Il 23 marzo avrebbe compiuto 78 anni Franco Battiato, uno degli artisti più influenti degli ultimi 50 anni in Italia, scomparso il 18 maggio 2021.
Biografia e produzione musicale
Francesco Battiato, all’anagrafe Francesco Battiato, nasce il 23 marzo 1945 a Ionia, in provincia di Catania. Dopo aver conseguito la maturità scientifica al Liceo Archimede di Acireale, e a seguito della morte del padre, nel 1964 si trasferisce dapprima a Roma per poi stabilirsi a Milano dove iniziò a frequentare il cabaret “Club 64” in cui conobbe, tra gli altri, Giorgio Gaber.
Dopo aver interrotto gli studi universitari per seguire la sua passione musicale, pubblica due singoli per la rivista Nuova Enigmistica Tascabile, apparendo in copertina con il nome di battesimo Francesco Battiato.
Dopo una breve esperienza in duo con il compaesano Gregorio Alicata, nel 1967 l’amico Giorgio Gaber procura a Battiato un contratto con la casa discografica Jolly, che inserisce la figura dell’artista nel filone di “protesta” assai in voga nel panorama dei cantautori dell’epoca. Il primo singolo inciso ufficialmente è “La torre/Le reazioni”. Il brano accompagna la prima apparizione televisiva dell’artista, avvenuta il 1º maggio 1967 nel programma “Diamoci del tu”, condotto da Giorgio Gaber in coppia con Caterina Caselli. Nel corso della puntata si esibisce un altro giovane cantautore ancora sconosciuto: Francesco Guccini. In tale occasione Gaber propone a Battiato di utilizzare il nome Franco anziché il proprio nome di battesimo, proprio per non confondersi con Guccini.
Nel 1968 Battiato cambia casa discografica, passando alla Philips, con l’intento di abbandonare il genere di protesta per incidere dischi dal sapore romantico, allo scopo di raggiungere un pubblico più vasto e generalista.
A partire dal 1971 l’artista abbandona il formato della canzone, dopo una crisi esistenziale che si impadronisce di lui in quegli anni, per dedicarsi completamente alla musica sperimentale, facendo un uso costante di strumenti e sonorità elettroniche, collaborando anche, con alterne fortune, come coautore o vocalist con altri artisti.
A metà degli anni ’70 il cantautore conosce il violinista Giusto Pio, con il quale stringerà un lungo e proficuo sodalizio artistico.
Nel 1979, sotto la spinta di Angelo Carrara, che sarà il suo manager e produttore fino al 1986, Battiato passa alla EMI Italiana, decretando il suo ritorno alla canzone pur mantenendo vivo il suo interesse per la musica orientale. Nell’autunno dello stesso anno registra “L’era del cinghiale bianco”, che contiene riferimenti alle idee esoteriche dello scrittore e intellettuale René Guénon. Nonostante il modesto riscontro di vendite e varie critiche provenienti da alcuni ambienti della carta stampata, il mensile Nuovo Sound definisce il disco “l’LP italiano più bello dell’anno”. L’opera, nel complesso, presenta numerosi elementi che in futuro formeranno lo stile e la poetica di Battiato fra cui gli esotismi, i riferimenti letterari e gli scanzonati giochi linguistici.
Il primo album di Battiato degli anni ottanta è “Patriots”. A differenza del precedente, il disco ottiene un discreto successo arrivando fino alla trentesima posizione in classifica. Oltre a “Up patriots to arms” l’album contiene “Prospettiva Nevski”, un altro brano destinato a diventare un classico del cantautore siciliano.
I cambi di registro sia testuali sia musicali, e il ricorso alla citazione e al frammento sono alla base della nuova idea di canzone proposta da Battiato. Questa nuova fase del suo percorso autoriale lo portò a collaborare con altri artisti, in particolare con la cantante Alice, con la quale scrisse, nello stesso anno, “Il vento caldo dell’estate”, prima affermazione del nuovo suono di Battiato, originato da un’intuizione sua e di Giusto Pio.
