Quaranta tre anni fa si spegneva uno dei personaggi più iconici del mondo della musica, capace di rivoluzionarne la storia dando inizio al rock and roll, uno dei generi musicali più amati tutt’oggi.
Il 16 agosto del 1977 di 43 anni fa si spegneva Elvis Aaron Presley.

Elvis nacque l’8 gennaio 1935 nella città di Tupelo, nello Stato del Mississippi. Da piccolo soffrì molto per le condizioni economiche disagiate in cui si trovava la sua famiglia, anche se l’affetto dei genitori non mancò mai. Il primo contatto con la musica avvenne ad 8 anni quando i suoi genitori gli regalarono una chitarra, con la quale il piccolo Elvis cominciò ad approcciarsi alla musica. Fin da subito riscosse un certo successo in piccoli concorsi musicali locali.

Nel 1948 la famiglia Presley si trasferì a Memphis, nel Tenesse. L’adolescenza di Elvis non fu affatto facile, sia per il suo carattere schivo ed introverso che non lo aiutava a costruirsi amicizie stabili, sia per il suo stile alquanto particolare caratterizzato dal vistoso ciuffo tenuto fermo da abbondanti dosi di brillantina abbinato ad altrettanto lunghe e vistose basette, il tutto accompagnato da vestiti decisamente eccentrici. Questo suo stile atipico e rivoluzionario diventerà uno dei simboli iconici dei “favolosi anni Cinquanta”. Nella sua gioventù Elvis frequentò locali dove si esibivano grandissimi artisti blues come B.B. King e Furry Lewis e ne rimase affascinato; infatti si innamorò ben presto della musica sia di artisti bianchi che di artisti di colore. Dopo qualche lavoretto per aiutare la famiglia decise di incidere un demo, “My Happiness”, presso la casa discografica Sun Records. Il proprietario si accorse del ragazzo e del suo talento così decise di contattarlo per farlo suonare con una band, i Blue Moon Boys. Con la Sun Records, che nel mentre l’aveva preso come solista, incise i primi brani: That’s all right, Blue moon of Kentucky, Food rockin’ tonight.
I
l pubblico inziò ad apprezzare il suo stile: un cantante bianco che cantava pezzi blues mentre si muoveva sul palco con movimenti provocatori e sensuali, che fra l’altro gli valsero il nome di The Pelvis.
A causa del suo stile e del suo atteggiamento durante le esibizioni si vennero a creare due vere e proprie fazioni: la prima caratterizzata dai giovani e dalle donne, che lo idolatravano e risalivano le città in cui andava Elvis per vederlo; la seconda invece caratterizzata da bigotti e benpensanti i quali ritenevano oscene le movenze del cantante e pensavano che fosse un modello negativo per i ragazzi.

Il successo di Elvis schizzò alle stelle, i suoi album vendettero milioni e milioni di copie, come ad esempio “Heratbreak hotel”, “Don’t be’ cruel”, “Love me tender”, entrando nelle prime posizioni delle classifiche mondiali e rimanendoci saldamente. Oltre all’enorme successo dal punto di vista musicale, Elvis divenne anche attore. Sebbene non fosse molto apprezzato dalla critica per le sue doti recitative, presenziò in 33 film grazie al suo carattere ed al suo carisma. Inoltre vennero apportate modifiche al suo look, in quanto i capelli rossi vennero tinti di nero ed il viso, solitamente pallido, venne coperto di fard in quantità abbondante.

La carriera di Elvis, dopo aver toccato l’apice, continuò fra alti e bassi fino agli anni Settanta, quando il cantante cominciò ad avere problemi di salute causati soprattutto dall’abuso di alcool e di stupefacenti, di cui diventò dipendente.
Inoltre dopo il divorzio con la sua storica compagna Priscilla, Elvis cadde in depressione ed inziò ad abusare sempre più pesantemente di alcool e droghe.

La Stella di Memphis si spense il 16 agosto 1977 nella sua immensa villa, Graceland, a soli 42 anni, dopo aver ingurgitato una massiccia dose di stupefacenti che lo portarono ad un arresto cardiaco; l’intervento dei soccorsi fu inutile.
Le circostanze misteriose in cui morì non hanno affatto offuscato la sua fama ed il suo genio, anzi hanno solamente alimentato il mito di Elvis Presley, mito per il quale ogni anno milioni di seguaci si recano a Graceland per rendere omaggio al “King” del rock’n’roll.

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