Nell’antica Grecia tutte le guerre venivano fermate per poter svolgere le Olimpiadi, ma la guerra che stiamo combattendo oggi, purtroppo, non potrà essere interrotta.

Anche le Olimpiadi di Tokyo – che si sarebbero dovute svolgere dal 24 luglio al 9 agosto 2020- si sono dovute arrendere al Covid-19. La notizia ufficiale del rinvio è arrivata lo scorso 24 marzo, quando il primo ministro del Giappone Shinzo Abe,il presidente del CIO (Comitato olimpico internazionale) Thomas Bach, il governatore di Tokyo Yuriko Koike e altri organizzatori si sono riuniti in una videoconferenza e hanno preso questa drastica, ma assolutamente necessaria decisione.

IL LOGO “RIVISITATO”

Le date ufficiali sono state annunciate dal Cio lo scorso 30 marzo: i Giochi Olimpici si svolgeranno dal 23 luglio all’8 agosto 2021, mentre le Paralimpiadi (Olimpiadi per atleti con disabilità fisiche) dal 24 agosto al 5 settembre del prossimo anno . È abbastanza curioso il fatto che, nonostante l’evento sia nel 2021, manterrà il nome di Tokyo 2020. Questo per ragioni economiche: sarebbe infatti  impossibile sostituire tutto il merchandising (abbigliamento, accessori, tazze, pupazzi e  oggetti di tradizione giapponese) messo in vendita con il logo e la mascotte -chiamata Miraitowa (dal significato di speranza: futuro-eternità)- su cui sono stati fatti grandi investimenti dal 2013. Proprio dal punto di vista economico, secondo una stima fatta da Katsuhiro Miyamoto, professore universitario di Osaka ed esperto in economia dello sport, il rinvio delle Olimpiadi costerà al Giappone tra i 5,4 e i 5,6 miliardi di dollari.

LA MASCOTTE “MIRAITOWA” DELLE OLIMPIADI

Il rinvio delle Olimpiadi è stato reso possibile grazie allo spostamento di altri grandi eventi sportivi che si sarebbero dovuti svolgere nel 2021: i mondiali di atletica leggera, inizialmente previsti ad agosto 2021 in Oregon (USA), sono stati rinviati al 2022, come annunciato dalla World Athletics (Federazione Internazionale di atletica leggera); i mondiali di nuoto, anche questi previsti nell’estate del prossimo anno in Giappone, sono stati spostati e sono in attesa di riprogrammazione. 

In questo periodo molto difficile, dobbiamo avere la speranza che il 2021 sarà un anno grandioso, ricco di eventi importanti e che passerà sicuramente alla storia, poiché sarà la prima volta che le Olimpiadi si svolgeranno in un anno dispari dal 393 d.C, quando l’Imperatore Teodosio, dopo la strage di Tessalonica avvenuta tre anni prima, li vietò su influenza del vescovo di Milano Ambrogio, mettendo fine a un pezzo della storia della Grecia Antica, una storia millenaria che durava dal 776 a.C.

Per saperne di più su come un atleta si prepara in vista dei Giochi Olimpici, abbiamo avuto la possibilità di intervistare Lorenzo Bacci, tiratore a segno nella specialità della carabina proveniente da Campi Bisenzio, che andrà a Tokyo. Questo ragazzo classe 1994 è considerato l’erede di Niccolò Campriani, vincitore di 3 ori olimpici nel tiro a segno, che si è ritirato nel 2017.  Lorenzo ha parlato di come, sebbene la carabina possa sembrare uno sport secondario rispetto ad altri, richiede di grandissimi sacrifici per ottenere risultati importanti.

LORENZO BACCI IN AZIONE CON LA CARABINA

Come ti sei appassionato alla carabina e quali sono state le tappe fondamentali della tua carriera fino ad oggi?

Il merito della mia passione è di mio fratello Enrico, che era molto bravo “di pistola” e anche io un po’ per sfida, un po’ per gioco, iniziai all’età di 10 anni.

Nell’arco della mia carriera ho ottenuto vari successi: sono stato 8 volte campione d’Italia con la carabina, 2 volte campione europeo e 2 volte campione mondiale universitario. In questo momento sono l’unico di Firenze ad essere qualificato per le Olimpiadi di Tokyo grazie al quinto posto agli Europei  del 2019.

Molti ti considerano l’erede di Niccolò Campriani, è contato molto avere vicino un campione come lui nella tua carriera?

Io e Niccolò siamo molto amici e ci tengo a ringraziarlo per quello che sta facendo con il suo bellissimo  progetto in favore di ragazzi rifugiati, che allena personalmente  con l’obiettivo di farli qualificare alle Olimpiadi. Per me lui è contato e conta molto, non soltanto per le medaglie che ha vinto, ma soprattutto per la mentalità che ha portato nel nostro sport, una mentalità che punta al miglioramento dell’atleta e del suo gesto tecnico, e non al posizionamento in classifica o a quante medaglie vince. Questo fa sì che non si è delusi per una gara andata male o una medaglia non vinta, ma serve come stimolo nel migliorarsi ogni giorno sempre di più, ricercando quel gesto atletico perfetto.

Come ti prepari per le Olimpiadi?

In genere, quando non ci sono gare imminenti o settimane di raduno con la nazionale, divido la giornata in tre parti: 1 ora di palestra più 20 minuti di EMS training (elettrostimolazione attiva), che è la parte fisica; poi 3 ore di allenamento tecnico con la carabina e infine un’ ora di allenamento mentale per avere una verifica della coerenza cardiaca (mente-corpo). Tutto questo lo ripeto 5 giorni alla settimana.

In questo momento, con l’emergenza coronavirus, essendo chiuse palestre e centri di tiro, mi dedico all’attività fisica a corpo libero, alla preparazione mentale e al giardinaggio

Cosa hai pensato quando le Olimpiadi sono state rinviate?

Quando il governo aveva chiuso tutti gli impianti, ma il Cio non aveva ancora preso una decisione effettiva, io ero un po’ arrabbiato e preoccupato, perché non si percepiva il rischio e la gravità della situazione: l’evento si avvicinava sempre di più e tutti noi atleti non potevamo allenarci: era assurdo! Successivamente il Ministero dello Sport ha fatto più chiarezza e ho preso coscienza che i Giochi Olimpici dovevano essere rimandati, perciò quando è arrivata la notizia ufficiale del rinvio ho tirato un sospiro di sollievo. Il sogno a 5 cerchi può aspettare, la nostra salute no!

Con l’augurio che Lorenzo possa tornare a casa con una medaglia da Tokyo!

“La Fiamma Olimpica può davvero diventare la luce alla fine di questo tunnel oscuro che tutto il mondo sta attraversando”   Thomas Bach- presidente Cio.

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