Nel 1981 Battiato e Giusto Pio vincono, come autori, il 31º Festival di Sanremo, con il brano“Per Elisa” di Alice. Nello stesso anno Battiato pubblica quello che, tra i suoi album, otterrà il maggiore successo commerciale e di critica, “La voce del padrone”. Il nuovo LP viene promosso attraverso il singolo di lancio “Bandiera Bianca”. Battiato presenta il brano sopra un ipotetico palco elettorale utilizzando un megafono e attorniato da diversi madrigalisti atti a cantare le strofe del ritornello. Il refrain in questione è mutuato dalla poesia “L’ultima ora di Venezia” di Arnaldo Fusinato, e rappresenta un esplicito segno di resa nei confronti della società che l’autore accusa di essere troppo attaccata al denaro. Altra canzone altrettanto celebre è “Centro di gravità permanente”, basata sulle teorie psicofisiche del filosofo armeno Georges Ivanovič Gurdjieff, la cui scoperta venne descritta dal cantautore come “il vero cambiamento della mia via, il più grande…”.
Dopo un timido successo, nel febbraio del 1982 l’album inizia a scalare la classifica, raggiungendo la prima posizione nel mese di marzo, e mantenendo ininterrottamente il primato fino a inizio autunno solo per cederlo al successivo album dello stesso autore. A fine anno risulterà essere il primo album italiano ad aver oltrepassato il milione di copie vendute, superando ogni aspettativa dell’autore e della casa discografica. Il disco è collocato al secondo posto, dalla rivista Rolling Stone, nella lista dei 100 album italiani più belli di ogni tempo.
Risultati commerciali altrettanto notevoli vengono raggiunti dal disco successivo, “L’arca di Noè”, pubblicato nel dicembre 1982, che in poche settimane vende circa 550.000 copie, risultando il disco italiano più venduto nell’anno ed il secondo più venduto in assoluto, dietro al celebre “Thriller” di Michael Jackson. Il nuovo LP, dal tenore pessimista e apocalittico, presenta canzoni di stampo ironico e graffiante e contiene, tra le altre, “Voglio vederti danzare”, una delle canzoni più popolari di Battiato e tra le più eseguite durante i concerti.
Nell’autunno del 1983 esce l’album “Orizzonti perduti” che presenta un massiccio uso di musica elettronica e si distingue per la totale assenza di strumenti acustici. Il disco è lanciato dal singolo “La stagione dell’amore”, altro classico della sua produzione.
Nel 1984 il cantante siciliano decide di ridurre notevolmente l’attività concertistica. Fa eccezione la sua partecipazione all’Eurovision Song Contest in coppia con Alice. I due artisti si esibiscono cantando “I treni di Tozeur”, brano che ottiene un elevato successo di vendite in tutta Europa.
Nell’aprile del 1985 viene pubblicato “Mondi lontanissimi”. Questo nuovo lavoro, uscito durante gli anni in cui nasceva la letteratura cyberpunk, si caratterizza per lo scenario fantascientifico e presenta un elevato uso di suoni computerizzati a cui fanno da contraltare melodie di stampo classico. Uno dei brani più noti del disco è “No Time No Space”, che vorrebbe rappresentare i misteri dell’Universo, ed è costruito sul ritmo serrato delle percussioni che si contrappongono alle sonorità armoniche e sinfoniche degli arrangiamenti.
Con la raccolta “Echoes of Sufi Dances”, Battiato tenta di affacciarsi anche ai mercati discografici spagnoli e inglesi. Mentre in Spagna il cantautore ottiene un buon riscontro di vendite, negli Stati Uniti il disco non supera le diecimila copie vendute.
Poco più tardi, il cantautore dà inizio a una carriera parallela di compositore colto, che porterà alla pubblicazione di alcune opere di matrice sacra e accademica. La prima di queste è “Genesi” del 1986, caratterizzata in gran parte da sonorità sintetiche ed elettroniche.
Battiato è tornato al formato canzone con “Fisiognomica” che, nonostante ciò, apre a un’impostazione classica e accademica non del tutto avulsa da un certo afflato spirituale e filosofico: un ripiegamento interiore che si rifletterà anche nella vita privata dell’artista, che deciderà di trasferirsi da Milano a Milo, in Sicilia. Nonostante la scarsa accessibilità delle musiche, il disco vende oltre 300.000 copie, divenendo uno dei maggiori successi dell’anno.
