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La mia vita raccontata male- ma non proprio. Un divertente monologo di Francesco Piccolo delizia gli spettatori della Pergola.

Al Teatro della Pergola di Firenze, dal 19 al 24 marzo scorsi, il celebre Claudio Bisio ha deliziato con un’incredibile performance coloro che hanno avuto la fortuna di essere spettatori de “la mia vita raccontata male” di Francesco Piccolo.

“La mia vita raccontata male” è un monologo in musica e parole. L’opera può essere descritta come romanzo di formazione, come biografia o ancora come catalogo che racconta la vita di un’uomo come insieme di piccole esperienze memorabili. Descrivendo in maniera spiritosa e leggera memorie personali, come la prima ragazza e il trasferirsi in una nuova città, Francesco Piccolo tesse una storia in cui chiunque si può immedesimare; tutto questo senza però tralasciare i dettagli più profondi e, in alcuni casi, cupi dell’essere. Francesco Piccolo è sicuramente uno tra i nomi più conosciuti tra coloro che hanno fatto parte della rappresentazione. È uno scrittore, sceneggiatore e autore televisivo italiano nato negli anni 60′ che ha scritto numerosi libri di cui i più celebri: “il desiderio di essere come tutti” per cui ha vinto il Premio Strega nel 2014 e “La bella confusione” per cui ha vinto il Premio letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa 2023.

Francesco Piccolo descrive, in quest’opera, la vita come un insieme di piccole cose e scelte, belle e brutte: «Ci sono due tipi di storie che si possono raccontare: quelle che fanno sentire migliori e quelle che fanno sentire peggiori, ma quello che ho capito è che alla fine ognuno di noi è fatto di un equilibrio finissimo di tutte le cose, belle o brutte; e ho imparato che, come i bastoncini dello shanghai se tirassi via la cosa che meno mi piace della vita, se ne verrebbe via per sempre anche quella che mi piace di più». Nonostante quindi che “la mia vita raccontata male” sia composta dalla descrizione apparentemente casuale di esperienze di Piccolo, l’autore riesce a dare un senso di uniformità all’opera con piccoli nessi narrativi che ricorrono nella storia; perché alla fine nella vita tutto è collegato da una serie di piccole scelte ricorrenti.

Claudio Bisio, forse ancora più noto di Piccolo, è un’attore, regista, cantante e doppiatore italiano nato alla fine degli a anni 50′ che iniziato la sua carriera con il teatro classico e moderno ma che ha poi continuato prendendo parte in numerosi film e serie sia come attore che come doppiatore; ha anche diretto nel 2023 il film “l’ultima volta che siamo stati bambini”. I suoi maggiori riconoscimenti sono stati le tre candidature per il David di Donatello, le due per il Nastro d’argento, quella per il Ciack d’oro e quella per il Leggio d’oro. Per rappresentare la vita di Piccolo è tornato però sul palcoscenico in collaborazione con il Teatro Nazionale di Genova.

Sul palco, per “la mia vita raccontata male”, sono presenti tre persone in totale: Claudio Bisio (attore), Marco Bianchi e Pietro Guarracino (musicisti). Per tutta la durata dell’opera la musica fornice uno sfondo al monologo di Bisio ma ha anche un’importanza narrativa; infatti le musiche di Paolo Silvestri riprendono elementi narrativi della storia e creano ambient in tutte le scene. I due incredibili musicisti Bianchi e Guarracino alternano diversi tipi di strumenti a corda e, con tempismo perfetto, intervengono nel monologo parlato per aggiungere un ulteriore profondità al racconto. Nonostante ciò le musiche riescono a non coprire né la voce di Bisio, né la sopraffare la narrazione stessa.

Alla fine dell’opera Bisio ha posto un’interessante quesito al pubblico, chiedendo se fosse più importante il testo o la musica; si è risposto che per quanto sarebbe stato un peccato non avere la musica sarebbe stato un schifo senza parole.

I costumi e le scene sono di Guido Fiorato;la scenografia è composta da un’interno casalingo con pochi oggetti significativi per la narrazione nella quale, durante alcune scene, oggetti vengono calati dall’alto per differenziare i vari momenti della vita; un’esempio è un grande Snoopy di peluche impacchettato di rosa per la scena dedicata di San Valentino. I passaggi di umore sono evidenziati dagli effetti di luce di Aldo Mantovani che variano di colore e di intensità per sottolineare l’emotività delle scene.

Per ultima, ma non perché meno ammirevole, è necessario elogiare l’abilità interpretativa di Claudio Bisio tramite la quale è riuscito, per un’ora e mezza, a intrattenere il pubblico con una rappresentazione incredibile del testo scritto da Francesco Piccolo. Vista la credibilità dell’interpretazione è stata un sorpresa, per il pubblico non informato, scoprire cha la vita raccontata da Bisio non fosse la sua ma quella di Piccolo. Anche grazie alla regia di Giorgio Gallione l’attore è stato in grado rappresentare fedelmente la visione di Piccolo facendo credere agli spettatori che la storia non fosse un’opera teatrale ma che venisse raccontata per la prima volta come a una cena tra amici.

Claudio Bisio ha dimostrato quindi ancora di essere un formidabile attore, Francesco Piccolo un bravissimo scrittore e insieme ai musicisti, regista, sceneggiatore e tecnici sono riusciti a dare vita una storia originale, di profondità inaspettata e raccontare la vita di Piccolo non proprio male.

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