Grande Mattia Olivieri, dottor Malatesta last minute ma straordinario vocalmente e scenicamente.
Finalmente dopo 9 anni, torna sul palco del Maggio Musicale Fiorentino, Don Pasquale, una delle commedie più famose musicate da Gaetano Donizetti e che ha portato maggior successo al compositore bergamasco.
Con un regista giovane e in rampa di lancio come Andrea Bernard, ci si poteva aspettare una regia rivisitata in chiave moderna, che ha portato non poche critiche, soprattutto alla prima, ma anche moltissimi elogi e complimenti nelle rappresentazioni successive. Il regista con lo scenografo Alberto Beltrame ha deciso di ambientare l’opera in un casinò dei giorni nostri, non stravolgendo la storia, contrariamente al modo di agire di molti sceneggiatori e registi. I costumi ben curati da Elena Beccaro hanno aiutato ad inquadrare la classe sociale dei protagonisti: l’alta borghesia. Sono state molto apprezzate anche le luci gestite da Marco Alba, che sono servite allo spettatore per focalizzare meglio le scene e i protagonisti durante tutto lo spettacolo.
Antonino Fogliani, per la prima volta nella sua carriera al Maggio, con una direzione fatta da tempi molto serrati e sonorità forse un po’ eccessive, non sempre si è dimostrato all’altezza dell’opera con qualche sbavatura, non sempre in sintonia con ciò che accadeva sul palco; nel finale è stato molto energico, nel complesso non ha sfigurato.
Questo spettacolo è stato una commedia a tutti gli effetti, visto che è iniziato male; con l’avvertimento che Davide Luciano, in veste del dottor Malatesta, non avrebbe potuto recitare per indisposizione e quindi Mattia Olivieri, arrivato solo un’ora prima da Milano, l’avrebbe sostituito; e finito molto bene tra gli applausi scroscianti del pubblico.
Proprio Mattia Olivieri tra tutti gli attori è stato uno dei più positivi, presosi la scena fin da subito, senza mai lasciarla per tutta la rappresentazione, vocalmente è stato impeccabile. Nota di merito anche per Norina, interpretata da Marina Monzò, che per il ruolo fondamentale all’interno della commedia, non ha sbagliato nemmeno una nota ed osando molto in alcune circostanze nell’offrire la sua fantastica voce al pubblico. Sicuramente positiva la prova di Nicola Ulivieri, che ha recitato la parte di Don Pasquale, anche se non è stato sempre ai livelli dei due intepreti precedenti. Buona anche l’esibizione di Maxim Mironov, il quale rappresentava Ernesto, il figlio di Don Pasquale, pur essendo un tenore “piuma”, aveva un volume di voce non molto corposo che alcune volte veniva coperto dalla musica ed impediva allo spettatore di capire cosa stesse dicendo., malgrado una dizione nel complesso discreta.
Il pubblico ha molto apprezzato lo spettacolo con grandi applausi scroscianti alla fine della rappresentazione, stranamente sono mancate le cosiddette befane da teatro, che di solito non aiutano gli altri spettatori a seguire l’opera. Nonostante l’allarmismo per il coronavirus il teatro era abbastanza pieno e il pubblico era composto principalmente da giovani ed adolescenti.
N.B. La recensione si riferisce alla recita del 26 febbraio.
Direttore Antonino Fogliani
Regia Andrea Bernard
Scene Alberto Beltrame
Costumi Elena Beccaro
Luci Marco Alba
Don Pasquale Nicola Ulivieri
Norina Marina Monzò
Ernesto Maxim Mironov
Dottor Malatesta Mattia Olivieri
Notaro Francesco Samuele Venuti