Il successivo “Giubbe rosse”, uscito nel 1989, è il primo album dal vivo del musicista e raccoglie registrazioni effettuate nella sezione invernale del Fisiognomica Tour nei rispettivi teatri d’Italia, Francia e Spagna. Il disco attraversa gran parte della carriera del cantautore, dalla sperimentazione anni settanta alla più recente fase degli ottanta.
Gli anni ’90 si aprono con la pubblicazione di “Come un cammello in una grondaia”, un album che segna un ulteriore avvicinamento verso certe sonorità religiose e spirituali in l’artista avvicina la musica leggera al formato della sinfonia classica.
Nel 1992 l’autore pubblica un nuovo LP di inediti recante il titolo “Caffè de la Paix”. Il disco riprende la pop del Battiato anni ottanta, filtrandole con tematiche di natura teologica, già affrontate nei lavori precedenti. Dell’anno successivo sono il live “Unprotected” e la nuova “Messa arcaica”, composizione religiosa per soli coro e orchestra, portata in giro in varie chiese d’Italia riscuotendo un buon successo. Sempre sulle orme della musica classica, è uscita l’opera in due atti “Gilgamesh”, basata sulla mitologia sumera.
È di questo periodo l’inizio della collaborazione artistica col Maestro Angelo Privitera, musicista originario di Acireale, alunno come Battiato del Liceo Scientifico Archimede, luogo dove i due si conobbero durante un evento per i festeggiamenti per i 60 anni dell’Istituto. Dall’incontro ne nacque successivamente una collaborazione che vide, per circa un trentennio, Angelo Privitera diventare l’amico più fidato ed il collaboratore più stretto di Franco Battiato.
A partire dal 1994 inizia la collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro. I primi frutti di questa collaborazione sono l’opera teatrale “Il cavaliere dell’intelletto” e l’album “L’ombrello e la macchina da cucire”, edito dalla casa discografica EMI.
Nell’autunno del 1996, per la nuova casa discografica Mercury, pubblica “L’imboscata”. L’album rinnova il percorso sperimentale del cantautore, con un massiccio impiego di sintetizzatori e sonorità elettroniche e contiene il brano “La cura”, una delle sue tracce più note e apprezzate.
Proseguendo la sua ricerca sonora in territori rock ed elettronici, l’artista pubblicò “Gommalacca”, uscito nell’autunno del 1998, che rappresenta uno dei massimi successi dell’artista e, al tempo stesso, uno dei suoi più arditi esperimenti musicali. Fra i brani contenuti nel disco vi è “Shock in my town” in cui il basso è suonato da un giovane Morgan.
Con la fine del millennio, l’artista rifugge nuovamente il formato canzone e su commissione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino incide per la Sony i sette movimenti sperimentali che compongono il disco “Campi Magnetici”, un momentaneo ritorno alle tendenze avanguardiste dei primi anni settanta, ora filtrate dall’uso della moderna tecnologia digitale.
Nell’autunno del 1999, il cantautore siciliano pubblica un nuovo album dal titolo “Fleurs”, interamente sorretto da soli pianoforte e quartetto d’archi. Si tratta di un concept cover album composto da tre brani inediti e nove brani di altri artisti, in prevalenza risalenti agli anni cinquanta e sessanta, tutte arrangiate per ensemble da camera. Nell’opera, Battiato omaggia il cantautore Fabrizio De André, scomparso nello stesso anno, incidendo e reinterpretando due dei suoi brani più celebri: “La canzone dell’amore perduto” e “Amore che vieni amore che vai”.
Il 30 agosto del 2002 esce “Fleurs 3”, numerato in maniera insolita per evitare, come afferma l’autore, la possibilità di una terza futura uscita. Nel disco sono presenti due canzoni scritte dall’artista ed alcune cover inserite per omaggiare grandi artisti del calibro di Paolo Conte, PFM, Gino Paoli e Bruno Lauzi.
Nel 2008 si ha la temporanea conclusione di quella che parrebbe essere una vera trilogia, con l’uscita di “Fleurs 2”.
