I Balcani, una regione affascinante e ancora poco conosciuta dell’Europa, si estendono tra il Mar Adriatico e il Mar Nero, comprendendo una moltitudine di culture che rappresentano un punto di incontro tra Oriente e Occidente. Data la vasta estensione di questo territorio, è difficile stabilire confini ben delineati; tuttavia, si può affermare con certezza che i paesi cosiddetti balcanici sono: Croazia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Bulgaria, Kossovo, Albania e Macedonia del Nord. Alcuni autori, considerando come limite settentrionale il fiume Danubio, vi includono anche la Slovenia.
La storia travagliata di questi paesi, specialmente quelli della zona centrale, costituita da un susseguirsi di dominazioni straniere e conflitti interni, è la ragione per la quale, oggi, questa parte d’Europa non è tra le mete turistiche più battute dai viaggiatori. La ragione di tale scelta può essere individuata nella storia di questa regione.
Anticamente la regione balcanica era abitata dagli Illiri, popolo affine ai Celti, ma il territorio, intorno all’VIII secolo, venne occupata dagli slavi, che accolsero il cristianesimo. Tuttavia, le prime controversie erano già iniziate. La parte settentrionale, infatti, costituita dall’attuale Croazia e Slovenia, entrò maggiormente in contatto con la cultura occidentale, adottando la scrittura latina; il resto dei Balcani, invece, risentì molto dell’influenza della cultura greco-bizantina. Queste prime differenze portarono alla nascita di diversi regni indipendenti, come quello croato e quello bulgaro, mentre altri territori sottostavano all’Impero Bizantino o al Sacro Romano Impero Germanico.
Dal XIV secolo però, i Turchi Ottomani iniziarono l’espansione che li porterà a controllare la gran parte della Penisola Balcanica, a eccezione delle zone settentrionali, che risentivano dell’influenza degli Asburgo e della Repubblica di Venezia. La dominazione turca terminerà completamente solo con le Guerre Balcaniche nel 1913, che portarono a un ridisegnamento dei confini, ma anche alla nascita di tensioni tra i nuovi stati.
Un anno dopo, i Balcani tornarono a essere scenario di eventi d’importanza storica, quando nel 1914, a Sarajevo, venne ucciso l’Arciduca Francesco Ferdinando, causando l’inizio del Primo Conflitto Mondiale. Dopo la guerra, il secolare impero Asburgico crollò, portando alla creazione del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, che nel 1929 divenne il Regno di Jugoslavia.
La Seconda Guerra Mondiale devastò la regione, con occupazioni, resistenze e crimini di guerra: la Jugoslavia fu invasa e smembrata dalle potenze dell’Asse, ma fu anche sede di una delle più grandi resistenze partigiane, guidata dal comunista Josip Broz Tito, che però darà luogo anche a tragici episodi come quelli delle foibe e del successivo esodo di tantissimi italiani. Sarà proprio Tito che, dopo la guerra, riunificherà nuovamente la Jugoslavia sotto una dittatura, fino alla sua morte nel 1980.
Negli anni ’90, i Balcani furono travolti dalle guerre jugoslave, che portarono alla creazione di nuovi stati indipendenti. In questo scenario, le tensioni etniche e nazionalistiche culminarono in una serie di conflitti. Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia del Nord, e infine il Montenegro e il Kosovo dichiararono la loro indipendenza, provocando una serie di guerre sanguinose. Successivamente, la Serbia sarà protagonista di due cruente guerre, prima in Bosnia (1992 – 1995) e poi in Kosovo (1998 – 1999).
Sono proprio le tensioni tra Serbia e Kosovo, che persistono tutt’oggi, ad aver spinto la NATO a rafforzare la propria presenza nei Balcani, specialmente nella parte orientale del Kosovo. A tal fine sono state inviate negli ultimi giorni due compagnie composte da circa 230 militari italiani, in gran parte uomini e donne del Quinto Reggimento fanteria della Brigata “Aosta”, che andranno ad aggiungersi agli oltre 800 militari italiani già presenti nel Paese.
Il perdurare di questi conflitti, quindi, influenza ampiamente anche i giorni nostri. Forse, è anche questo uno dei motivi per i quali i Balcani sono oggi una zona screditata e sottovalutata, dal punto di vista turistico; ma davvero non vale la pena di visitarli?
Io l’ho fatto, grazie a un progetto offerto dall’Unione Europa chiamato DiscoverEU for Inclusion. Attraverso l’ormai collaudatissima forma dell’Interrail (un pass che permette di spostarsi in treno liberamente), l’UE offre ai giovani di 18 anni l’opportunità di scoprire gratuitamente queste straordinarie zone che, a mio avviso, vale la pena di visitare, per diversi motivi.
Come prima cosa, i Balcani rimangono una zona in cui è possibile vedere l’autenticità di popoli che, come pochi altri nel mondo, sono rimasti ancorati alla propria cultura e alla propria nazione. Inoltre, ho avuto l’occasione di smentire alcuni pregiudizi, spesso infondati, che riguardano questi paesi. Chi direbbe, infatti, che Belgrado è una delle città più sicure d’Europa? Eppure, è un fatto che attraverso questo viaggio ho potuto constatare, così come la gentilezza delle persone locali, in cui è possibile trovare un’umanità e una sensibilità che spesso vengono perdute, e che probabilmente derivano dall’aver vissuto la guerra in prima persona, anche se si hanno solo trent’anni.
La penisola Balcanica offre anche una varietà naturalistica tra le più belle al mondo. Dalle magnifiche spiagge del Montenegro alle montagne selvagge della Bosnia, i viaggiatori saranno sbalorditi dall’eterogeneità di un paesaggio che, rispetto ai paesi più turistici, è ancora incontaminato.
Lontane dalla bellezza a volte artificiosa delle grandi capitali europee, le città dei Balcani mostrano invece un fascino autentico, derivante dalla loro storia tormentata: lo splendore dei palazzi aristocratici costruiti durante i periodi monarchici si contrappone alla durezza dell’architettura brutalista jugoslava; la maestosità degli edifici asburgici è a pochi metri di distanza dal fascino orientaleggiante di un quartiere turco, che può portare il turista a pensare di essere a Istanbul.
All’interno di questa cornice variegata, il treno è il mezzo ideale per attraversare i Balcani; veloce e sostenibile, permette di ammirare il paesaggio e di fare conoscenza con altri viaggiatori, o con i locali.
Certo, l’esperienza dell’interrail può risultare stancante, proprio per il fatto di essere spesso itineranti. Sempre in una corsa, tra il desiderio di rimanere ancora un po’ in una città e la curiosità di vederne un’altra, permette però di vivere a pieno ogni paese.
D’altra parte, quando fare esperienze del genere, se non nel pieno delle forze dei diciotto anni? È per questo che consiglio vivamente ai giovani di informarsi sulle numerose opportunità che l’unione Europea mette a disposizione, specialmente quelle che riguardano questi paesi, che una volta visitati si portano per sempre con sé.