Jannik Sinner, 22 anni, professione: tennista. Tutti noi abbiamo imparato a conoscerlo grazie ai più recenti eccezionali successi e anche a fare il tifo per lui, complice la simpatia che naturalmente suscita. 

Recentemente salito al secondo posto nel ranking ATP, è il tennista italiano più vincente dell’era Open, potendo vantare un titolo slam (Australian Open nel 2024), due Masters 1000, quattro ATP 500, sei ATP 250 e una Coppa Davis. Disputando la finale di Wimbledon nel 2023, è diventato, insieme a Matteo Berrettini, l’unico atleta italiano ad aver raggiunto almeno i quarti di finale in tutti i Major.

Ma chi è questo ragazzo che ormai non può che essere considerato a tutti gli effetti un campione?

“La Volpe”, chiamato così per via dell’acceso colore rosso dei suoi capelli, nasce il 16 agosto 2001 a Sesto di Pusteria, in Trentino Alto-Adige, dove vive fino ai 13 anni con sua madre Siglinde, suo padre Hanspeter e suo fratello adottivo Mark, di origini russe.  Essendo nato ai piedi delle Dolomiti, il piccolo Jannik esordisce sportivamente nello sci, dove ottiene, all’età di sette anni, la sua prima vittoria in una competizione, ovvero un campionato nazionale di slalom gigante. Nei mesi estivi del 2008 inizia a giocare a tennis presso il circolo ATC Bruneck. Dall’età di tredici anni Jannick, si trasferisce a Bordighera e si dedica completamente alla racchetta iniziando a praticare tennis a livelli professionistici, gareggiando per qualificarsi al Futures Croatia F16, al quale però non riesce a partecipare. La sua prima vittoria da professionista arriva giocando il primo turno del Future Croatia F4 contro il croato Leo Kovacic, per essere poi eliminato al turno successivo.

Il 12 febbraio 2018 entra per la prima volta nella classifica mondiale, alla posizione n. 1592.

In soli sei anni ha scalato il ranking ATP, fino ad arrivare ad un passo dalla vetta, inanellando successi e record che lo hanno reso uno degli sportivi italiani più noti e amati di questi ultimi anni.

Il suo ultimo successo la vittoria nel Miami Open. Con un netto 6-3 6-1, il tennista italiano batte il bulgaro Dimitrov mostrandosi, riprendendo le parole di Paolo Bertolucci, di una solidità tale da spezzare ogni arma in mano dell’avversario

Ma non sono solo le vittorie a rendere Sinner un personaggio così popolare e benvoluto.

Il ragazzo altoatesino appare schivo, riservato. Racconta: “Ho tutto, non mi manca niente. Non sono mai stato in discoteca, non mi piace andare a dormire tardi. Preferisco giocare a carte con un amico. Ne ho pochi, ma veri. Mi conoscono da quando ero ragazzino e non gli importa di cosa ho vinto o di quanto sono famoso”. E gli amici in realtà lo descrivono come una persona socievole, con la battuta pronta e con loro e con la propria famiglia Jannik ricarica le batterie tra una competizione e l’altra.

Sicuramente in questi anni è riuscito a far parlare di sé solo per i successi ottenuti in campo e non per i comportamenti al di fuori di esso. È sempre educato, corretto e discreto. Trovati, che è stato il suo preparatore quando era ragazzo, dice di lui: “è una delle migliori persone che abbia conosciuto. Di un’umiltà fuori dal comune, caratteristica che credo lo abbia aiutato ad arrivare fin qui. Sempre sorridente”.

La determinazione e l’impegno nel lavoro sono le costanti che accompagnano il suo gioco, sia nelle fasi di preparazione che in partita. Jannik non molla mai, fino all’ultimo punto non lo si può dare per sconfitto.  

L’etica del lavoro gli è stata trasmessa dalla famiglia, la classe è farina del suo sacco.

È un modello positivo, un campione che sta attirando verso il tennis molti ragazzi, un riferimento che trasmette valori fondamentali dello sport come l’impegno, il sacrificio, la correttezza, dentro e fuori dal campo. Quando gli parlano della pressione alla quale è sottoposto a seguito dei grandi risultati ottenuti e da confermare, lui risponde: “Io sotto pressione? Niente in confronto a quella di un chirurgo o di un capofamiglia che deve mettere in tavola la cena. Mantenere una famiglia o non sapere se ti entra un razzo in casa, questa è pressione. Giocare a tennis è un privilegio, una cosa di cui sentirsi onorati.” E poi a lui “piace ballare sotto la tempesta” e da quanto ha mostrato finora, è un ottimo ballerino.

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