Un esame del sangue potrebbe diagnosticare malattie come la Sclerosi Multipla Amiotrofica e la malattia di Parkinson e predire quest’ultima anche anni prima della comparsa dei sintomi. Questa è la nuova incredibile scoperta di un team di ricercatori, guidato da scienziati dell‘University College London e dell’University Medical Center Goettingen i quali hanno sfruttato un test che utilizza l’intelligenza artificiale per prevedere in modo precoce questa patologia neurodegenerativa che colpisce attualmente quasi 10 milioni di persone in tutto il mondo ed è fra le malattie più in rapida crescita del momento. La malattia di Parkinson, anche definita “morbo di Parkinson” è un disturbo del movimento generato dalla morte di alcune cellule nervose, quelle presenti nella parte del cervello chiamata “substantia nigra“.

Queste cellule nervose quindi tendono a morire o deteriorarsi, perdendo la capacità di produrre dopamina, un’importante sostanza chimica per il nostro organismo. Attualmente le persone affette dal morbo di Parkinson vengono trattate con la terapia sostitutiva della dopamina dopo aver sviluppato i sintomi della malattia, quali possono essere tremore, rigidità, instabilità posturale, lentezza nel parlare e altri ancora, ma ciò che spinge i ricercatori a puntare su una “prevenzione” della malattia è il fatto che una diagnosi precoce sarebbe fondamentale per trovare trattamenti in grado di rallentare o fermare il Parkinson proteggendo le cellule cerebrali prima che entrino nel mirino della malattia, senza aspettare la manifestazione della malattia stessa.

Il metodo utilizzato, descritto nella rivista “Nature Communications” sfrutta un ramo dell’intelligenza artificiale chiamato “machine learning”, che, analizzando un pannello di 8 biomarcatori nel sangue le cui concentrazioni sono alterate nei pazienti con morbo di Parkinson, è riuscito a fornire una diagnosi con un’accuratezza del 100%.

Questo test è stato quindi attuato per vedere anche l’accuratezza su una possibile previsione della malattia: sono stati dunque analizzati 72 individui, monitorati per 10 anni; lo strumento di rilevamento automatico della malattia ha identificato che il 79% di loro aveva lo stesso profilo di una persona affetta da Parkinson e aveva previsto che 16 pazienti lo avrebbero sviluppato, circa 7 anni prima che la malattia si manifestasse come preannunciato dall’IA.

Come affermano le parole di uno dei ricercatori, Kevin Mills: “Man mano che diventano disponibili nuove terapie per il trattamento del Parkinson, dobbiamo diagnosticare i pazienti prima che sviluppino i sintomi, Non possiamo far ricrescere le nostre cellule cerebrali e quindi dobbiamo proteggere quelle che abbiamo”. Un’analisi del sangue ha dato ottimi risultati anche per malattie come demenza e Sla, come descritto nello studio pubblicato su Nature Medicine e guidato dal Centro Tedesco per le Malattie Neurodegenerative (Dzne). Il test stavolta si basa solamente su due proteine, che non vengono però misurate direttamente nel sangue poichè in esso solitamente sono presenti in particelle frammentate e non nella loro forma attiva unitaria. I livelli di tali proteine sono ottenuti grazie all’analisi di alcune piccolissime bolle di grassi inserite nel circolo sanguigno dalle cellule umane. L’efficacia del test è stata dimostrata stavolta su 991 adulti, di origine tedesca e spagnola, nei quali ha permesso inoltre di ottenere una diagnosi precisa e definitiva della patologia, cosa molto difficile con i metodi attuali.

Nonostante l’impiego di questa pratica nella medicina moderna sia ancora lontano, tale approccio a queste due malattie apre una nuova strada per diagnosi precoci e alquanto precise che potrebbero portare alla produzione di terapie più efficaci e a una prevenzione più accurata, per garantire un rallentamento della progressione della malattia.

Sitografia:

Parkinson e Sla, verso la diagnosi con un test del sangue – Biotech – Ansa.it

Ricerca, allo studio test del sangue che può predire Parkinson 7 anni prima – La Gazzetta del Mezzogiorno

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