La giornata del 25 Novembre è stata scelta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite per ricordare l’importanza della nonviolenza contro le donne.
Il giorno 25 Novembre del 1960, nella Repubblica Domenicana, furono uccise tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal per ordine del dittatore Rafael Leonidas Trujillo. Le tre sorelle vennero stuprate e torturate dai sicari del dittatore e in seguito i loro corpi vennero gettati in un dirupo per simulare un incidente.
Patria, Maria Teresa e Minerva Mirabal combatterono per i diritti e la libertà del loro paese, denunciando gli orrori della dittatura. Ancora oggi il loro gesto è considerato rivoluzionario e di esempio per tutti.
Rimase in vita solo una delle sorelle Mirabal, Belgica Adele, che si dedicò alla crescita dei nipoti orfani e a mantenere vivo il ricordo delle sue sorelle. Il dittatore Trujillo venne assassinato e successivamente cadde anche il suo regime.
Nel 1981 a Bogotà, si tenne il primo incontro femminista latinoamericano e caraibico. Le attiviste decisero di celebrare il 25 Novembre come la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, in onore della morte delle tre sorelle Mirabal. Successivamente nel 1991 la Center for Global Leadership of Womenavviò i 16 giorni di Campagna contro la violenza di genere, sino ad arrivare al 10 Dicembre: la Giornata dei Diritti umani.
Nel 1993 l’Assemblea delle Nazioni Unite diede l’approvazione ufficializzando la data scelta dalle attiviste latinoamericane.
Nel tempo il ruolo della donna è cambiato notevolmente e questo lo si deve anche alle continue lotte per la parità di genere che vi sono state negli anni. Sono state scritte tante opere, sono nati gruppi di attiviste, vi sono state manifestazioni e momenti di unione; tutto questo è frutto di una lunga riflessione sul ruolo delle donne nella società. Al giorno d’oggi le donne hanno raggiunto traguardi importanti ed il 25 Novembre rappresenta una delle tante date simbolo di questa continua lotta.
Purtroppo il fenomeno della violenza è ancora molto diffuso; vi sono tanti casi di violenza domestica, maltrattamenti, femminicidi, molestie o abusi fisici e psicologici.
Nel mondo tutti i giorni vengono uccise all’incirca 45 mila donne. Nella maggior parte dei casi l’autore è un membro della loro famiglia.
In Italia, nel 2023, sono state uccise 106 donne circa, una ogni tre giorni.
Una delle 106 è stata Giulia Cecchettin, una ragazza di soli 22 anni che pochi giorni fa è stata uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Giulia viveva a Vigovo in Veneto e la scorsa settimana si sarebbe dovuta laureare in Ingegneria biomedica all’ Università di Padova. Filippo Turetta era iscritto alla stessa facoltà e per un periodo è stato fidanzato con Giulia, fino a che lei non ha deciso di interrompere la frequentazione. L’11 Novembre Filippo ha insistito per vedere Giulia. I due, su insistenza di Filippo, sono usciti insieme. Giulia ha acconsentito soltanto perché Filippo l’ha ricattata moralmente dicendole che altrimenti si sarebbe fatto del male. Il 18 Novembre la procura di Venezia aveva annunciato di aver ritrovato il corpo di Giulia ai piedi della Val Caltea nella zona del lago di Barcis, in Friuli. Secondo il risultato del medico legale, la ragazza è statacolpita più volte e poi accoltellata.
Nei giorni seguenti la popolazione si è riunita manifestando e mandando sostegni alla famiglia della vittima. Nelle scuole è stato fatto un minuto di silenzio in memoria della ragazza, e per il 25 Novembre è stato chiesto di fare un minuto di rumore per lei e tutte le altre vittime di quest’anno. L’accaduto ha scatenato numerosi dibattiti, via social e non solo, persino nelle scuole. È importante che se ne parli e che ciò che è successo non venga trascurato, bensì sia un esempio per tutti.
La storia di Giulia è solo uno dei tanti casi che sono avvenuti in quest’ultimo periodo ed oggi più di tutti è importante che la morte di tutte queste vittime non venga dimenticata.