Firenze, 10 dicembre 2024 – Dopo i grandi successi di Madama Butterfly e La traviata, giunge a termine la programmazione lirica del 2024 al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino con un particolare e interessante dittico: “Mavra” di Igor Stravinskij e “Gianni Schicchi” di Giacomo Puccini. Questo accostamento rappresenta un ulteriore tributo a Puccini per il centenario della sua morte e un’opportunità unica per il pubblico di esplorare due opere brevi e comiche attraverso diverse tradizioni culturali. Sul podio, alla guida dell’Orchestra del Maggio, il maestro Francesco Lanzillotta. Regia, scene, costumi e luci sono a cura di Denis Krief.
Quattro le recite previste in cartellone: il 15 dicembre alle ore 17; il 18 e 20 dicembre alle ore 20; e il 22 dicembre alle ore 15:30. La serata si apre con “Mavra”, un’opera buffa in un atto composta tra il 1921 e il 1922 su libretto di Boris Kochno, ispirata alla novella “La casetta di Kolomna” di Aleksandr Puškin. Segue “Gianni Schicchi”, una delle opere brevi più amate del repertorio pucciniano, parte del celebre “Trittico” insieme a “Suor Angelica” e “Il tabarro”.
Nel cast sono presenti attori di grande rilievo che hanno ormai familiarità con il teatro Fiorentino. Abbiamo infatti:
MAVRA
Opera buffa in un atto di Boris Kochno
Musica di Igor Stravinskij
Maestro concertatore e direttore Francesco Lanzillotta
Regia, scene, costumi e luci Denis Krief
Paraša Julia Muzychenko
La madre Kseniia Nikolaieva
La vicina Aleksandra Meteleva
L’ussaro Iván Ayón Rivas
GIANNI SCHICCHI
Libretto di Giovacchino Forzano
Musica di Giacomo Puccini
Maestro concertatore e direttore Francesco Lanzillotta
Regia e scene Denis Krief
Assistente alla regia Pia di Bitonto
Gianni Schicchi Roberto De Candia
Lauretta Julia Muzychenko
Zita Valentina Pernozzoli
Rinuccio Iván Ayón Rivas
Gherardo Yaozhou Hou
Nella Nikoletta Hertsak
Gherardino Gregoric Zaric/Walter Zecca (15; 20/12)
Betto di Signa Gonzalo Godoy Sepúlveda
Simone Adriano Gramigni
Marco Yurii Strakhov
La Ciesca Aleksandra Meteleva
Maestro Spinelloccio/Messer Amantio Di Nicolao Davide Sodini
Pinellino Huigang Liu
Guccio Michele Gianquinto
Figurante speciale Fabrizio Casagrande
Julia Muzychenko, reduce dal successo in “La traviata”, interpreta Paraša in “Mavra” e Lauretta in “Gianni Schicchi”. “I ruoli di Paraša e Lauretta sono simili per la determinazione delle protagoniste, ma musicalmente molto diversi. È un’emozione unica cantare ‘O mio babbino caro’ qui a Firenze, per Firenze”, ha dichiarato l’artista. La Muzychenko ha anche evidenziato la diversità musicale tra le due opere: “La musica di Stravinskij in ‘Mavra’ è davvero particolare: troviamo elementi di belcanto, riferimenti alla musica popolare russa e tinte dissonanti e grottesche. In ‘Gianni Schicchi’, invece, la melodia e la struttura sono pensate per sottolineare il ritmo comico e la vivacità della trama”.
Accanto a lei, Kseniia Nikolaieva nel ruolo della madre, Aleksandra Meteleva come la vicina e Iván Ayón Rivas nel ruolo de L’ussaro in “Mavra”. Ayón Rivas, che torna al Maggio dopo “La traviata” del luglio 2019, ha dichiarato: “Interpretare personaggi così diversi, come l’ussaro in ‘Mavra’ e Rinuccio in ‘Gianni Schicchi’, è una sfida affascinante che permette di esplorare registri espressivi e vocali completamente differenti”.
Per “Gianni Schicchi”, Roberto De Candia interpreta il protagonista, portando in scena tutta l’arguzia e la vitalità che caratterizzano il personaggio. De Candia ha descritto Schicchi come “un personaggio in cui il genio di Puccini si esprime al massimo, mescolando comicità e critica sociale con una precisione incredibile”. Valentina Pernozzoli sarà Zita, mentre Iván Ayón Rivas, che interpreta Rinuccio, ha definito il suo ruolo “un inno all’amore giovane e spontaneo, che si inserisce perfettamente nel quadro brillante dell’opera”. Il cast è completato da giovani talenti dell’Accademia del Maggio, a conferma dell’impegno del teatro nella valorizzazione delle nuove generazioni di artisti.
L’incontro tra Italia e Russia al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino con “Gianni Schicchi” di Puccini e “Mavra” di Stravinskij offre una rara opportunità di confrontare due opere che, pur nel loro contrasto stilistico, dialogano attraverso il linguaggio universale del teatro musicale. Da un lato, “Gianni Schicchi” rappresenta la maturità di Puccini nell’arte della commedia lirica, dove la satira si combina con una profonda comprensione delle debolezze umane. L’aria “O mio babbino caro” non è solo un momento di straordinaria bellezza lirica, ma anche un esempio di come Puccini riesca a integrare momenti di profondità emotiva all’interno di una trama comica. Dall’altro, “Mavra” di Stravinskij rende omaggio alle radici della cultura russa, reinterpretate attraverso il filtro del neoclassicismo e una vena ironica che sfida le convenzioni operistiche tradizionali.
Il maestro Lanzillotta sottolinea la particolarità di “Mavra” e la maestria di Puccini in “Gianni Schicchi”: “Mavra segna l’inizio del periodo neoclassico di Stravinskij, mescolando belcanto italiano e influenze popolari. In ‘Gianni Schicchi’, Puccini trasforma un tema iniziale in diverse situazioni musicali, creando un’opera brillante e sempre attuale”. Denis Krief, che cura regia e scenografia, ha aggiunto: “Accostare queste due opere è una sfida interessante: ‘Mavra’ richiama la Russia culturale di Puškin e Čajkovskij, mentre ‘Gianni Schicchi’ è un esempio di commedia all’italiana ante litteram, che anticipa i temi del cinema del Novecento”.
L’accostamento di queste due opere al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino non è solo un esercizio intellettuale, ma un invito a riscoprire la ricchezza del repertorio operistico e la capacità del teatro musicale di reinventarsi. Attraverso “Gianni Schicchi” e “Mavra”, gli spettatori possono cogliere le diverse modalità con cui la commedia può diventare uno strumento per esplorare le dinamiche sociali e culturali, oscillando tra la tradizione e la modernità. Questo dittico straordinario non solo celebra la diversità delle espressioni artistiche, ma ricorda anche l’importanza del dialogo interculturale nell’arte. L’umorismo, declinato secondo sensibilità diverse, si conferma un ponte capace di unire mondi apparentemente lontani, mostrando come le grandi opere possano ancora oggi parlare al cuore e alla mente del pubblico.