La Spagna sorride all’Italia. Malaga e Valencia i teatri dei successi dello sport tricolore. Jannik Sinner e Pecco Bagnaia i protagonisti di una delle più belle domeniche sportive italiane. Il successo di ragazzi giovani, umili, seri ma soprattutto bravi, sia dentro che fuori dal campo.
“Le vittorie di Sinner e dei tennisti italiani in Coppa Davis e di Pecco Bagnaia nella MotoGp sono stati dei grandi risultati: nei vari ambiti di convivenza il nostro Paese esprime spesso eccellenze, protagonismo e risultati di successo”. Con queste parole, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha celebrato i successi italiani in terra spagnola dello scorso 26 novembre, avvenuti nel giro di poche ore e che presentano degli elementi comuni. Sinner e Bagnaia sono ragazzi giovani, il tennista altoatesino ha 22 anni, il motociclista ne ha 27, e rappresentano al meglio una generazione che non intende aspettare, ma che con passione, costanza e sacrificio è intenzionata a prendersi il proprio posto. Nessun atteggiamento da sbruffoni ma solo tanta consapevolezza delle proprie qualità e tanta voglia di mostrarle. In un periodo in cui il dibattito sportivo si è incentrato sullo scandalo scommesse che ha coinvolto diversi calciatori, Sinner e Bagnaia rappresentano degli esempi da seguire, degli esempi giusti e positivi che indicano cosa deve essere lo sport. Lo sport ci fa diverte, ci intrattiene, ci fa crescere come persone e soprattutto ci aiuta a gestire la sconfitta, il rifiuto e il fallimento, un elemento che troppo spesso non viene considerato. Saper affrontare una sconfitta, nello sport come nella vita, coglierne le opportunità di crescita e trarne insegnamenti è un elemento fondamentale nella crescita dello sportivo così come della persona. Sinner e Bagnaia rappresentano una nuova immagine dello sport italiano, un’immagine giovane, forte ma anche attenta e intelligente: la squadra italiana di tennis, capitanata da Filippo Volandri, ha dedicato la vittoria della Coppa Davis a Tathiana Garbin, commissario tecnico dell’Italtennis femminile, operata per la seconda volta per via di un raro tumore. “Qua si parla di vincere la Coppa Davis, sì, che è bello, si fa la storia e siamo tutti contenti. Ma quello che conta nella vita è qualcos’altro. Dobbiamo sentirci molto fortunati di essere in questa posizione in cui siamo e saremo tutti con lei”. Le parole di Sinner dimostrano tutta la maturità di un ragazzo destinato a scrivere pagine importanti di storia mantenendo sempre la testa sulle spalle.
Prima del 26 novembre, solo due giocatori erano riusciti a sconfiggere Novak Djokovic in settimane consecutive: lo spagnolo Nadal e il britannico Murray. Sinner non solo si è aggiunto a questo ristretto gruppo ma il suo successo è stato sugellato dall’aver annullato tre match point consecutivi al serbo, nessuno era mai riuscito in un’impresa simile paragonabile solo alle grandi gesta dello sport italiano come il 3-2 al Brasile ai Mondiali dell’82, l’oro di Mennea a Mosca o quello di Jacobs a Tokyo. La sensazione è quella di avere in casa il futuro numero uno del tennis mondiale, un primato che sarà conteso con lo spagnolo Alcaraz e pochi altri eletti.
Prima del 26 novembre, nessun pilota aveva vinto due Mondiali di MotoGp con la Ducati. Bagnaia non solo ci è riuscito, ma è diventato anche il terzo italiano, dopo Valentino Rossi (presente domenica scorsa a Valencia a festeggiare) e Giacomo Agostini, a vincere due titoli in anni consecutivi nella classe 500/MotoGP. Pecco è la rappresentazione del bravo ragazzo, mai una parola fuori posto, disponibile, sorridente e capace di resistere alle critiche, tra chi lo accusa di cadere troppo o di vincere solo perché ha la moto migliore. Le critiche le conosce bene anche Sinner, accusato da sempre di non amare la Nazionale, dal “no” alle Olimpiadi di Tokyo a quello alle qualificazioni della Coppa Davis. Appassionati, occasionali, vecchie glorie, vertici del Coni, tutti contro Sinner, come fosse una moda. Per screditarlo dopo il rifiuto di gareggiare in Davis per un infortunio, qualcuno lo comparava proprio a Bagnaia che dopo una brutta caduta era tornato in pista dopo soli tre giorni. Trattare due sport diversi come fossero la stessa cosa è tipica del tifoso medio italiano. Oggi, invece, dopo le imprese di Sinner che hanno premiato l’Italtennis, la moda è cambiata e tutti sono risaliti sul carro rimangiandosi le accuse del passato recente. In molti casi le critiche verso Sinner, Bagnaia e gli sportivi che riscuotono successo dicono più su chi le fa rispetto a chi le subisce. Rivelano che l’opinione pubblica è sempre pronta ad attaccare duramente gli sportivi, considerati dei privilegiati e dunque non autorizzati a perdere o a cadere dalla moto in quanto non dimostrerebbero di meritare quelli stessi privilegi. Non si considera il lato mentale, sia perché più complicato da capire sia perché meno appariscente, è più facile scrivere un tweet polemico perché il tennista ha perso una partita, il pilota è caduto dalla moto o l’attaccante ha sbagliato un gol, salvo poi cancellare tutto se gli eventi prendono un’altra piega.
Nonostante questo, merito di Bagnaia e Sinner nelle ultime settimane è stato sicuramente quello di unire gli italiani in massa davanti alla televisione per vedere uno sport diverso dal calcio. I loro successi hanno addirittura oscurato Juventus-Inter, partita più attesa del campionato italiano e giocata proprio il 26 novembre. Oscurata non come ascolti (Juve-Inter è stata la partita più vista nella storia della piattaforma Dazn) ma come immagine di una nuova Italia bella, determinata e vincente che si esprime attraverso sport che, specie negli ultimi anni, avevano perso popolarità. Dopo il ritiro di Valentino Rossi, gli ascolti della MotoGp sono calati molto, e anche il tennis ha passato diversi anni lontano dall’opinione pubblica e dai canali Rai. Proprio Sinner, nel 2020, con la finale giocata a Sofia e che è valsa il primo titolo in carriera, aveva riportato per primo il tennis su Rai 2. Tennis e motociclismo sono entrambi sport individuali, ma solo apparentemente. Infatti, se è vero che è il singolo atleta a gareggiare, questo rappresenta la punta dell’iceberg di un ampio staff di allenatori, preparatori, psicologi oppure di ingegneri e meccanici.
La speranza dei tifosi italiani è quella di vivere altre giornate come il 26 novembre, andando magari a “scoprire” sport diversi, trovando nuove passioni e identificandosi in altri giovani italiani come Pecco e Jannik.