Situazione a dir poco agghiacciante quella che si presenta da ormai alcuni mesi in Via Palazzuolo, nel pieno centro storico fiorentino: due assi di legno inchiodate sbarrano l’ingresso all’ interno dell’edificio abbandonato sito al civico n. 13. Materassi marci, coperte, stracci, sanitari divelti, bottiglie, oggetti di qualsiasi tipo e persino ratti abbondano all’interno della struttura chiusa – senza però mai esser stata sanificata – da ormai qualche anno. A destare preoccupazione però non solo il palazzo ormai diventato via vai di abusivi e spacciatori, ma in generale tutta l’area perimetrale, nelle mani di delinquenti e vandali spesso e volentieri armati. Minacce fisiche e verbali sono pane quotidiano. E’ il caso di Stefano e Mauro, negozianti di zona, che in una apparente tranquilla mattinata di fine novembre se la sono vista brutta: due giovani, visibilmente ubriachi, hanno cominciato a dare in escandescenza; sono volati pugni e spintoni. Sul posto è arrivata tempestivamente una pattuglia della polizia, che si trovava in zona in quei minuti. I due giovani, dopo aver lanciato accuse e minacce, sono stati fermati e identificati, ma dopo poche ore sono stati nuovamente avvistati in via Palazzuolo, come confermano i residenti. Nello zaino di uno degli aggressori sono state trovate tenaglie, una spranga di ferro e un coltellino portatile. Qualcuno nell’estate scorsa parlava di un progetto di riqualificazione e rilancio dell’area attorno la viuzza che corre proprio dietro il Museo del Novecento. Finora, ciò di cui si può solamente prendere atto (purtroppo) sono le continue e sempre più sconsolate testimonianze-lamentele da parte dei residenti in zona, soprattutto sui social. Numerosi le foto e i post pubblicati sui vari gruppi dell’area fiorentina a prova del fatto che in Via Palazzuolo la “sicurezza” è passata in secondo, terzo, se non quarto piano. Dall’immagine del ragazzino che sniffava cocaina nel 2014 siamo arrivati sino ad oggi, ma niente sembra essersi risolto. Ingenti i danni alle auto, alle abitazioni e alle vetrine dei negozi, spesso prese a calci ed imbrattate. Nel luglio scorso il Comune di Firenze ha messo a punto un nuovo piano per il rilancio della zona. Si parlava di (come recita la nota ufficiale): “potenziamento delle telecamere di sicurezza (da tre a cinque), controlli più assidui, cambio della viabilità e investimenti per un milione di euro (di cui 600mila euro destinati all’abbattimento delle barriere architettoniche e all’ampliamento dei marciapiedi).” Queste le proposte presentate dall’assessore alla sicurezza Federico Gianassi e dai tecnici delegati dall’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti al comitato Palomar di via Palazzuolo. Il nuovo piano della viabilità prevede l’installazione di una porta telematica per il controllo degli accessi Ztl in via Santa Lucia, angolo via Il Prato. Per permettere la massima protezione al quadrante comprensivo di via Palazzuolo,via Maso Finiguerra e Degli Orti Oricellari, si provvederà a modificare l’assetto viario con inversione di alcuni sensi di marcia all’interno della Zt e ad aumentare i parcheggi a lisca di pesce per i residenti.” I cittadini intervistati recentemente (dei quali non sono rese note le generalità per ovvi motivi di sicurezza) affermano tuttavia la totale assenza e inadempienza da parte delle istituzioni nella gestione di questa difficile realtà sociale e nel ripristino delle ordinarie condizioni di civiltà. Stanchi di questa situazione, i residenti non nascondono come sia diventata complicata la convivenza civile: basta uno sguardo, un’occhiata data per sbaglio e Via Palazzuolo assume le sembianze di un vero e proprio Far west. E’ triste vedere come negli anni Novanta le strade pullulassero di artigiani, commercianti, calzolai e alimentari ed adesso sia invece diventata una zona a se stante, al di fuori delle più scontate norme civili e comportamentali. A rimetterci non solo i cittadini, ma anche turisti e visitatori: la zona è metà di passeggiate e visite ai musei, quali ad esempio il Museo del Novecento, sito proprio nella via successiva. Un palazzo organizzato su due piani che integra il patrimonio con testimonianze delle vicende artistiche, di respiro nazionale ed internazionale, che hanno segnato il territorio dagli anni Novanta alla seconda metà degli anni Sessanta. É ovvio che i tesori di Firenze si trovino nei musei di arte rinascimentale, ma siamo proprio sicuri che ciò possa ritenersi una valida scusante? Assolutamente no! Ciò che può e deve esser fatto è quello di intraprendere una battaglia al fianco dei fiorentini al fine di verificare, ed eventualmente riportare, la legalità in questa piccola, ma non per questo meno importante, realtà del quartiere 1.