Per aggiornare sempre i nostri articoli e le nostre recensioni, dopo la precedente sulla mostra di Anselm Kiefer di Margherita Congiu che troverete a questo link https://www.leomagazineofficial.it/2024/04/14/ogni-tentativo-di-definizione-si-sgretola-non-appena-viene-a-contatto-con-il-suo-enunciato-proprio-come-accade-per-larte-che-non-smette-di-oscillare-tra-perdita-e-rinascita/ rieccoci con un nuovo punto di vista e una nuova descrizione dei suoi “Angeli Caduti”
A Palazzo Strozzi, dal 22 marzo fino al 21 luglio 2024 viene ospitata una grande mostra dedicata a Anselm Kiefer, intitolata Angeli Caduti. L’esibizione contiene alcuni vecchi pezzi dell’artista ma anche nuove opere create appositamente per l’esposizione fiorentina; quest’ultime riprendono temi religiosi della tradizione cristiana e classica, come la caduta di Lucifero.

Anselm Kiefer nato in Germania (Donaueschingen) nel Marzo del 1945 è uno dei più grandi maestri d’arte del XX e XXI secolo. Lo scultore e pittore tedesco inizia la sua carriera come fotografo con scatti di se stesso in abiti nazisti nella posa del saluto romano in diverse zone di famose conquiste naziste. Queste fotografie, ovviamente di natura molto controversa, hanno scaturito un grande interesse pubblico nell’arte di Kiefer; le foto, che sono in parte esposte a palazzo strozzi, toccano un tasto molto dolente e portano lo spettatore a chiedersi perché l’autore abbia scelto di realizzarle. Altre opere di Kiefer, che riprendono la sua infanzia e patria, portano però a pensare che l’artista volesse usare la fotografia per riscoprire la parte di storia che tutti intorno a lui cercavano di dimenticare, anche se così recente, in modo da punire coloro che ne avevano fatto parte. Le fotografie esposte a palazzo stozzi sono stampate su stendardi di piombo che riprendono la pesantezza degli avvenimenti che l’autore ha vissuto, essendo nato poco prima della fine della seconda guerra mondiale.

Anselm Kiefer fa parte della corrente del neo espressionismo: filone artistico, per lo più pittorico, nato negli anni settanta del novecento e caratterizzato da una rappresentazione deformata dell’uomo e della condizione umana che provoca una leggera inquietudine nello spettatore. In molte delle sue opere Kiefer crea infatti paesaggi surreali e ha un utilizzo molto frequente di colori scuri per conferire alla sua arte una qualità tetra e quasi minacciosa; inoltre il soggetto umano è sempre al centro delle sue opere, anche se non sempre rappresentato come umano in se.

Il simbolo della mostra è Engelssturz, tradotto come Angeli Caduti, (opera site specific) ovvero il quadro che rappresenta la caduta di Lucifero e di tutti gli angeli a lui alleati dal Paradiso. Nell’opera, che si trova nella corte centrale del palazzo, San Michele che caccia gli angeli viene rappresentato come una figura alata di colore scuro che staglia sullo sfondo oro del cielo, e gli angeli caduti come vestiti ricoperti di rame e pigmento, attaccati alla base della tela. Tra i vestiti sono anche presenti mascheroni raffiguranti volti di uomini. L’utilizzo di oggetti reali nelle opere pittoriche di Kiefer è ricorrente e in questo caso i vestiti non servono solo ad attribuire maggiore tridimensionalità all’opera ma anche a collegare gli angeli caduti all’umanità moderna.

In molte altre sue opere l’autore rappresenta la figura umana come oggetti inanimati, come ad esempio in für Antonin Artaud: Heliogabalus, opera divisa in due tele e dedicata al libro dell’autore francese Antonin Artaud sull’imperatore romano Marco Aurelio Antonino, detto Eliogabalo; i dipinti sono ispirati dai Girasoli di Van Gogh e hanno come soggetto dei girasoli su sfondo oro. Nella stessa sala è esposta l’opera Sol Invictus, ovvero Sole invincibile, dipinto non site specific realizzato dall’artista molto prima degli altre due ma anch’esso rappresentante un girasole appassito che fa cadere una pioggia di semi su una figura umana stesa alla sua base; figura che dovrebbe essere l’autore stesso.

