdono per ciò che ha fatto.

Nel terzo atto, a un certo punto il sipario si alza sulle note della dolce melodia del Va’ Pensiero. Uomini e donne si avvicinano al pubblico con tanti piccoli lumicini; la scenografia diventa un personaggio tra i personaggi, grazie alla sua capacità di ricreare la cornice della trama e quindi di raccontarne una parte. Il brano ritorna nel secondo atto con un’esecuzione perfetta del coro, guidato da Lorenzo Fratini, e dell’orchestra del Maggio Musicale, diretta da Paolo Carignani. Archi suonati con una leggerezza ed un’armonia uniche; semplicemente da brividi.

Le voci di Caterina Piva, mezzosoprano, María José Siri, soprano e Fabio Sartori, tenore, hanno incantato gli spettatori con la loro vivacità, potenza e capacità di esprimere al meglio i loro ruoli.

Il momento più atteso dell’opera è accompagnato da fuoco e fiamme. Entra in scena il tanto conclamato re Nabucodonosor. Plácido Domingo riesce a regalare una magistrale espressività al Nabucco: movimenti concitati e tumultuosi che rendono più di mille parole. Inondato di applausi, specialmente dopo i suoi monologhi, con i quali ha riempito la scena grazie alla maestria e alla bravura che lo contraddistinguono e che ne fanno uno dei più famosi tenori al mondo.

Placido Domingo

Gli interminabili applausi finali sono la conferma della passione con cui Verdi componeva le sue opere: Il successo è impossibile per me se non posso scrivere come mi viene dettato dal cuore.

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