“Ogni momento è un’opportunità organizzativa, ogni persona un potenziale attivista, ogni minuto un’opportunità per cambiare il mondo”. Le parole di Dolores Huerta, attivista e leader sindacale americana attiva negli anni Trenta del secolo scorso, ci aiutano ad introdurre un argomento importante, di cui spesso si sente parlare ma di cui spesso poco si conosce: l’attivismo giovanile. Un fenomeno talvolta sottovalutato ma indispensabile per creare una società più inclusiva, partecipativa e responsabile. L’impegno e la partecipazione attiva dei giovani in questioni sociali, politiche o ambientali, si presenta sotto varie forme ed è spesso guidato da passioni e ideali diversi. Una delle varie forme è rappresentata dalle Consulte giovani, delle organizzazioni che offrono ai più giovani uno spazio importante per partecipare in maniera attiva alla vita civica e democratica della loro comunità. Samuele Manni, presidente della Consulta giovani di Rignano sull’Arno, ci ha aiutato a comprendere meglio questo fenomeno e la sua rapida espansione in vari territori.

Cos’è una Consulta giovani? Quali sono i suoi obiettivi?

Una Consulta giovani è un organo consultivo per le politiche giovanili del comune. Ogni Consulta è diversa dalle altre, può cambiare, ad esempio, in base all’amministrazione comunale ma soprattutto in base al regolamento che si attribuisce. In linea generale possiamo dire che la Consulta giovani è un organo che si pone l’obbiettivo di avvicinare l’istituzione, in particolare quella comunale, e il mondo dei giovani.

Com’è nata la Consulta di Rignano sull’Arno?

La Consulta giovani di Rignano sull’Arno nasce da un gruppo di amici che, dopo essersi impegnato in varie attività di volontariato in paese, ha deciso di fare un passo in avanti, di provare ad avvicinarsi alle istituzioni. Tutto questo senza però entrare nelle maglie vere e proprie della politica ma rimanendo in un piano apartitico: la Consulta ha un regolamento e uno di questi punti parla proprio della apartiticità e della sua indipendenza. La Consulta giovani di Rignano sull’Arno è nata sia sull’invito della Vicesindaca sia sulla scia del fenomeno stesso delle Consulte che si stavano creando una dietro l’altra nel nostro territorio, il Valdarno. Un fenomeno che ha riguardato soprattutto i piccoli comuni di provincia che, in virtù delle loro dimensioni, hanno maggiori possibilità di ospitare attività che sarebbero invece quasi impossibili in un comune grande e con logiche differenti come quello di Firenze. In paesi come Rignano sull’Arno, che conta circa ottomila abitanti, una Consulta giovani è sicuramente di grande impatto sia per quanto riguarda il territorio sia per i giovani che lo abitano. Dopo la fondazione della Consulta, avvenuta il 2 giugno dell’anno scorso, siamo partiti con le nostre attività.

Quali sono gli eventi e le attività che ha proposto la Consulta giovani di Rignano sull’Arno?

