Il 10 giugno il Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci ha festeggiato la fine dell’anno scolastico 2021/2022 in un modo decisamente antitetico rispetto ai tristi saluti a distanza degli ultimi due anni. La mattina dell’ultimo giorno di scuola è stata passata presso l’Anfiteatro Ernesto De Pascale del parco fiorentino delle Cascine, con lieta spensieratezza – nonostante il caldo che faceva – e in libertà – ma senza eccedere o andare sopra le righe.

Il presentatore Simone Zetti, studente di quinta della scuola, ha dato innanzitutto la parola alla dirigente scolastica Annalisa Savino, che ha introdotto il concerto facendo notare che questo anno scolastico ha costituito per noi adolescenti – ma non solo – il vero anno di ripresa della vita normale, con le sue difficoltà ma anche lati positivi in più rispetto a quella limitante la socialità e costretta in casa che abbiamo recentemente sperimentato.

Sono stati chiamati anche i quattro rappresentanti d’istituto dell’ultimo anno che si sono impegnati a far funzionare la nostra scuola, ma anche a garantire divertimento e occasioni per riunirsi; hanno quindi salutato la scuola nella speranza che sia seguito il loro esempio e non vadano perse le opportunità per stare insieme, da loro costantemente promosse.

Arrivati alla fine di questo anno impegnativo e importante, non ci restava che goderci lo spettacolo con l’augurio di una buona estate, un buon proseguimento degli studi e più in generale del nostro percorso di vita, augurio che estendiamo a tutti.

Anche se il virus continua a esistere, il problema della pandemia sembra essersi finalmente affievolito, e ciò ha dato l’occasione di passare una giornata diversa, di riunione all’aperto agli studenti del nostro liceo.

E in particolare, oltre una ventina di ragazzi che fanno parte della Leoband e dell’Ensemble – rispettivamente, il gruppo di appassionati di musica moderna e classica – si sono esibiti cantando o suonando davanti ai loro compagni di scuola, regalando un momento di intensa condivisione, che dal vivo acquista più che mai significato. (Si ricorda che per avere ulteriori informazioni sulle attività musicali della scuola, si può consultare il sito https://sites.google.com/site/ldvmusicenter/).

Non solo loro hanno avuto un meritato “momento di gloria”, un appagamento per i loro sforzi, ma anche chi nella scuola si è distinto quest’anno approfondendo lo studio di certe materie con la partecipazione a concorsi artistici e Olimpiadi – di matematica, fisica, italiano, filosofia, informatica, vari campi di scienze … insomma, c’era solo l’imbarazzo della scelta su cosa fare per mettersi in gioco. Anche gli sportivi hanno contribuito a dare lustro al nome della nostra scuola, e pure in questo caso abbiamo una vasta gamma di competizioni sportive in cui poter dare il meglio di sé (a squadre o individuali, come pallavolo e tennis).

Lo stesso si può dire per i generi dei brani proposti al concerto: dalla frenesia amplificata e distorta dell’hard rock, al genere pop della coinvolgente canzone Scrivile Scemo, all’intensità trasmessa dalla Leoband con Zoombie, all’armonica dolcezza dello swing di At last (che tra l’altro ha invogliato delle coppie di amici a ballare dei valzer inaspettati), all’originalità di vivaci pezzi di musica elettronica, che hanno trascinato una folla di studenti giù di fronte al palco; con queste danze i ballerini improvvisati hanno arricchito le performance dei loro compagni. Anche le coreografie erano improvvisate ma piuttosto ben riuscite. Questa è stata una decisione magari non calcolata, ma – o forse quindi – risultata simpatica, anche perché non ci sono stati eccessi come sollevamento pesi – dove per pesi si intendono corpi di studenti – o altro del genere.

La folla trascinata dalla musica con il PC inizia a formarsi.
La folla al completo andata in visibilio organizza un trenino in grande

C’era insomma una voglia generale di scatenarsi insieme, e questo desiderio è stato assecondato in più occasioni.

