Il nome “orca” deriva dal latino Orca, che significa “balena” o “grande cetaceo”. Il termine scientifico per l’orca è Orcinus orca. Questo nome è stato coniato da Linnaeus nel 1758 e si basa sul termine latino “orca”, usato dai romani per indicare una specie di grande cetaceo.

Le orche sono i membri più grandi della famiglia dei delfini (Delphinidae). Gli adulti possono raggiungere fino a 9 metri di lunghezza e pesare fino a 6 tonnellate. I maschi sono generalmente più grandi delle femmine.Hanno un distintivo schema di colorazione in bianco e nero. Il loro corpo è prevalentemente nero con macchie bianche sul ventre e sopra gli occhi. Hanno una grande macchia bianca o grigia chiamata “spot” sopra l’occhio, e una grande pinna dorsale nera, più lunga nei maschi, che può raggiungere fino a 1,8 metri di altezza, mentre quella delle femmine è più corta e meno pronunciata. Le pinne caudali sono larghe e potenziate per le immersioni rapide.

Le orche vivono in gruppi sociali complessi chiamati branchi o pod, che possono variare da pochi individui a più di 40. I branchi sono generalmente costituiti da membri della stessa famiglia, con una struttura sociale matriarcale.

Per comunicare usano una varietà di vocalizzazioni, ogni pod ha un proprio repertorio di suoni distintivi, simili a dialetti.

La loro dieta varia notevolmente a seconda del pod e della zona geografica, alcuni branchi si specializzano in pesci, come salmoni, mentre altri cacciano mammiferi marini, come foche e squali. Essendo considerate dei superpredatori all’apice della piramide alimentare, non hanno dei predatori naturali.

Per cacciare usano strategie cooperative e sofisticate, per esempio i pod che cacciano foche spesso utilizzano tecniche di collaborazione per distrarre e accerchiare le prede come l’uso di bolle per confondere le prede oppure individuano le proprie prede mentre si riposano su lastroni di ghiaccio alla deriva e sono in grado di catapultarli in acqua dopo aver generato una potente onda con il movimento sincronizzato delle code di diversi individui. Qualora non riuscissero al primo tentativo, le orche insistono incrementando la potenza dell’onda, fino a che la malcapitata foca non viene scaraventata in acqua. A questo punto sbarrano tutte le vie di fuga e catturano la preda. 

Questi grandi cetacei sono presenti in tutti gli oceani del mondo, dalle regioni artiche e antartiche alle acque temperate e tropicali.

LE ORCHE SONO DAVVERO PERICOLOSE PER L’ESSERE UMANO?

Le orche sono spesso definite “assassine” perché, storicamente, venivano osservate mentre cacciavano altri grandi mammiferi marini, come le balene. In inglese, il loro nome “killer whale” deriva dall’espressione “whale killer”, cioè “uccisore di balene”, l’origine del termine è legato quindi alla loro abilità predatoria nell’oceano più che a un aggressività verso gli esseri umani.

In realtà, nonostante il loro soprannome, le orche non attaccano normalmente gli esseri umani in natura poiché non vedono l’uomo come una preda. Gli attacchi verso gli esseri umani sono estremamente rari e quasi sempre legati a situazioni in cattività, dove le orche possono essere sottoposte a stress o a condizioni innaturali. In natura, invece, gli attacchi documentati sono pochissimi e NON LETALI, come l’attacco ad un surfista in California che venne morso a una gamba nel 1972. 

In ogni caso, attacchi letali da parte delle orche che abbiano portato alla morte di un essere umano sono documentati solo in cattività. Tuttavia, è di qualche mese fa la notizia che un gruppo di orche, giocando intorno a un Sun Odyssey 519 al largo del Marocco, ne hanno causato l’affondamento, ma le due persone che erano a bordo si sono salvate . https://www.solovela.net/notizie/3/orche-affonda-barca/1353095/

Le orche sono animali straordinari e il loro comportamento sociale e le loro capacità di caccia le rendono una specie affascinante per la ricerca e l’osservazione.

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