Genio e sregolatezza: probabilmente, non esiste espressione migliore per descrivere ciò che è stato John McAfee, il 75enne milionario fondatore dell’azienda di sicurezza informatica che porta il suo nome. Appena pochi giorni fa è giunta la tragica notizia: l’ex titolare dell’azienda informatica si è spento in Spagna, nella sua cella del “Centro Penitenciario de Brians 2“, il giorno dell’ottenimento del diritto di estrazione per il suo ritorno negli Stati Uniti. Sulla causa del decesso aleggiano ancora circostanze misteriose: per adesso l’ipotesi che appare più probabile è quella di suicidio per impiccagione, ma non è affatto scontata.
Un indizio che nelle ultime ore ha fatto scalpore sul web è un inquietante Tweet scritto da McAfee stesso risalente al novembre del 2019, nel quale afferma che stava ricevendo delle minacce provenienti dagli Stati Uniti: “Stiamo arrivando per te, McAfee! Ti faremo suicidare.”
Senza mancare del suo solito estro, McAfee risponde con una provocazione, tatuandosi sul braccio destro la parola “$WHACKD”, nome di una criptovaluta da lui stesso fondata. Il tatoo, tuttavia, fa anche riferimento ad un termine della lingua inglese, “Whacked”, che significa “colpito”: per sua stessa ammissione, si tratta di un chiaro riferimento ad un imminente attacco alla sua persona.
In un altro tweet, McAfee afferma che sta vivendo al meglio la sua esperienza di prigionia e che cibo e amici non gli mancano. Queste affermazioni risalgono a pochi giorni dopo la sua cattura in Spagna, e cioè a circa nove mesi fa. Come è possibile che nonostante le buone condizioni di vita, abbia comunque deciso di togliersi la vita?
Alcuni esperti di psicologia affermano che tranquillizzare i propri cari e conoscenti è un tratto tipico delle vittime di suicidio: il comportamento di McAfee sarebbe allora plausibile con questo profilo e risulterebbe completamente coerente, ma c’è chi non la pensa così. In queste ore, si stanno diffondendo numerose teorie complottiste sull’omicidio di McAfee, alimentate da molte fake news diffusesi sul web a partire dalla sua morte.
Un finale tragico per una vita decisamente avventurosa e senza limiti, ma non è certamente la prima volta che l’imprenditore statunitense è finito in prima pagina. Sono infatti numerose le volte in cui McAfee ha dimostrato, attraverso gesti o parole, il suo grande carisma e, ricalcando quello che è il suo stile tipicamente anticonformistico e libertario: ecco i come ripercorrere la controversa e sregolata vita di John David McAfee, fra momenti chiave e aneddoti che sembrano usciti da un film action.
John David McAfee: breve biografia
Nato nel 1945 da padre statunitense e madre britannica, John David McAfee cresce e studia in Virginia, Stati Uniti. Alla giovane età di 15 anni John si vede costretto ad affrontare una tragedia familiare: in seguito a noti problemi di alcoolismo e depressione, il padre muore suicida. Questo evento traumatico ha delle conseguenze notevoli sulla vita di McAfee: negli anni successivi, durante i suoi impieghi in diverse aziende di tecnologia comincia gradualmente a fare abuso di alcool e sostanze stupefacenti. Nonostante gli eccessi, trova anche il modo di imparare ad interfacciarsi con le macchine: è alla Missouri Pacific Railroad che muove i primi passi nel mondo della programmazione, che non molti anni più tardi diventerà il motivo del suo boom nel settore informatico.
L’evento chiave che ha portato McAfee alla ribalta avviene durante la sua permanenza alla Lockheed, industria aereospaziale statunitense: nel 1986 si diffonde in tutto il mondo uno dei primi virus informatici. Grazie alle sue conoscenze nel campo dei computer, McAfee lascia Lockheed per fondare la McAfee Associates, da cui dipendeva la sicurezza informatica di molte delle più grandi aziende in tutto il mondo. Alla fine degli anni ‘80, la neo-azienda fatturava già più di 5 milioni di dollari annui: era solo l’inizio della fortuna di John McAfee.
Ma niente dura per sempre. E McAfee questo lo sapeva bene, sin dal 2008, quando la crisi finanziaria globale colpì anche il suo patrimonio: la McAfee Associates subì una perdita record di 96 milioni di dollari. Così, John decise di vendere tutti i suoi possedimenti negli USA per trasferirsi in Belize, nell’America centrale. Oltre alla fondazione di un’azienda di ricerca per antibiotici (Quorumex), è qui che McAfee dà sfogo alla sua sregolatezza tramite abuso di alcool e sostanze stupefacenti; ma è anche qui che il folle genio di John viene messo alla prova: in un’intervista a Wired, ha rivelato che si sentiva “osservato costantemente”. Questo lo portò ad un lento auto-isolamento dalla società, dalla quale egli si considerava completamente distaccato nel 2012. Questo capitolo della vita di McAfee è stato raccolto nel documentario Gringo: the dangerous life of John McAfee, regia di Nanette Burstein.
Dopo l’esperienza in Belize, niente sarà più lo stesso per John McAfee. Dopo un tentato arresto avvenuto in Guatemala (dal quale riesce a sfuggire dopo aver finto un attacco di cuore), fa ritorno in Oregon, negli Stati Uniti; pochi anni dopo, in occasione delle elezioni presidenziali del 2016, decide di iscriversi al Partito Libertario per tentare di ottenere la carica tanto ambita, ma con poca fortuna (farà un tentativo anche nel 2020, con risultati simili). Dopo una serie di indagini dell’IRS (l’organo governativo statunitense che si occupa della riscossione dei tributi), McAfee diviene sospettato di evasione fiscale, motivo per il quale decide di trasferirsi in Europa. È proprio a Barcellona, durante un tentativo di fuga in Turchia, che viene arrestato e incarcerato. John McAfee trascorrerà i suoi ultimi giorni nella sua cella con la stessa attitudine con cui ha vissuto il resto dei suoi giorni: indipendente, fuori dagli schemi, e, per quanto si può dire di uno come lui, follemente geniale.