Battiato affronta l’inizio del millennio con un nuovo lavoro sospeso fra pop e sperimentazione dal titolo “Ferro battuto”.
Nell’autunno del 2004 esce “Dieci stratagemmi”, prodotto dalla Sony Music.
Nel febbraio del 2007 il cantautore pubblica un nuovo album dal titolo “Il vuoto”, che vede l’abituale presenza ai testi del filosofo Manlio Sgalambro.
Due anni dopo, esattamente il 13 novembre 2009, è la volta di “Inneres Auge – Il tutto è più della somma delle sue parti”, antologia contenente due brani inediti, alcune cover e nuove versioni di varie hits del passato.
Il 2011 decennio si apre con l’insolita partecipazione dell’artista al Festival di Sanremo, condotto dall’amico Gianni Morandi; Battiato partecipa alla gara insieme al cantautore siciliano Luca Madonia, con cui presenta il brano “L’alieno”, che si classifica al quinto posto.
Nell’autunno seguente pubblica un nuovo concept-album, un’opera lirica incentrata sulla figura del filosofo cosentino Bernardino Telesio.
Un anno più tardi, il 23 ottobre del 2012, a cinque anni di distanza dall’ultimo album di inediti, esce “Apriti sesamo”. L’album è l’ultima opera dove compare la collaborazione del filosofo Manlio Sgalambro che morirà due anni dopo nella sua Catania, ponendo fine ad un sodalizio durato oltre vent’anni.
Nel 2012 Battiato partecipa artisticamente alla creazione di una serie di CD musicali di musica contemporanea dedicati all’Oriente.
Il 6 agosto 2013 è protagonista del concerto/tributo in ricordo di Lucio Dalla, tenutosi nell’anfiteatro di Milo, paese caro ad entrambi i cantautori.
Il 26 novembre dello stesso anno esce il live “Del suo veloce volo”, con l’omonima canzone e numerosi classici del musicista reinterpretati assieme al gruppo musicale Antony and the Johnsons.
Nei mesi di luglio e agosto del 2014 promuove un tour di vari concerti presentando un progetto di musica elettronica dal titolo Joe Patti’s experimental group.
Lo stesso anno realizza il documentario “Attraversando il Bardo” sul tema della morte nel buddhismo tibetano.
Il 6 novembre 2015 dà alle stampe una nuova raccolta dal titolo “Anthology – Le nostre anime”, una vera summa di quanto realizzato da Battiato fin dal suo primo album, coprendo anche il lavoro cinematografico.
Da febbraio ad aprile 2016 è impegnato con Alice nel tour di successo “Battiato e Alice”: trentadue date italiane quasi tutte sold out, con l’accompagnamento della Ensemble Symphony Orchestra. Lo spettacolo alterna momenti in cui i due artisti si esibiscono singolarmente a numerosi duetti. Il tour viene riproposto a luglio e nell’autunno dello stesso anno viene pubblicato un cofanetto contenente DVD e CD dal titolo “Live in Roma”.
Il 17 settembre 2017 tiene il suo ultimo concerto al Teatro romano di Catania; le ultime quattro date del tour vengono annullate per motivi di salute.
A fine agosto 2019 viene annunciata l’uscita dell’ultimo album prima del ritiro dalle scene, dal titolo “Torneremo ancora”. Il lavoro consta di un’antologia di brani classici del cantautore in nuove versioni orchestrali eseguite con la Royal Philharmonic Concert Orchestra durante le prove di alcuni concerti del 2017 e del brano inedito che dà il nome all’album. L’album segna un ritorno alle origini e rappresenta una sorta di “testamento musicale” dell’artista.
Nell’ottobre del 2019 il manager Francesco Cattini, in occasione della promozione dell’ultimo album, annuncia il ritiro di Battiato dal mondo della musica.
Battiato muore la mattina del 18 maggio 2021 nella sua casa di Praino di Milo, all’età di 76 anni, dopo che per molto tempo la famiglia aveva sempre voluto mantenere il massimo riserbo sulle sue condizioni di salute.
