7 punti in 7 partite. E’ questo il terrificante resoconto del primo mese e mezzo di campionato della nuova Fiorentina di Pioli. Domenica scorsa, al Bentegodi, è arrivata la quarta sconfitta su sette partite totali nonché la terza nelle quattro disputate lontano dal Franchi. E il bilancio in casa non è che sia molto diverso, con soli 4 punti racimolati in tre gare contro avversari alla portata.

 

Col  Chievo -appunto- è arrivata un’altra doccia fredda per i viola (in verde a Verona con la maglia del rione di San Giovanni) che, dopo essere passati subito in vantaggio con Simeone, non sono riusciti a pareggiare contro una modesta squadra da metà classifica.

Tante conclusioni imprecise, tanti errori in impostazione e molta confusione nella fase offensiva hanno caratterizzato la partita dei gigliati, che se ne sono tornati a Firenze con uno “zero” alla voce punti fatti. La cosa più preoccupante però (e a vedere la classifica è un eufemismo) non sono tanto i punti raccolti quanto il gioco realizzato. Certo, a pensarci bene, i fiorentini si erano abituati “male” negli scorsi anni con il tiqui taca montelliano e il calcio verticale di Sousa, ma quello messo in mostra -per ora- da mister Pioli ha proprio l’idea di essere un’ involuzione tattica. Il famoso detto dice  “squadra che vince non si cambia”, eppure l’ex tecnico di Lazio e Inter sembra non averlo ben presente vista la solita formazione e, soprattutto, lo stesso modulo messo in campo dalla prima di campionato. Nel suo tanto amato 4-2-3-1, infatti, gente come Benassi non sembra trovarsi nella sua posizione ideale (da mezzala di ruolo, Pioli lo ha sempre schirato come ala destra) o altri come Bruno Gaspar non dovrebbero proprio trovarsi in quell’undici. Per non parlare del sempre più solo Simeone, sperduto nei meandri delle difese avversarie, o del confuso Badelj che, insieme ad Astori, dovrebbe aiutare i nuovi compagni di squadra e non metterli ancora di più in difficoltà.

Poche, invece, sono le note positive da inizio anno: Thereau, che sembra essere l’unico da cui passa e viene creato un poco di gioco offensivo e Chiesa, il ragazzo che, se non venisse sempre nominato come “quello giovane”, forse potrebbe dare qualcosa in più alla squadra senza doversi accontentare per il solo fatto che ha vent’anni.

 

Il campionato -è vero- è iniziato da poco più di un mese ma la Fiorentina pare già essersi ridimensionata essendo fuori quota Europa e con prestazioni insufficienti anche con squadre che lottano per salvarsi. I tifosi non ci stanno e, come da tanto tempo a questa parte, vorrebbero chiarezza, ma la società sta muta e non si presenta nemmeno più allo stadio. L’estate aveva portato profondi cambiamenti nella rosa ed era plausibile che quello avrebbe avuto ripercussioni sull’andamento della stagione, ma adesso c’è il forte rischio di perdere anche quella poca notorietà che la Firenze del calcio si era fatta nelle ultime stagioni. Quando, fino all’anno scorso, andavi a San Siro con l’intenzione di portare a casa i tre punti e ora ti ritrovi a non ottenere più quei risultati neanche in casa del Chievo, non puoi sicuramente ritenerti essere contento.

Firenze, poi, è la città dei mai contenti (ma questo potrebbe essere anche visto positivamente) e quindi i gufi e gli sciacalli son già lì pronti ad attaccarsi al prossimo errore. Quindi sarà importante rialzare la testa già dopo la sosta per le nazionali, cercando di far ritornare almeno un po’ di quel gioco spumeggiante e divertente che tanto aveva fatto gioire i tifosi viola. Anche perchè, continuando così, sempre più squadre verranno a Firenze convinte che possono farcela e possono fare risultato con la Fiorentina, e questa è l’ultima cosa che i fiorentini vogliono succeda.

 

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