Con il riferimento a Eliogabalo e alla cultura classica Kiefer dimostra di avere una vastissima conoscenza storica e letteraria: continua infatti a fare riferimento alla tradizione cristiana della caduta di Lucifero ma anche al mito della ninfa Cynara, proveniente dalla tradizione greco romana, che narra di una bellissima ninfa che in seguito a un rifiuto nei confronti di Zeus viene trasformata in dei carciofi. Anche in questo caso il soggetto umano nel dipinto prende la forma di un oggetto inanimato e la ninfa viene rappresentata come una pioggia di carciofi d’oro.

Kiefer, nell’opera dedicata alla scuola d’Atene, riprende nuovamente la tradizione greca questa volta concentrandosi però sulla filosofia e reinterpretando il dipinto di Raffaello intitolato la Scuola di Atene. L’opera di grandi dimensioni, sia nella sua versione originale che nella rielaborazione di Kiefer, si concentra sul rappresentare le figure umane e focalizza l’attenzione dell’osservatore sulla moltitudine di soggetti: riprende perciò la tendenza umanistica rinascimentale, visto che l’attenzione del dipinto Raffaelino è su Socrate e Platone che discorrono circondati da altri filosofi loro allievi. Nell’opera moderna Kiefer rappresenta i filosofi con vesti ripiegate e visi che risaltano dalla sfondo; si concentra quindi nuovamente l’attenzione sui soggetti umani con riferimento anche alla corrente del neo espressionismo.

Una delle caratteristiche principali dell’arte di Kiefer è il cambiamento con il tempo portato dall’uomo o a causa di agenti atmosferici. L’opera Engelssturz è difatti esposta nella corte centrale di Palazzo Strozzi senza alcuna protezione da agenti esterni e intemperie; l’opera è dall’inizio della mostra stata esposta alla pioggia, fatto che l’ha portata a cambiare e a diventare un’opera quasi completamente differente rispetto al tempo della sua realizzazione. Kiefer modifica anche alcune delle sue opere ancora prima di esporle sottoponendole lui stesso a cambiamenti con fuoco, acqua e terra; un’esempio è l’opera della scuola di Atene che l’artista ha colpito con un lanciafiamme e lasciato fuori dal suo studio sotto la pioggia prima che essa venisse esposta. L’artista decide di realizzare opere mutevoli nel tempo come riferimento all’inconsistenza della natura umana e alla casualità della vita: l’artista non controlla i cambiamenti della sua arte; inoltre, in questo modo riesce ad attribuire a opere temporanee un ulteriore senso di volatilità.

Nel corso dei decenni l’arte di Kiefer ha attratto interessi sempre maggiori nel pubblico dell’arte e nel corso degli anni sono stati girati numerosi film e serie dedicati alla sua vita. Nel 2010 è stato realizzato il documentario Over Your Cities Grass Will Grow diretto da Sophie Fiennes, che esplora il processo creativo che ha portato alla realizzazione di alcune delle monumentali opere di Kiefer, tema trattato anche più recentemente, nel 2023, nel film Anselm, nel quale il regista Wim Wenders si è concentrato sul mostrare il processo artistico di Kiefer e l’origine della sua ispirazione.

In preparazione per la mostra a palazzo Strozzi Kiefer ha riprodotto un modello in scala 1:1 dell’edificio nel suo enorme studio per poter pianificare la disposizione di opere preesistenti nelle sale e per studiare le dimensioni di quelle ancora da realizzare. In tutte le sale della mostra, infatti, l’artista è riuscito a raggruppare le opere in base a tema, grandezza e tipologia facendo in modo che il visitatore sia in grado di ammirare per prime le opere site specific dedicate a Strozzi, per poi passare a quelle che trattano dell’infanzia e vita dell’autore realizzate in precedenza.

La mostra è stata ricevuta positivamente dal pubblico fiorentino e Kiefer è stato descritto come uno dei più grandi artisti moderni. Palazzo Strozzi è celebre per le sue esposizioni di arte moderna e Gli Angeli Caduti di Anselm Kiefer ha riscosso enorme consenso e anche a tre mesi dall’inaugurazione continua ad attrarre l’interesse pubblico; anche la metamorfosi continua dell’opera centrale Engelssturz porta alla mostra nuovi visitatori interessati, desiderosi di vedere arte sempre nuova in maniera imprevedibile.

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