Pittura
Attorno al 1990 Battiato inizia a percorrere altri campi espressivi, avvicinandosi con diletto e curiosità al mondo del disegno e della pittura. In un’intervista al quotidiano “La Repubblica” Battiato ha affermato: “Nella pittura vedo tutti i miei difetti, e mi interessa migliorare. Ne sono ingordo e non vedo l’ora di mettermi a lavorare” e non ha mai amato definirsi un pittore, dicendo di essere invece un “uomo che dipinge”. In oltre vent’anni ha prodotto circa ottanta opere, firmandosi con lo pseudonimo di Süphan Barzani. Le copertine e i libretti di alcuni suoi dischi sono un esempio dei suoi dipinti che rappresentano per lo più figure iconiche, come Sufi e Dervisci che pregano, oppure volti di persone comuni, solitamente amici dell’artista.
Cinema
Le aspirazioni di regia di Battiato iniziano già nel 1979, quando comincia a dirigere tutti i suoi videoclip. Nel 2003 scrive, dirige e sceglie le musiche per il suo primo film a soggetto: “Perdutoamor”, con il quale si aggiudica il Nastro d’argento come miglior regista esordiente. Nel 2005 presenta alla 62ª Mostra del cinema di Venezia il suo secondo film dal titolo “Musikanten”, imperniato sugli ultimi quattro anni di vita di Ludwig van Beethoven. Il 31 ottobre 2007 esce il suo terzo film “Niente è come sembra”, scritto con Manlio Sgalambro.
Nel 2007 firma la regia del docufilm dedicato alla vita e all’opera di Giuni Russo dal titolo “La Sua figura”.
Nel 2010 viene presentato il lungo docufilm “Auguri Don Gesualdo”, incentrato sulla vita dell’intellettuale siciliano Gesualdo Bufalino. Dopo aver annunciato l’uscita del film “Viaggio nel regno del ritorno”, nel 2014 gira “Attraversando il Bardo”, documentario dedicato al tema della morte nelle diverse tradizioni spirituali d’Oriente e d’Occidente.
Negli anni le sue canzoni sono state inserite nelle colonne sonore di alcuni film, in particolare dal cineasta Nanni Moretti, che lo cita esplicitamente in “Bianca”, “La messa è finita” e “Palombella rossa”.
Dopo la morte
Il 21 settembre 2021 l’Arena di Verona è stata la cornice di uno spettacolo unico: “Invito al viaggio – Concerto per Franco Battiato” che è stato poi raccolto in un album live dove viene riprodotto il percorso fatto dal Maestro durante la sua esperienza artistica: abbracciare l’elettronica, la sperimentazione, la musica orchestrale e quella più pop e melodiosa non anticipando i tempi ma, piuttosto, avvicinandoli fra loro, prefigurandoli e rendendoli tutti incredibilmente contemporanei. All’Arena di Verona sono state rappresentate le molte inclinazioni di Battiato, le sue molte voci in un ideale incontro fra uno dei più importanti compositori degli ultimi cinquant’anni e tanti artisti che lo sono venuti a cercare.
Il 9 novembre 2021 è uscita in tutte le librerie “L’alba dentro l’imbrunire”, la storia illustrata di Franco Battiato edita da Rizzoli Lizard, a cura di Francesco Messina e Stefano Senardi. Un viaggio intenso attraverso le tantissime sfaccettature della vita di Franco Battiato, raccontato da chi ha condiviso con lui il suo percorso professionale e personale. Storie, pensieri, idee, memorie, immagini di tanti amici e collaboratori che con i loro contributi restituiscono non solo i ricordi, ma anche la visione di una vita intera, e che lungo le pagine si intrecciano e incontrano le parole e la voce di Franco Battiato.
Mercoledì 18 maggio 2022, ad un anno dalla sua scomparsa, è stato trasmesso su Rai 1 “Il coraggio di essere Franco”, il primo documentario su Franco Battiato: un ritratto intimo del “genio” che ha ridefinito il concetto di musica pop in Italia. Con la voce narrante di Alessandro Preziosi il documentario ripercorre la vita e la carriera di uno degli autori più rivoluzionari della musica italiana, pioniere di nuovi mondi musicali.