Domenico del Nero
Ancora un giornale scolastico? Ma ce n’era proprio bisogno? E tra l’altro, con un prof a dirigerlo?
Possiamo dirlo: non è un giornale come tanti. In primis, perché ha un’ambizione incredibile. Essere un giornale vero, con direttore responsabile, iscrizione al registro stampa etc; giornale online certo, sia per motivi di costi che anche per modalità di diffusione: molte testate anche blasonate si affidano ormai al web, dove c’è di tutto – anche spazzatura – ma nello stesso tempo reperti degni di essere scoperti. Ancora non siamo al punto della “ufficialità”, ma contiamo e speriamo di arrivarci presto.
Come nasce dunque Leomagazine? Da una delle cose che, nonostante tutto lo stupidario e l’abisso di luoghi comuni al riguardo, rende la scuola un luogo non sono vivibile, ma anche bello; persino entusiasmante, in qualche circostanza. Nasce da un incontro: quello di chi scrive, docente ormai da tempo “diversamente giovane” ma che grazie ai ragazzi riesce a considerare il grigio dei capelli (quelli superstiti, almeno) solo come un trascurabile incidente di percorso; e una classe che ha iniziato lo scorso anno il periglioso e faticoso cammino del triennio. E senza trascurare Dante e i classici che hanno sempre tantissime cose da raccontarci, quando è stato il momento dell’articolo di giornale ci siamo accorti che in fondo, ci sarebbe piaciuto provare a fare sul serio e non limitarci alle “simulazioni”.
E così, dall’incontro di un insegnante che ha nel suo curriculum professionale anche qualche decennio di giornalismo sulle spalle e un gruppo di “incoscienti” che non sapevano bene in cosa andavano a cacciarsi, è nata l’idea di questa avventura: sfruttando l’opportunità dell’alternanza scuola – lavoro, costruire una redazione. Un’impresa nemmeno poi tanto simulata, con il suo direttore responsabile e i suoi ruoli redazionali: questi ultimi sono poi i ragazzi di questa classe, la IVAsa, che lo scorso anno ha fatto un vero e proprio corso intensivo per trasformarsi in redazione; compresa, grazie all’opportunità offertaci da SKY TV, la realizzazione di un telegiornale; inoltre nuovi acquisti che si aggiungono col tempo.
Quello che vogliamo fare con il nostro giornale non è però informarvi sui nostri compiti in classe, su quanto siamo bravi (questo lo diamo per scontato) e su quello che avviene tra le mura del nostro liceo; anche perché non abbiamo assolutamente la pretesa di essere la “voce ufficiale” della nostra scuola, del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci, ma solo un gruppo di studenti che hanno voluto trovare una loro risposta all’offerta dell’alternanza scuola – lavoro.
Nella nostra redazione ci sono reporter che racconteranno quello che avviene nella nostra città e dintorni avendo anche cura di denunciare episodi di degrado ambientale, cittadino, sociale. Sempre nel giusto modo, però: anche se non ne siamo la voce, né ufficiale né ufficiosa, siamo comunque inseriti in un contesto istituzionale ed educativo che è quello di una scuola: e di questo intendiamo ricordarci sempre. Abbiamo anzi una ambizione veramente “stratosferica”: quella di dare, nel nostro piccolo, l’esempio di una informazione veramente libera, senza spirito “di parte” che sarebbe del tutto fuori luogo. Anche perché nel Leomagazine non ci sono parti: c’è una squadra e il suo “mister”, che vogliono dare voce a tutti, nel rispetto di tutti e senza demonizzare nessuno. Ci si consenta solo un po’ di quello spirito che è prima di tutto toscano e poi anche giovanile; seri insomma sì, seriosi … anche no (mi perdonino i colleghi questa concessione, più unica che rara, allo slang studentesco). Certo non sarà un “quotidiano”, lo aggiorneremo quando potremo, perché gli studenti (e gli insegnanti) hanno anche “qualcosa d’altro” da fare oltre che dar la caccia alle notizie e fare i recensori. Ma faremo in modo di scrivere il più possibile, ovviamente alternando le varie penne.
Dunque: recensioni teatrali, andando anche a frugare dietro le quinte e partecipando quando si può alle conferenze stampa; notizie dal mondo giovanile, commenti su quanto accade in Italia e nel mondo .. ma ricordandoci della massima di un grande giornalista del passato, che il giornalismo non si fa stando in poltrona; e questo vale anche nell’era del web, dove tra l’altro la bufala più grossa (ma non necessariamente saporita) sta sempre a portata di clic. Bacino di utenza? Ragazzi di tutte le età, fino a novanta e passa anni. Basta che abbiano la voglia di credere che i giovani possono fare qualcosa di buono. E noi vedremo di dimostrarlo.