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Donald Trump vince le elezioni, per la seconda volta, diventando il 47esimo Presidente degli Stati Uniti

Foto di Library of Congress su Unsplash Uso libero

Donald Trump è ancora una volta il presidente degli Stati Uniti battendo, con una vittoria schiacciante, Kamala Harris, dimostrando la risonanza del suo messaggio in vaste aree del paese. Trump torna alla Casa Bianca con una piattaforma ricca di promesse e con l’obiettivo di portare avanti una visione già tracciata durante il suo primo mandato.

Il ritorno di Trump è stato raggiunto grazie al forte sostegno proveniente da vari stati chiave, alcuni dei quali situati nel sud e nel Mid West americano.  Questi stati, spesso definiti come “swing states” nelle elezioni americane, sono stati conquistati con margini significativi, dimostrando che il messaggio di Trump ha ancora una forte risonanza. Tra questi stati ci sono il Texas, la Florida e l’Ohio, che rappresentano la coalizione degli elettori disposti a credere alle promesse di un’America forte e indipendente. Il candidato repubblicano ha vinto sia nel numero degli stati che nel voto popolare: lo hanno scelto infatti circa una trentina di stati. Secondo le proiezioni attuali al momento il vincitore delle presidenziali USA 2024 ha ottenuto 295 elettori – grazie alla vittoria definitiva in Alaska – contro i 226 di Kamala Harris. In entrambi gli stati ancora da assegnare (Nevada e Arizona, per un totale di 17 grandi elettori) Trump è in forte vantaggio. Le percentuali sono  52,3% delle preferenze per il repubblicano, mentre la vicepresidente Usa, Kamala Harris, è a quota 46,8%. (fonte: https://www.italiaoggi.it/news/trump-verso-la-conquista-di-312-grandi-elettori-vince-anche-il-voto-popolare-202411070915531398)

Per rientrare alla Casa Bianca, Trump ha tracciato una piattaforma di politiche che promettono di trasformare l’America. I punti principali che spiccano di più sono la riforma dell’immigrazione, dove il politico repubblicano adotterà la stessa politica che impose nel suo primo mandato, cioè andrà contro l’immigrazione clandestina. Trump infatti ha intenzione di costruire un muro al confine e di attuare misure restrittive per i migranti irregolari, sostenendo che tutto ciò porti a una maggiore sicurezza interna. Un altro punto è l’economia e il lavoro negli Stati Uniti. Trump intende riportare le industrie americane ai grandi livelli, aumentando anche i posti di lavoro, attraverso incentivi fiscali alle imprese e riduzioni delle tasse.

Un punto che non riguarda solo gli Stati Uniti è quello sulle guerre. Trump nel suo nuovo mandato intende adottare una politica estera focalizzata sull’isolazionismo, riducendo l’intervento militare americano all’estero. Uno dei punti cardine della sua strategia è il principio America First, che mira a minimizzare l’impegno degli Stati Uniti nei conflitti internazionali, limitando le risorse destinate a missioni militari fuori dal territorio nazionale. Trump ha espresso il desiderio di rivedere le operazioni in Medio Oriente e ritirare le truppe da aree considerate non essenziali per la sicurezza diretta degli Stati Uniti. Con un atteggiamento di scetticismo verso le alleanze militari tradizionali, come la NATO, e una linea di fermezza nei confronti di potenze rivali come la Cina e l’Iran, Trump vuole concentrare le risorse militari sul rafforzamento della sicurezza interna e sulla protezione degli interessi economici americani.

Durante il primo mandato di Donald Trump, la politica americana ha subito un cambiamento drastico e spesso divisivo, sia all’interno degli Stati Uniti che sulla scena internazionale. La sua presidenza è stata caratterizzata da un approccio fortemente nazionalista e orientato a rivedere molti degli accordi e delle alleanze tradizionali, promuovendo l’idea di un’America che mette al primo posto i propri interessi economici e di sicurezza. Questo ha significato una politica estera meno impegnata e più incline al ritiro dalle istituzioni globali e dai trattati multilaterali, nonché una riforma economica mirata a sostenere le industrie americane attraverso una politica protezionista e di riduzione fiscale. Sul fronte interno, Trump ha enfatizzato il controllo dei confini, il rafforzamento della polizia e l’opposizione a molte delle riforme ambientali ed economiche progressiste, sostenendo che tali misure avrebbero limitato la crescita economica e la competitività americana.

In definitiva, la rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti apre le porte a una nuova fase politica per il paese, caratterizzata da forti promesse di cambiamento e un deciso ritorno a politiche nazionaliste e conservative. Il suo ritorno alla Casa Bianca segna l’inizio di un percorso che potrebbe rimodellare la posizione americana sullo scacchiere globale, enfatizzando sicurezza e protezionismo economico. Tuttavia, il clima di divisione interna e le tensioni già emerse durante la campagna elettorale lasciano intravedere sfide rilevanti, in un contesto in cui il paese dovrà confrontarsi con la necessità di trovare un equilibrio tra visioni politiche opposte.

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