Ci siamo posti fin da subito alcuni obiettivi fondamentali. Innanzitutto, siamo partiti con la strutturazione e con l’individuazione di membri, al di fuori del nucleo originale di amici, provenienti dalle varie frazioni di Rignano, ci siamo, dunque, sparsi su tutto il territorio del comune. Abbiamo realizzato un logo e ci siamo creati un profilo Instagram per farci conoscere da più ragazzi possibili ma anche dall’amministrazione e dagli altri compaesani. L’idea iniziale era di fare eventi con il preciso obbiettivo di sensibilizzare su temi cari ai membri della Consulta e ai ragazzi del paese.  Abbiamo parlato, ad esempio, di ambiente: il primo evento è stato infatti sull’alluvione di Campi Bisenzio e più in generale sul cambiamento climatico. Per l’occasione abbiamo invitato a parlare Change For Planet (una nota ong che è stata anche alla COP28 di Dubai) e la VAB (vigilanza antincendio boschivo) di Rignano che ha operato anche a Campi Bisenzio. Uno degli intenti della Consulta è quello di cercare di far collaborare le varie associazioni di Rignano e i ragazzi e le ragazze che ne fanno parte.
Gli eventi successivi sono stati organizzati con La Formica Onlus, un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale a servizio delle persone più bisognose. Insieme a La Formica abbiamo realizzato delle serate etniche in collaborazione con le varie comunità straniere di Rignano. Si tratta di cene con cibo e musica tipici della comunità straniera. Hanno avuto molto successo sia quella per la cultura albanese che quella per la cultura dello Sri Lanka. L’intento era quello di aumentare l’inclusione sociale e politica di questi giovani e, a partire dai giorni seguenti la cena, molti di questi, soprattutto quelli originari dello Sri Lanka, sono stati coinvolti sempre di più nelle attività del paese e quindi è stato un obiettivo raggiunto. Poi abbiamo fatto una serie di incontri sulla salute mentale invitando psicologi, psichiatri e delle personalità del territorio volenterose di aiutare i ragazzi e le ragazze attraverso sportelli e consultori. L’ultimo incontro, invece, è stato organizzato sulle relazioni sane.
Tutto questo aiuta a capire quanto sia forte e stia riprendendo piede l’associazionismo giovanile a Rignano. Il nostro intento è un po’ quello di rivitalizzare un paese che era “morto”. Il logo della Consulta rappresenta infatti un mandorlo: segno di rinascita e di ripresa
Oltre a ciò, abbiamo realizzato delle serate di balli e feste gratuite in spazi sicuri all’interno di in un circolo arci, andando anche a riprendere quel tipo di ambiente che è sempre di più sin secondo piano per quanto riguarda i giovani. Questi eventi erano a Firenze, e per coloro che non avevano i mezzi per spostarsi in autonomia e godersi questo divertimento sicuro, abbiamo organizzato una navetta a basso prezzo.
Infine, il primo giugno si è svolta la seconda edizione del Rignano rock, un festival che incarna in pieno lo spirito della Consulta. Si tratta di un grande evento musicale e culturale che si pone due obiettivi: coinvolgere i commercianti del territorio e coinvolgere le band formate da ragazzi giovani e talentuosi. Si sono esibite sei band rock formate da ragazzi che vivono in zone come Firenze, Montevarchi e tutto l’arco del Valdarno. Il Rignano Rock è rivolto ai ragazzi delle ragazze di Rignano ma non solo. La prima edizione, organizzata lo scorso anno, andò molto bene e abbiamo ricevuto tanti complimenti. Può sembrare una cosa normale o banale, ma un evento del genere a Rignano è un grande risultato, soprattutto considerando che l’organizzazione è in mano a ragazzi giovani. Noi ci abbiamo puntato molto, è un evento su cui crediamo e su cui abbiamo lavorato tanto. Credo che sia stata una bella opportunità per tutti coloro desiderosi di divertirsi e di ritrovarsi a fare comunità.

Quale è stato il momento che l’ha reso più orgoglioso?

Sono una persona che non si accontenta mai e, dunque, non ho mai avuto grandi soddisfazioni. Tuttavia, pensandoci bene, già aver fondato la Consulta giovani, averci portato dentro 20 ragazzi, aver fatto conoscere Rignano a nuove persone, aver coinvolto il paese in varie attività e avere delle belle prospettive future, rappresenta sicuramente una grande gioia e qualcosa di cui andare fieri. E poi, quando sali sul palco e vedi le persone a te care che ti ascoltano e che sono lì per te ti ripaga delle fatiche fatte e ti carica di energia per nuovi progetti. Però è soprattutto lo spirito che mi rende orgoglioso. Il fatto di far parte di un progetto nato dal basso, da una dimensione di politica di base. Nonostante la nostra natura apartitica, infatti, ci impegniamo duramente dialogando con l’amministrazione comunale e tentando di far avvicinare i giovani alle istituzioni e al loro significato.

Attivismo giovanile, conoscenza del territorio e aiuto del territorio, sono anche queste le aspirazioni della Consulta giovani?

Certo. Lo spirito del nostro gruppo è anche quello di riprendere gli ideali di democrazia, di partecipazione diretta e di senso di appartenenza politica e al proprio territorio. È molto presente anche il senso di comunità, una componente che oggi spesso tende a mancare forse perché la politica “più grande” e “più seria” tende a sottovalutare queste esperienze giovanili che, invece, possono portare a un grande vantaggio per la comunità. Il bello della Consulta è che non ci sono doppi fini, noi facciamo tutto gratuitamente spendendo il nostro tempo per noi e per le persone che ci circondano. La Consulta è nata soprattutto per dare un’opportunità ai ragazzi giovani ed evitare che, come fatto da me e i miei amici, passino intere giornate sulla stessa panchina dello stesso parco. Poi magari non vengono alle nostre attività ma ci stiamo lavorando e i risultati arriveranno perché devi creare fiducia e devi far capire che sei diverso da quello che si è sempre visto. Insomma vedere dei quindicenni che possono avere più possibilità di quelle che ho avuto io mi fa sperare bene per il futuro.

Quali sono i nuovi obbiettivi della Consulta? E un sogno particolare?

Il secondo anno della Consulta giovani di Rignano sull’Arno si trascina dietro l’obbiettivo che diventi un punto di riferimento essenziale della comunità rignanese ma non solo. Inoltre, abbiamo già preso contatti con le altre consulte del territorio, siamo andati in Regione e si sta creando veramente un bel movimento di associazionismo e quindi di voci che possono diventare un sostegno fondamentale per tanti ragazzi. La Consulta giovani di Rignano sta portando concretezza e sta lavorando veramente per i giovani, per la comunità e per il territorio, mettendo sempre di più in contatto le istituzioni e i giovani con i loro bisogni e i loro sogni.

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