La vicenda accaduta tra Pescara e l’area di servizio Metauro (Marche) l’11 aprile vede coinvolto un 29enne pescarese, trasferitosi da anni in Svizzera ma originario di Montesilvano (Abruzzo), che ha sparato a un barista nel locale in pieno centro.
Circa alle 14, come riportato dallo stesso proprietario del locale, l’uomo sopracitato stava consumando all’esterno del locale. Una volta rientrato si è accesa una forte lite col barista di origini dominicane che a quanto pare riguardava i tempi di attesa per la seconda ordinazione. La rissa sarebbe poi degenerata prima con uno scontro fisico tra il barman e il cliente, poi quest’ultimo avrebbe tirato fuori una pistola ed esploso 2 colpi, uno dei quali mentre il 23enne dominicano era già per terra cercando riparo. Al momento dell’accaduto erano presenti sia la ragazza del giovano 23enne sia una sua collega che sono rimaste entrambe sotto shock. Adesso il giovane impiegato del bar sta lottando per la vita all’ospedale di Pescara.
Da lì il 29enne di origini abruzzesi è andato all’albergo dove risiedeva e di lì ha preso un taxi, riuscendo a sfuggire alle autorità. Il tassista, inconsapevole dell’accaduto si ritrovava ad avere in macchina un presunto killer. La polizia che aveva capito che quell’uomo era su quel taxi si trovava quindi nella posizione di difendere sia il tassista dal cliente e nello stesso tempo fermare il presunto criminale.
Gli agenti per prima cosa hanno fatto bloccare stazioni ferroviarie e Aeroporti delle città da cui sarebbe poi fuggito e decidono, coordinati dal Questore di Pescara, di chiamare il conducente del veicolo per dargli istruzioni. Il conducente si mostra un ottimo collaboratore seguendo con rigore le istruzioni dategli. Si ferma quindi alla stazione di servizio di Metauro dove avviene la cattura, preceduta da alcuni attimi di tensione. È seguita la perquisizione che ha rivelato il possesso da parte del 29enne della calibro 22 che aveva sparato al giovane dominicano.
Attualmente il presunto omicida si trova in attesa di processo in carcere a Pesaro.
Il tassista, tra l’altro ex agente della Guardia di Finanza, è stato intervistato e ha raccontato punto per punto ciò che è successo in quella macchina. Come riportato dallo stesso sono stati attimi di terrore perché la prima chiamata che è arrivata, da parte dei Carabinieri, era in vivavoce e quindi anche il cliente ne era a conoscenza. Per fortuna il tassista è riuscito a disattivare la modalità al più presto ma, come da lui rivelato, aveva l’impressione che l’uomo sul sedile posteriore avesse capito tutto e stesse per puntargli la pistola alla testa. Per fortuna ciò non è successo e il conducente dopo aver spiegato al cliente che doveva fare benzina si è fermato all’area di servizio dove è avvenuta la cattura. Il conducente, spaventato dall’accaduto, ha affermato che d’ora in poi farà salire sul suo taxi solo persone a lui note. Tuttavia il 66enne tassista aveva già trasportato l’uomo pochi giorni prima e non aveva riscontrato nulla di strano in lui tanto che aveva accettato di portarlo in Svizzera previo pagamento di 1500 euro.