La Gioconda, anche conosciuta come Monna Lisa, è uno dei dipinti più celebri al mondo. Realizzata da Leonardo da Vinci tra il 1503 e il 1506, l’opera è un ritratto di una donna dall’enigmatico sorriso, universalmente riconosciuto come simbolo di perfezione artistica e mistero. Il dipinto si trova al Museo del Louvre di Parigi, dove attira milioni di visitatori ogni anno.

Perché è così famosa?

La fama della Gioconda non si deve solo alla maestria artistica di Leonardo, ma è stata amplificata da un episodio specifico della sua storia: il furto avvenuto tra la notte del 20 e la mattina del 21 agosto 1911.

Il Furto del Secolo

La mattina del 21 agosto 1911, il Louvre si svegliò in subbuglio: la Gioconda era sparita. Il dipinto, che solitamente occupava un posto d’onore nella Sala degli Stati, non era più al suo posto. Il Louvre fu immediatamente chiuso e la polizia parigina iniziò a indagare su quello che si sarebbe rivelato uno dei furti d’arte più clamorosi della storia.
Le indagini si concentrarono inizialmente su alcuni noti artisti dell’epoca, tra cui Pablo Picasso e il poeta Guillaume Apollinaire, ma presto si rivelò che nessuno di loro era coinvolto. Il Louvre rimase privo della Gioconda per più di due anni, durante i quali il dipinto divenne un vero e proprio mito. Infatti, la sua scomparsa contribuì ad accrescere ulteriormente la sua fama, attirando l’attenzione mondiale.

Il Ladro: Vincenzo Peruggia

La svolta nelle indagini arrivò nel 1913, quando si scoprì che il ladro era Vincenzo Peruggia, un imbianchino italiano che aveva lavorato al Louvre. Peruggia aveva nascosto il dipinto in un appartamento parigino per oltre due anni, convinto di compiere un atto patriottico. Credeva infatti che la Gioconda appartenesse all’Italia e che fosse stata rubata da Napoleone. Il suo piano era quello di riportare il dipinto in Italia, dove sperava di essere accolto come un eroe nazionale.

Il furto era stato relativamente semplice: Peruggia si era nascosto all’interno del museo la notte del 20 agosto, vestito con un camice bianco simile a quello indossato dai lavoratori del Louvre. La mattina seguente, con il museo ancora chiuso, rimosse il dipinto dalla parete, lo nascose sotto il camice e uscì tranquillamente dal museo. Solo la sua eccessiva sicurezza lo tradì: cercando di vendere la Gioconda a un antiquario fiorentino, fu scoperto e arrestato.

Il Ritorno della Gioconda

La Gioconda fu finalmente restituita al Louvre nel gennaio del 1914, accolta da un’ondata di entusiasmo internazionale. Paradossalmente, il furto aveva accresciuto la fama del dipinto, trasformandolo in un’icona globale. Da quel momento, la sicurezza intorno all’opera d’arte fu notevolmente aumentata, e la Gioconda divenne il simbolo stesso del Louvre.

Vincenzo Peruggia fu condannato a un anno e 15 giorni di prigione, una pena relativamente mite considerato l’enorme clamore suscitato dal furto. In Italia, molti lo considerarono un patriota, e il suo gesto fu visto da alcuni come un tentativo di restituire all’Italia un tesoro perduto.

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