Quando si parla del Mostro di Firenze si entra all’interno di un’aura di mistero ed incertezza, un evento che per la sua complessità e brutalità ebbe un’enorme risonanza mediatica, diventando uno dei più famosi casi di cronaca nera italiana. Prima di entrare del vivo della nostra storia, bisogna fare chiarezza sugli eventi legati al Mostro di Firenze. Verosimilmente, una (o più) persone hanno ucciso brutalmente otto uomini e sei donne, tra il 1974 e il 1985, nelle campagne nei dintorni di Firenze, dove notoriamente si appartavano le giovani coppiette per avere momenti di intimità. Si evince, dagli omicidi fatti dal mostro, un accanimento sui corpi delle vittime, soprattutto sulle donne, alle quali, negli ultimi omicidi, venivano asportati con un bisturi il seno sinistro ed il pube. Il responsabile di questi omicidi non è mai stato veramente trovato nonostante l’impegno degli investigatori. Quest’ultimi, nel corso degli anni, hanno battuto varie piste, dalla “pista sarda”, alle messe nere fino ai “Compagni di merende”. Il gruppo dei Compagni di merende (soprannominati così dallo stesso Mario Vanni, nel processo a Pietro Pacciani) era composto dai suddetti Vanni, Pacciani e Giancarlo Lotti. I tre amici furono ritenuti colpevoli dalla Procura di Firenze di essere gli esecutori materiali dei suddetti omicidi, ma la stessa non individuò mai i mandanti. Sui “Compagni di merende” e delle morte sospetti collegate si potrebbe scrivere più di un libro; in questo articolo approfondiremo il collegamento tra il Mostro di Firenze ed un altro serial killer: Zodiac.
Il killer dello Zodiaco, che non venne mai identificato dalle autorità competenti, fu un serial killer statunitense che uccise due coppie (anche loro appartate) ed un tassista (queste le vittime attribuite, ma probabilmente ce ne sono delle altre, oltre ad alcuni sopravvissuti) alla fine degli anni ’60. Zodiac mandò molte lettere anonime agli investigatori, le quali però erano tutte cifrate: da queste emersero l’ossessione del killer per vari elementi come l’acqua, il paradiso, l’orologio Zodiac (da cui prese nome e logo, venne usato da molti soldati americani durante la guerra del Vietnam) e il 20 dicembre, data del primo duplice omicidio (20 dicembre 1968).
Per dovere di cronaca, la teoria che verrà sviluppata all’interno dell’articolo è solo una supposizione, al momento non esistono prove sul collegamento tra i due killer e magistratura italiana non ha mai preso questa ipotesi in seria considerazione; in questa lettura verranno analizzati solo i “fatti”.
L’inchiesta che segue è frutto degli studi del giornalista Francesco Amicone: quest’ultimo ha ipotizzato che i due killer corrispondano al nome di Joseph Bevilacqua (1935-2022). Sempre secondo Amicone, Joe Bevilacqua avrebbe aiutato il giornalista a decifrare le lettere mandate da Zodiac e, infine, avrebbe confessato di essere il killer dello Zodiaco ed il Mostro di Firenze. Per questi motivi la famiglia Bevilacqua denunciò Amicone per diffamazione nel 2022, il processo è ancora in corso di svolgimento.
Partiamo con ordine, Joe Bevilacqua nato a Totowa, New Jersey il 20 dicembre 1935 (20 dicembre come il primo omicidio di Zodiac) è stato un ex militare statunitense. Ha lavorato per svariati anni nell’”Army Cid”, una divisione dell’esercito americano il cui ruolo è quello di investigare su eventuali crimini commessi dai militari stessi. Dopo venti anni di onorato servizio, Bevilacqua viene congedato e diventa funzionario del “Florence American Cemetery” di Tavarnuzze. La prima apparizione di Bevilacqua nel caso del mostro di Firenze non avvenne grazie all’inchiesta portata avanti da Amicone, bensì molti anni prima, nel 1994, quando il funzionario statunitense venne chiamato come testimone nel processo Pacciani. Da quel colloquio, che è ancora disponibile su YouTube, emergeranno cose interessanti: parlando dell’ultimo delitto del mostro, quello di via Degli Scopeti (distante poche centinaia di metri dalla sua abitazione), il testimone dichiara prima di aver visto i due francesi, ancora vivi, pochi giorni prima del duplice omicidio, proprio nel luogo dove incontreranno la morte e, successivamente, afferma di aver visto un uomo con una “divisa marrone, tipo forestale” nei pressi del luogo del delitto, qualche giorno prima dell’avvenimento stesso e che quest’uomo corrisponde a Pietro Pacciani. Durante la deposizione, Bevilacqua dichiara di non aver mai visto prima di quel giorno Pacciani, ma l’uomo che vide corrispondeva all’imputato presente in aula.
Se la confessione di Bevilacqua a Francesco Amicone sia vera non lo sapremo mai, ma ci sono molte coincidenze tra il Killer dello Zodiaco e il Mostro di Firenze. Partiamo da quella più banale e probabilmente insignificante: i serial killer sono un fenomeno tipicamente anglosassone, sono famosi i casi di Jeffrey Dahmer, Dennis Rader, ecc.., nel nostro paese e in particolare in Europa centro-meridionale, i casi di serial killer sono avvenimenti rari.
Di certo l’elemento più interessante è una lettera (che sappiamo di per certo essere stata inviata dal Mostro di Firenze, poiché al suo interno c’era un lembo di seno di una vittima) ricevuta dalla procura di Firenze che recita sulla sua busta le seguenti parole:
“DOTT.
DALLA MONICA SILVIA
PROCURA DELLA REPUBLI-
CA 50I00 FIRENZE”.

Il primo dato che storce all’occhio e il modo di scrivere la parola “repubblica”, in inglese repubblica diventa “republic”, è possibile che il Mostro abbia avuto una svista così importante? Oppure una persona anglosassone abituata a scrivere “repubblica” senza la doppia B, abbia scritto “republica” per abitudine? Un altro dato interessante è il seguente: i caratteri della scritta vennero presi tutti dalla stessa rivista “Gente” uscita il 21 dicembre del 1984. Questa rivista, studiata approfonditamente dalla ricercatrice Valeria Vecchione, la quale è intervenuta sulla vicenda nel blog “Ostello Volante” e al podcast “Muschio Selvaggio”, fa emergere dettagli importanti: le prime tre righe della scritta sono tutte con lo stesso carattere, l’ultima no e se noi vediamo cosa c’è scritto dietro all’ultima riga, possiamo trovare le parole “acqua” e “paradiso”.
Come appurato in precedenza, lo stesso Bevilacqua in una chiamata con Amicone avrebbe aiutato il giornalista lombardo a decifrare le lettere di Zodiac e in una di queste Amicone decifra la firma di tredici lettere di Zodiac in “Joe Bevilacqua”.
Il collegamento tra Zodiac e il Mostro di Firenze è molto intrigante e per certi versi, affascinante, ma non sappiamo se questa sia la soluzione di uno dei casi maggiori di cronaca nera della storia italiana o sia solo una serie di coincidenze.

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