Palazzo Vecchio è sicuramente uno dei monumenti più famosi e rappresentativi di Firenze, capace di attirare con la sua maestosità migliaia di turisti ogni anno; il tour che permette di esplorarlo e scoprirlo in tutti i suoi segreti diventa quindi uno dei più richiesti dai visitatori.
Il Palazzo decide di stupire fin da subito, presentando la sua stanza più grande e famosa: il Salone dei Cinquecento.
Si tratta di un’enorme sala adibita ancora oggi ad udienze pubbliche, che fu abbellita con meravigliosi dipinti ed affreschi da Giorgio Vasari per ordine di Cosimo I de Medici, trasferitosi nel palazzo dopo essere divenuto Duca di Firenze. La parte più sensazionale di questa zona è sicuramente il soffitto, arricchito con 42 giganteschi dipinti vasariani, che hanno lo scopo di esaltare, sia allegoricamente che non, il potere della casata Medici.
Ed è sempre nel Salone dei Cinquecento che il palazzo ci mostra uno dei suoi tanti misteri, cioè il famoso caso dell’affresco di Leonardo da Vinci: sappiamo per certo che Leonardo lavorò agli affreschi del salone insieme a Michelangelo prima di Vasari, più precisamente il pittore di Vinci rappresentò la battaglia di Anghiari utilizzando una tecnica pittorica molto particolare, che prevedeva l’utilizzo di fuochi accesi per fissare i colori alla parete, sfortunatamente quest’ultimi non tennero e il lavoro rimase incompiuto; si suppone che questo affresco non sia andato perduto, ma bensì coperto da uno di quelli vasariani. Secondo una teoria lo stesso Vasari avrebbe voluto suggerire la presenza di tale dipinto con la frase “cerca trova”, situata su una piccola bandiera presente sul dipinto dedicato alla vittoria di Cosimo I a Marciano in val di Chiana, e praticamente invisibile ad occhio nudo; non sappiamo comunque se tale affermazione si riferisca a Leonardo, o se esso stia ad indicare un motto bellico dell’epoca. In seguito a studi sul caso è stato effettivamente provato che dietro all’affresco vi siano resti dell’opera di Leonardo, non si sa ancora con esattezza però se si tratti di soli frammenti, o di una parte consistente, per cui potrebbe valere la pena provare ad asportare le pitture sovrastanti.
Il giro della “casa” prosegue attraverso le sfarzose sale per gli ospiti, con stanze dedicate ai membri più importanti e rappresentativi della famiglia: Cosimo il Vecchio ( il padre della patria), Lorenzo il Magnifico ( il mecenate e signore per eccellenza), Papa Leone X e tanti altri. La stanza dedicata al secondo Papa della famiglia, Clemente VII, è inaccessibile al pubblico, poiché ufficio del Sindaco di Firenze.
Si arriva poi alla parte di palazzo privata di Cosimo I, il cosiddetto quartiere degli elementi. Si tratta di una zona composta da più stanze, riccamente decorate con scene allegorico-mitologiche, in ordine: la sala degli elementi, la sala di Opi, la sala di Cerere, la sala di Giove, la terrazza di Giunone (chiusa al pubblico) e, infine, la sala di Ercole.
Ci si imbatte poi nella la Terrazza di Saturno, da dove è possibile vedere la splendida città praticamente in tutta la sua integrità, e che conduce ad un’altra grande parte del palazzo, il cosiddetto quartiere di Eleonora, dedicato alla moglie di Cosimo: Eleonora di Toledo.
La sala più rappresentativa di questa zona è la stanza verde, chiamata così per la colorazione delle sue pareti. Originariamente queste non erano colorate di verde nella loro integrità, ma rappresentavano paesaggi naturali (soprattutto di campagna). Fu proprio Eleonora a volerli così, infatti si dice che lei fosse molto in sofferenza nel palazzo, poiché lo vedeva come troppo piccolo e concentrato, e, soprattutto, mancante di un giardino. La duchessa decise quindi di ricreare nella sua stanza la natura da lei tanto sognata.
Nella stanza verde vi è anche l’inizio del famosissimo corridoio vasariano (attualmente chiuso al pubblico per le normative Covid-19): una galleria che si snoda tra le case fiorentine, e che permette di arrivare da Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti senza mai scendere in città. Il passaggio è arricchito con bellissime opere d’arte di Giorgio Vasari.
Continuando il viaggio si arriva alla sala dell’Udienza, antecedente al regno di Cosimo I, che ospitava gli otto priori e il Gonfaloniere di Giustizia durante il periodo repubblicano. E’ curioso vedere come Palazzo Vecchio, nonostante i continui mutamenti di Firenze, sia rimasto sempre la sede del potere che governa la città.
Passando per la sala dei Gigli si arriva alla fine del tour del palazzo nella stanza delle carte geografiche: è incredibile, vista la limitata tecnologia dell’epoca, pensare che i cartografi siano riusciti a disegnare delle mappe così vicine all’effettiva forma dei vari paesi.
Proprio quest’ultima sala, come un dessert a fine pasto, regala al visitatore un’ultima sorpresa: un passaggio segreto dietro la cartina dell’Armenia. Pare che questa fosse un’area conosciuta ai soli membri della famiglia, e servisse per rifugiarsi dalla frenetica vita di corte, per provare a trovare un po’ di pace. Palazzo Vecchio è semplicemente meraviglioso, ogni suo angolo trasuda storia cultura e bellezza, non è solamente un palazzo storico, ma una casa, un simbolo, un’esperienza da vivere, un mistero da scoprire.