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L’ameba mangia-cervelli: dall’America all’Italia? Un nemico molto pericoloso ed invisibile

Cosa sono le amebe mangia-cervelli?


Le amebe sono microrganismi unicellulari appartenenti al regno dei protisti, vivono in acque dolci a temperature variabili (circa dai 10° C ai 42° C) o nel suolo. Naegleria fowleri e Acanthamoeba sono specie particolari di amebe, definite come amebe a vita libera: vivono senza bisogno di un organismo ospite anche se possono diventare parassiti di alcuni vertebrati, specialmente mammiferi.
Entrambe sono pericolose per la salute dell’uomo; penetrando nel corpo umano attraverso naso, occhi o ferite aperte, possono giungere anche al cervello e causare infezioni gravi:
encefalite amebica granulomatosa
cheratite amebica

Nei casi più gravi possono portare anche a coma e convulsioni.
Queste malattie sono estremamente pericolose e nel 97% dei casi possono essere fatali; per questo motivo queste specie vengono soprannominate “amebe mangia-cervello”.
Inoltre un’infezione da parte di questo tipo di amebe può causare una malattia estremamente grave e letale: la meningoencefalite amebica primaria (PAM o PAME), in grado di colpire il sistema nervoso e condurre alla morte nell’arco di una settimana, se non curata.
Le condizioni patologiche conseguenti a queste infezioni possono variare dalla rinosinusite alla malattia cutanea, dall’encefalite amebica granulomatosa all’osteomielite. Riguardo alla via di trasmissione non si ha ancora la certezza che i lavaggi nasali siano il veicolo principale poichè le amebe possono altrettanto trovarsi in
Acqua geotermica (sorgenti termali)
Scarico di acqua calda da centrali elettriche o industriali
Fonti di acqua potabile geotermica (naturalmente calda) non trattata
Piscine, surf park o altri luoghi ricreativi che non sono adeguatamente puliti, mantenuti e disinfettati o non contengono abbastanza cloro
Acqua di rubinetto
Scaldabagno
Suolo
, compresi i sedimenti sul fondo di laghi, stagni e fiumi
E’ stato dichiarato che la maggior parte delle persone immunocompromesse, sia più a rischio: gli immunodepressi dovrebbero, per quanto possibile, prevenire questo pericolo e fare lavaggi nasali sicuri.
I primi sintomi della fase iniziale corrisponderebbero a quelli di una meningite acuta e il paziente dovrebbe presentare
febbre
vomito o nausea
fotofobia
torcicollo
mal di testa

Nel giro dei 5 giorni successivi, se non trattato con antibiotici, ci sarebbe una progressione dei sintomi fino a convulsioni, sonnolenza o coma, e in casi peggiori, edemi e necrosi del cervello dovuti alla morte del tessuto cerebrale.


CASI IN AMERICA
L’agenzia federale degli Stati Uniti, Centers for Disease Control and Prevention (CDC), ha recentemente prestato particolare attenzione a questi casi ed ha raccomandato la massima attenzione riguardo le possibilità di trasmissione delle infezioni. Grazie ad un’attività di monitoraggio condotta tra il 1994 e il 2022 sono stati in totale 10 i casi segnalati, 9 solo nell’ultimo decennio. Il riscontro ottenuto dagli esperti sui pazienti è stato che tutti e dieci avessero riferito di aver effettuato lavaggi nasali precedentemente all’infezione e che quattro avessero utilizzato acqua del rubinetto.

INCIDENZA TRA INFEZIONI E IMMUNODEPRESSI
Tra questi 10 pazienti, di età comprese tra i 32 e gli 80 anni, sette sono riusciti a sopravvivere, e questo ha determinato un dato inaspettato considerando il tasso di mortalità di queste tipologie di infezioni.
I pazienti (7 uomini e 3 donne) erano tutti immunocompromessi, 5 soffrivano di cancro e 2 di AIDS. Secondo l’autorità sanitaria è bene che questi soggetti stiano attenti e cauti nell’utilizzo dell’acqua del rubinetto per i lavaggi nasali, a meno che l’acqua non sia stata precedentemente bollita, quindi bisogna educare la popolazione a prevenire infezioni invasive di Naegleria fowleri e Acanthamoeba.


Bassetti: “Bisogna evitare di utilizzare acqua del rubinetto per i lavaggi nasali”.
A trattare l’argomento è stato anche Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive al policlinico San Martino di Genova, che ha commentato il report americano dichiarando la gravità dell’infezione di ameba e sottolineando il possibile legame tra l’acqua del rubinetto e questi protisti che vivono in acque dolci. Possono colpire facilmente il cervello in poco tempo ed è importante sensibilizzare l’argomento per chi soffre di malattie immunodepressive.

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