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25 novembre: ricorre la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, per un mondo e un futuro migliori

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“Chi è nell’errore compensa con la violenza ciò che gli manca in verità e forza”, scriveva il celebre scrittore Johann Wolfgang Goethe duecento anni fa, in un aforisma che condanna la violenza e che la descrive come mancanza di forza e di intelligenza. A distanza di così tanto tempo, è doloroso vedere come la violenza sia ancora presente e diffusa, e come essa, in particolare, colpisca le donne.

Per questo motivo, nel dicembre 1999, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite decise di istituire la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: da quel momento la data del 25 novembre di ogni anno è stata designata come ricorrenza ufficiale e tutti i governi e le organizzazioni internazionali sono stati invitati a celebrare quell’annuale importante impegno, organizzando appunto in quel giorno attività mirate a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della non violenza e del rispetto delle donne.

La data del 25 novembre non è stata scelta a caso per commemorare la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, infatti proprio il 25 novembre del 1960 tre sorelle di nazionalità domenicana di nome Patria Mercedes Mirabal, Maria Argentina Minerva Mirabal e Antonia Maria Teresa Mirabal, vennero deportate, brutalmente violentate e picchiate e infine uccise, perché erano attiviste politiche che si erano opposte alla dittatura di Rafael Leònidas Trujillo. I sicari alla fine misero i corpi delle tre sorelle in un’autovettura e la gettarono in un dirupo per simulare un incidente. Alle sorelle venne dato il soprannome “LAS MARIPOSAS” che significa “LE FARFALLE” appellativo dovuto al fatto che, oltre ad essere martiri della causa rivoluzionaria del loro paese, erano riuscite a rilasciare un messaggio molto importante sulla dignità, sul coraggio e sulla libertà di pensiero che le donne dovevano avere; messaggio che modificò completamente il corso della storia.

Come simbolo della violenza contro le donne sono state scelte le scarpe rosse: le scarpe che rappresentano il vuoto lasciato dalla perdita di una donna, mentre il colore rosso rappresenta il sangue ed il sacrificio delle vittime.

Un altro simbolo sono le panchine rosse, gesto nato in Italia come parte di un progetto di sensibilizzazione contro la violenza fisica e psicologica in generale.

La violenza contro le donne è purtroppo al giorno d’oggi una delle più diffuse, persistenti e devastanti violazioni dei diritti umani al mondo. Essa continua a rimanere poi largamente impunita a causa dell’omertà e la vergogna a cui in molte comunità viene associata.

La violenza sulle donne può colpire chiunque, con conseguenze tragiche, fino appunto alla morte (basti pensare ad abusi sessuali, violenze psicologiche, attenzioni sessuali non richieste, stalking, sfruttamento sessuale tramite la prostituzione).

Per questo motivo, in Italia è stata creata la FONDAZIONE U.N.C. ovvero Fondazione Uno Nessuno Centomila a sostegno dell’eliminazione di questo flagello. Questa fondazione ha scelto un motto che recita “SE IO NON VOGLIO TU NON PUOI” per sottolineare che il consenso di una donna a qualsiasi tipo di rapporto non è una concessione, ma è un diritto!

Nel 1946 le donne si recavano per la prima volta in Italia a votare ai seggi; questo decreto segnava una svolta importantissima, infatti alle donne di almeno 25 anni di età veniva concesso di esprimere il proprio libero pensiero nelle elezioni amministrative e nel referendum istituzionale, dopo il secondo conflitto mondiale. Oggi diamo per scontati alcuni eventi che fino a soli 78 anni fa scontati non lo erano affatto.

All’inizio del secolo scorso la donna era ritenuta una sorta di accessorio dell’uomo. Oggi, per fortuna, non è più così, ma ci sono ancora tanti obiettivi da raggiungere nel lento cammino verso l’uguaglianza dei diritti umani.

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