Martedì 21 maggio si è tenuta al Maggio Musicale Fiorentino una conferenza stampa per la presentazione di Tosca, di Giacomo Puccini. Erano presenti il direttore principale Daniele Gatti, il regista Massimo Popolizio e il sovrintendente del teatro Carlo Fuortes. Questa è la 16esima volta che quest’opera va in scena ma presenta un allestimento e una regia che la differenziano molto da tutto ciò che c’è stato prima. Come detto da Fuortes stesso, questa è una produzione che era già presente nel programma del commissario ma che si ritiene una fortuna averla, questo perché era già tra i progetti che, insieme al maestro Gatti, era intenzionato a fare .
Questa forte innovazione è una caratteristica del direttore Gatti, soprattutto dal lato musicale, grazie alla sua capacità di “avvicinarsi all’opera senza il peso della tradizione interpretativa precedente” come detto dal sovrintendente. Pur seguendo in modo filologico il testo ci sono stati numerosi cambiamenti all’opera dovuti proprio alla minuziosità dell’approccio, guidato dal regista Popolizio con l’aiuto della sceneggiatrice, della costumista, dell’uso delle luci creando un complesso lavoro collettivo che riesce a esaltare al massimo l’opera Pucciniana.
Riguardo a ciò Daniele Gatti dice “Avvicinarsi a uno spartito è come leggere un romanzo e avvicinarsi a Tosca è esattamente come leggere un libro che ha ispirato migliaia di film. Io cercherò di riportare in luce quegli aspetti dell’opera e delle sue sfumature musicali che sono ancora nella penombra. In un certo senso lo spartito va ‘interrogato’ e è necessario soffermarsi sulla scelta dei tempi: è infatti nel ritmo stesso che troviamo racchiusa la psicologia dei personaggi dell’opera. La chiave di lettura di Popolizio è assolutamente interessante e ci dà conferma che l’animo umano – a prescindere dall’epoca in cui si svolge e si pensa un’opera – non muta affatto.”
Di sfumature musicali si è parlato molto, questo è dovuto alle numerose note lasciate nel testo originale dell’opera. Puccini, con i suoi numerosi “accelerando”, “rallentando” oppure punti di domanda e punti esclamativi che guidano nella rappresentazione in modo da poter rendere la psicologia dei personaggi molto più profonda.
Popolizio ha ribadito l’importanza del seguire le didascalie, peculiarità della scrittura di Puccini che in un certo senso lo ha portato ad anticipare il cinema.
Sul palcoscenico, al suo esordio sulle scene del Maggio, il soprano Vanessa Goikoetxea interpreta la protagonista della vicenda, la cantante Floria Tosca. Piero Pretti, fra i più apprezzati tenori della scena internazionale, che torna al Maggio dopo il grande successo ottenuto con il Rigoletto dell’autunno 2021; veste per la prima volta in carriera i panni dell’amato di Tosca, il pittore Mario Cavaradossi (interpretato nella recita dell’8 giugno da Vincenzo Costanzo). Alexey Markov, anche lui al suo debutto sul palcoscenico del Teatro, è invece il sadico barone Scarpia, spietato antagonista della storia pucciniana. Gabriele Sagona interpreta Cesare Angelotti; Matteo Torcaso veste i panni del Sagrestano; Oronzo D’Urso e Dario Giorgelé sono invece rispettivamente Spoletta e Sciarrone, gli sgherri di Scarpia. Chiude la compagnia di canto nel ruolo di Un carceriere Cesare Filiberto Tenuta.
Le rappresentazioni sono in programma a partire da stasera venerdì 24 maggio alle ore 20 nella Sala Grande del Teatro; altre quattro le recite previste: il 3, il 6 e l’8 giugno alle ore 20 e il 26 maggio alle ore 15:30. La prima recita è completamente esaurita in ogni ordine di posto, la recita del 26 e del 6 giugno sono in via di rapido esaurimento. Maggiori disponibilità residue nelle recite del 3 e 8 giugno.