Sedicesimi di finale dell’ATP Shangai Masters: partita dura oggi per Jannik Sinner, il tennista italiano numero 1 al mondo, che si è cimentato con l’argentino Tomás Martín Etcheverry, 25 anni, 31° nel ranking che ha dimostrato ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, che la classifica del tennis non deve essere presa come un valore assoluto E’ bene non dimenticare del resto cosa è accaduto agli US OPEN a Carlos Alcaraz, grande rivale di Jannik, che si è visto superare ed eliminare al secondo turno dall’olandese Botic van de Zandschulp, appena 67° nella classifica. Al tennista altoatesino, almeno da quando ha spiccato il volo, una cosa del genere non è mai accaduta, ma ci potrebbe benissimo stare: è il bello del tennis e dello sport in generale. Sinner è rimasto sorpreso dal livello di gioco del suo avversario ed a chiesto consiglio al suo team; spiritosa la risposta del suo allenatore Simone Vagnozzi “Oh, se è 25 del mondo ogni tanto la becca anche eh…”.

Vittoria dunque sudata e meritata, quella del campione che a fine partita ha dichiarato: “È stata una partita difficile. Ho avuto le mie chance nel primo set, poi lui ha giocato un ottimo tiebreak. Nel secondo set ero un break sopra, poi ho subito il controbreak, ma successivamente ho trovato il mio ritmo. Lui ha iniziato a servire peggio e sono riuscito a giocarmi i game in risposta. Sono contento, domani sarà un giorno di riposo che mi serve tanto per essere pronto per la prossima partita”. https://sport.sky.it/tennis/2024/10/06/sinner-etcheverry-atp-shanghai-risultato

Prossimo appuntamento dunque martedì per gli ottavi di finale, con la sfida contro lo spagnolo Carballes Baena o lo statunitense Benjamin Shelton, a seconda di chi si qualificherà.

Del resto, se il celebre tennista ha vissuto e sta vivendo una stagione eccezionale, non tutto è rosa e fiori per lui: non solo e non tanto la sconfitta in finale con il rivale “storico” Alcaraz al China Open 2024. Sinner è comunque arrivato in finale e ha giocato una partita “epica” persa per un soffio e probabilmente più per sfortuna che per altro (ma lasciamo queste cose agli “addetti ai lavori”, come di prammatica ferocemente divisi), peraltro dopo una serie di vittorie sfolgoranti e impressionanti che hanno caratterizzato questo 2024. Il vero problema è che su di lui pende una vera e propria “spada di Damocle”, il ricorso della Wada: World Anti-Doping Agency (WADA), o agenzia mondiale antidoping,una fondazione a partecipazione mista pubblico-privata, istituita per volontà del Comitato Olimpico Internazionale il 10 novembre 1999 a  Losanna per coordinare la lotta contro il doping nello sport.

La vicenda è ormai arcinota e ha senza dubbio un che di paradossale: Il 20 agosto 2024, l’ITIA, ente che si occupa dei controlli anti doping nel tennis, aveva annunciato la conclusione di un’indagine su Sinner, aperta dopo che, durante il torneo di Indian Wells era risultato per due volte positivo al Clostebol uno steroide anabolizzante cietato dall’agenzia mondiale antidoping; dopo una breve iniziale sospensione (4-5 e 17-20 aprile) Sinner era stato reintegrato avendo reso rapide e convincenti spiegazioni su quanto successo: era stato contaminato accidentalmente dal suo fisioterapista, che in quei giorni stava usando un  prodotto contenente clostebol per curarsi un taglio alla mano, e aveva poi massaggiato l’atleta senza indossare guanti, causando così una contaminazione per via transdermica. Un tribunale sportivo indipendente (Tribunale indipendente dell’Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis, ITIA) lha quindi sentenziato che Sinner non aveva commesso nessuna violazione, né negligenza all’epoca dei fatti, senza comminare sanzione alcuna; tuttavia, in accordo con il World Anti-Doping Code, il tennista ha perso comunque i risultati e i relativi punti conseguiti nel raggiungimento della semifinale a Indian Wells: 400 punti e trecentomila euro.

Doveva essere una “punizione” più che sufficiente per una distrazione compiuta da un suo collaboratore (che è stato prontamente licenziato) e soprattutto ben difficilmente accertabile, a meno che non si pretenda che un atleta vada a frugare sin nelle valigie dei suoi collaboratori; ma per la Wada non è così. Nel suo appello, presentato presso il Tas (Tribunale arbitrale dello sport) di Losanna presentato la Wada chiede una nuova decisione che stabilisca che Sinner ha commesso due violazioni senza applicazione dell’articolo 10.5 TADP (“Nessuna colpa o negligenza”). L’Agenzia mondiale antidoping chiede cioè di imporre una sanzione di un periodo di ineleggibilità tra uno e due anni all’atleta e di confermare la squalifica di tutti i risultati ottenuti da Sinner a Indian Wells: in parole povere, uno o due anni di squalifica. https://sport.sky.it/tennis/2024/10/04/sinner-oggi-news-squalifica-tas

L’appello è stato registrato il 4 ottobre scorso e ci vorranno alcuni mesi per arrivare a una sentenza che questa volta sarà praticamente inappellabile. il tennista non è più imputato di doping – tra l’altro le quantità della sostanza erano del tutto irrisorie – ma di negligenza, cioè per la Wada Sinner non avrebbe fatto abbastanza per tutelarsi e per questo rischia addirittura due anni di squalifica. Se in primo momento, ad agosto, le reazioni di molti suoi colleghi erano state piuttosto caute, questa volta la solidarietà è stata quasi unanime, e Novak Djokovic ha dichiarato: ” penso che sia abbastanza ovvio che il sistema non sta funzionando bene. Quindi, credo che questo sia probabilmente qualcosa che anche le persone che non seguono il nostro sport si stanno rendendo conto. Ci sono troppe incoerenze, troppi organi di governo coinvolti, e questo caso non aiuta affatto il nostro sport. Penso che abbia vinto i tre appelli che ha avuto finora e… deve essere molto dura per lui, la sua squadra e la sua famiglia”. https://sport.sky.it/tennis/2024/10/02/djokovic-caso-sinner-wada-intervista

Certo è stupefacente che un ragazzo di 23 anni riesca a giocare a quei livelli con un “macigno” di questo genere che rischia di penalizzare gravemente la sua carriera. La cosa, come ha sottolineato anche Djokovic, è del tutto ingiusta: non solo perchè Sinner ha già subito un accurato processo, ma anche perchè la sproporzione tra quanto gli viene contestato e la pena richiesta è enorme. Jannik ha già comunque pagato per un qualcosa di cui si fatica davvero a ritenerlo anche in minima parte responsabile. Non solo, ma l’immagine che il tennista altoatesino sta dando è quella di un ragazzo davvero “pulito”, che dimostra a tutti e ai giovani in particolare che il successo richide impegno, costanza, sacrificio; ma che una volta raggiunto a caro prezzo, non è comunque un buon motivo per montarsi la testa. Sinner è un vero e proprio “antidivo” in un momento in cui qualsiasi influencer si crede una sorta di divinità se ha qualche migliaio di seguaci sui social. In bocca allupo dunque, sia per il torneo che ancor di più per questa vicenda, sperando che finalmente Sinner possa uscirne nel modo migliore (cioè nuovamente e definitivamente assolto) e ritrovare la sua serenità.

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