State tranquilli, non abbiamo dimenticato la regola del buon giornalismo – che di solito osserviamo scrupolosamente – di non adoperare le prime e le seconde persone se non naturalmente in una intervista. Ma … sarebbe possibile descrivere una esperienza unica (e si spera irripetibile) come la “Maturità” – continuiamo a chiamarla così, il freddo, asettico e burocratico esame di stato non ci piace – in modo impersonale e distaccato? Per dirla con il gergo dei nostri ragazzi … anche no, grazie! Pertanto, che il lettore ci perdoni questa eccezione che conferma comunque una regola più che sensata. DDN

Il giorno più temuto dagli studenti per antonomasia è arrivato: giovedì 20 giugno e mercoledì 19 giugno, si sono svolte le prove scritte della maturità 2024. Se pensate che questo sia un articolo tecnico sulle modalità delle prove, vi sbagliate di grosso, perché oggi vorrei parlare del lato forse più nascosto, ma anche più importante dell’esame di stato: il lato emotivo. I nostri professori ci hanno sempre detto che l’esame di stato è il momento in cui noi studenti avremmo dovuto dimostrare le conoscenze e le competenze acquisite nel corso di cinque anni di liceo, ma sarebbe riduttivo fermarsi a questo. E’ la chiusura di un cerchio: per l’ultima volta (sorprese permettendo) della nostra vita, ci siamo trovati a svolgere un compito con i nostri compagni di classe. Sarò strano, ma nei giorni e nei momenti prima dell’esame ho pensato ad altro, ancora faccio fatica ad immaginare che giovedì sia stato l’ultimo giorno in cui ho visto i miei amici, seduti accanto a me, nei loro banchi a fare una prova scritta. Non ha prezzo leggere i quesiti, guardarmi in giro ed incrociare gli sguardi di chi, come me, non ha capito la consegna; forse è esagerato dire così, alla fine ce l’abbiamo (quasi) sempre fatta, speriamo anche questa volta…
Un detto dice: “è più importante il viaggio della meta” ed è davvero così, un viaggio di cinque anni che si è concluso ieri; certo c’è ancora un’orale da affrontare, ma lì non saremo tutti insieme, saremo soli contro il nostro destino, non ci sarà nessuno che riderà ad ogni pronuncia sbagliata in inglese o ad uno “sfondone” a matematica. Il nostro viaggio è terminato nella giornata dell’ultimo scritto, da quando abbiamo iniziato nel lontano 2019 ne sono successe di tutti i colori: è iniziata e finita una pandemia e abbiamo perso per la strada più di un compagno, di certo non è stato facile non vederli lì con te preoccupati per la prova che stai per affrontare.  Coloro che hanno già fatto l’esame di stato sanno già cosa sto per scrivere, l’ansia della “notte prima degli esami”, la consapevolezza che cinque anni di liceo stanno finendo, sai che quel che ti aspetta è un “inedito” nella tua vita. Tutte queste emozioni, talvolta anche non positive, cessano di palesarsi quando arrivano sul tuo banco le tracce della prima prova. Forse è un bene che la prima prova si quella di italiano, perchè rispetto ad una prova di matematica ti permette di rompere il ghiaccio ed allentare la tensione grazie alle parole che scrivi sul tuo tema. Chi non ha mai avuto un diario sul quale sfogare le proprie emozioni? Ecco, la prova di italiano la vedo così, un diario dove magari parli di altro, per esempio Ungaretti o la guerra fredda, ma grazie alla scrittura tutte le emozioni si riversano nell’inchiostro della tua penna. Sei ore sono lunghe e, probabilmente, anche pesanti ma quando ci si diverte il tempo passa in fretta… si dice così, no?
Una volta consegnata la tua prova, fai un sospiro di sollievo non troppo felice però; perché è vero che hai fatto metà del tuo lavoro, ma il giorno seguente bisogna svolgere un’altra prova, la seconda prova, che nel nostro caso, ovvero il liceo scientifico, consiste nella prova di matematica. La matematica, o la ami o la odi, da sempre lo “spauracchio” di molti studenti. Una prova di sei ore in cui sei difronte a funzioni, integrali, limiti, derivate ecc… non certo il modo più bello di passare un caldo giovedì mattina di giugno. Tra non poche difficoltà e quesiti che si potrebbero definire “impopolari”, ti alzi dalla sedia, raccogli i tuoi fogli protocollo e li porti al tuo insegnante, una sensazione che non ha prezzo perché sai, molto bene, che per l’ultima volta esci dalla tua scuola dopo aver svolto un compito di matematica, realizzi che è finita. Così, ti concedi un ultimo pomeriggio di svago con i tuoi amici, prima del grande ripasso per l’esame orale. Anche questa esperienza si sta per concludere e per chi ha scelto un liceo come il nostro, è il momento di fare un altro grande salto, andare all’università e diventare adulti, per completare il processo di maturazione … Non me ne vogliate, ma personalmente queste cose da “vecchi” non mi aggradano particolarmente, perché io rifarei tutto da capo. Buon esame orale a tutti!

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