Venerdì 10 luglio a Salerno, in località Lago, la polizia di stato ha arrestato Afia Abderrahman, combattente dell’Isis, conosciuto anche con il suo nome di battaglia Abu Al Bara.

L’arresto è avvenuto fuori da un bar mentre era in compagnia di altri cittadini extracomunitari, le indagini hanno coinvolto l’Antiterrorismo, la Digos di Salerno e Napoli e i servizi segreti marocchini.

La polizia di stato ha circondato l’uomo senza suscitare sospetti né allarme tra i cittadini, procedendo così alle ore 21 all’arresto del ricercato. I residenti hanno dichiarato di essere completamente ignari del fatto che tra loro ci fosse un terrorista su cui pendeva un mandato d’arresto internazionale.

Afia Abderrahman, cittadino marocchino di 29 anni, aveva combattuto in Siria prima per Al Nusra ed è poi passato all’Isis; è proprio qui che ha ricoperto posizioni di comando per Daesh in varie roccaforti in Siria e in Iraq. É stato accusato anche di aver partecipato a numerosi attentati e altre azioni terroristiche, procurando armi o comandando lui stesso gli attentati.

Il 28 giugno la Corte di appello di Rabat aveva emanato un mandato di cattura per il militante jihadista per “associazione a delinquere finalizzata alla preparazione e alla commissione di atti di terrorismo, detenzione illegale di armi da fuoco, attività collettiva avente fine di attentare l’ordine pubblico e raccogliere fondi per il finanziamento di atti di terrorismo” esteso poi l’8 luglio a livello internazionale.

Grazie ad un’attenta e meticolosa indagine e ad un altrettanto meticoloso intervento di accerchiamento è stato possibile per la polizia di stato italiana assicurare il ricercato alla giustizia. Questo ci fa capire come la lotta al terrorismo sia sempre aperta.

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