 Alla fine – ovviamente non per importanza – l’Ensemble ci ha regalato una gradevole interpretazione di Va’ pensiero di Verdi e infine del nostro Inno. Così la serie dei circa quindici brani eseguiti si è conclusa con l’Inno di Mameli, un classico unico che non delude mai, con la forza che trasmette e che può infondere un certo orgoglio patriottico.

Gruppo che si occupa di musica classica, LDV Music Ensemble

Quasi sempre, tra un brano e l’altro, c’era una pausa costituita appunto da queste premiazioni, applaudite e ritualmente accompagnate da rullo di tamburo. La novità è stata in questa alternanza, non nelle premiazioni, svolte anche gli anni precedenti alla pandemia e ripartite quest’anno. Anche il caporedattore e i membri dello staff del nostro giornale sono stati premiati. Tale premio consisteva in una maglia, ma anche nell’onore di salire sul palco e ricevere un attestato di riconoscimento.

Toccante è stato poi conoscere la storia di uno studente del quinto anno che ha salvato la vita a sua sorella grazie alle manovre di rianimazione che aveva imparato durante dei corsi a scuola. Era la prima volta che non agiva su un manichino ma su un essere umano, e lo ha fatto con successo. Va dunque ringraziato chi dà l’opportunità di imparare a rianimare, rendendo la vita più sicura e ammirando chi ha il coraggio di seguire questi insegnamenti preziosi.

Rimane inoltre sempre interessante conoscere almeno un po’ dei giovani e talentuosi musicisti che si esibiscono, donando una parte di sé a chi assiste alle loro esibizioni. Questo perché è bello scoprire da dove nasce una passione sincera e fruttuosa, vista la rarità di un impegno così devoto e continuo.

Sentendo il parere di alcuni di loro, c’è chi dice che è un’emozione grandissima stare sul palco e esibirsi, tanto da essere inspiegabile, incontenibile e quindi da comunicare al pubblico, che, se composto da compagni di scuola, si sente più vicino a sé e quindi ancora di più si ha da parlare, parlare attraverso la propria musica. Le persone più giovani e insicure poi magari all’inizio sentono ansia sul palco, ma quando si capisce che tutto sta andando bene, è come sgravarsi da un peso e in seguito si prova soddisfazione. Il 10 giugno questa soddisfazione c’è stata, grazie al sostegno del pubblico e al talento dei giovani musicisti. C’è poi chi, suonando o cantando in assolo come in gruppo si sente a proprio agio, ma nel secondo caso ha l’impressione di essere una parte, sì responsabile del risultato, ma comunque non protagonista. Del resto, far pratica per passione può essere bello per alcuni, ma potersi esibire di fronte al pubblico è un traguardo che dà al musicista stesso una percezione più profonda delle proprie capacità e dei risultati ottenuti, e guadagnarsi un applauso è gratificante. Per altri ancora l’obiettivo è dare un messaggio di ribellione a chi respinge il suo modo di essere, o di solidarietà e vicinanza verso chi viene sminuito ingiustamente. Nella maggior parte dei casi, la presenza di conoscenti è risultata più un aiuto che un motivo di disagio per i nostri artisti, un riscontro diretto dell’effetto della propria musica. Forse è stato uno stimolo a fare di meglio perché davanti c’era un personaggio sfidante, o magari una presenza rassicurante.

Ecco che quindi l’evento organizzato dalla scuola si è rivelato ricco di tanta musica da condividere, tanta bravura da stimare, sempre tante cose da conoscere di noi. Questa è un’occasione che ogni studente dovrebbe avere. È stata dunque una giornata di scuola particolare, ma è stata scolastica a tutti gli effetti, perché fare scuola significa anche dare espressione alla propria socialità e riconoscimento all’impegno.

Si ringrazia quindi l’ideatore dell’evento (il professor Ballerini), chi lo ha reso possibile (i giovani musicisti, il maestro di musica Giovanni Raschellà, che si è occupato di amplificare i suoni tramite l’attrezzatura digitale, la preside della scuola), confidando nella continuazione e magari diffusione del passare del tempo con la scuola riunita a condividere un qualcosa che arriva a tutti noi (forse più piacevolmente che uova o farina lanciate senza pietà); e questo qualcosa arriva più che mai se presentato da nostri coetanei, in qualche modo compagni di sorte.

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