Ogni anno, da oltre mezzo secolo, si gioca negli Stati Uniti la finale di football americano, sport che trae origine dal rugby anche se rispetto a quest’ultimo vi sono differenze sia nel regolamento che nell’equipaggiamento utilizzato dai giocatori. Dato che è lo sport con maggior seguito in America, questa manifestazione crea molte aspettative e grande clamore. Domenica 3 febbraio, infatti, si è tenuta la finale della 53esima edizione del Super Bowl per decretare il campione della stagione del 2018/2019. La partita si è giocata al Mercedes-Benz Stadium, ad Atlanta, nello stato della Georgia. Le due squadre contendenti il titolo sono la vincitrice della National Football Conference (parte ovest dell’America), i Los Angeles Rams provenienti dalla città di Los Angeles e la vincitrice della American Football Conference (parte est dell’America), i New England Patriots di Boston.
Con il punteggio di 13-3, i Patriots si aggiudicano il loro sesto titolo, raggiungendo la squadra dei Pittsburgh Stelers per il maggior numero di titoli vinti. I New England però diventano anche la squadra ad aver vinto il Super Bowl totalizzando il minor numero di punti di sempre, record precedentemente stabilito dai New York Jets in occasione della terza edizione della competizione. Non è stato un match esaltante: infatti c’è stato un solo touchdown, sicuramente una partita non all’altezza delle aspettative degli spettatori americani e non. Sull’andamento della partita ha senz’altro influito la differenza sostanziale di esperienza tra i due quarterback delle due squadre: Tom Brady, 41 anni e 9 Super bowl giocati contro Jared Goff, 24 anni e al suo primo Super Bowl.
Questo evento non è solamente sportivo, ma anche mediatico e commerciale; secondo Forbes sono 480 milioni i dollari spesi per tutte le pubblicità trasmesse durante lo svolgimento della partita dalle televisioni di tutto il mondo con oltre 170 milioni di telespettatori. Il Super Bowl è anche un grande show caratterizzato dalla presenza di grandi artisi che solitamente si esibiscono durante l’intervallo del match. Quest’anno si sono esibiti nomi del calibro di Travis Scott con Siko mode, David Glen Eisley con Sweet Victory; inoltre Big Boy e i Maroon 5, solo per citarne alcuni. Molti hanno rifiutato l’invito ad esibirsi a causa del duro attacco del presidente americano Donald Trump durante un discorso pubblico nei confronti del ex quaterback dei San Francisco 49ers Colin Kaepernick, il quale si è più volte inginocchiato in segno di protesta durante l’esecuzione dell’ inno nazionale, rifiutandosi di rendere omaggio ad una nazione che secondo lui opprime la gente di colore e le minoranze. Per solidarietà nei suoi confronti artisti di livello mondiale come: Rihanna, Adele, Jay-z ed altri si sono rifiutati di partecipare all’evento. Alla fine la partita ha decretato il suo vincitore: la squadra dei New England Patriots che si aggiudica il Vince Lombardi Trophy, una coppa realizzata da Tiffany in argento dal peso di circa 3 Kg e 150 anelli in oro bianco e diamanti che vengono distribuiti a giocatori, allenatore, dirigenti e membri dello staff. Sembra incredibile che già all’età di 14 anni molti ragazzi americani abbiano una carriera cucita addosso, si alzino alle 5 per allenarsi, frequentino le lezioni e studino fino a notte fonda sapendo che un esame negativo o un infortunio può tagliarli fuori da una possibile futura carriera e alla fine, quando pochi di loro raggiungono “l’agognata meta” e vincono la finale dovranno regalare l’anello tempestato di diamanti alla loro fidanzata!