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Gli articoli del centenario: evento per Chiara Valerio organizzato dal Liceo Da Vinci. La scrittrice si racconta rispondendo ai giovani.

Il 7 febbraio la scrittrice e matematica Chiara Valerio è stata ospite del Liceo scientifico Leonardo da Vinci in occasione del centenario della scuola. presso il centralissimo Teatro della Compagnia, messo gentilmente a disposizione dalla Regione Toscana, Infatti, proprio per questa ricorrenza sono stati organizzati diversi eventi di carattere scientifico ma anche visite nella scuola per i futuri studenti. L’intervista si è tenuta nel Teatro della Compagnia di Firenze e prima dell’inizio di essa la preside del liceo, Annalisa Savino, ha tenuto un discorso di introduzione in cui, anche citando frasi prese dai libri della scrittrice, ha esposto i numerosi cambiamenti che ci sono stati in questi 100 anni di storia come per esempio la parità di opportunità scolastiche tra i sessi e le maggiori risorse per le diverse classi sociali.

Chiara Valerio è nata il 3 marzo del 1978 a Scauri, nel sud Italia e sin dalle superiori si è appassionata alla matematica, fatto che l’ha portata a conseguire la laurea e il dottorato in matematica sul calcolo delle probabilità all’Università degli Studi di Napoli Federico II. Dopo di che ha lavorato per un breve periodo come insegnante (ad oggi dice che smettere è stata una delle scelte peggiori della sua vita) per poi diventare conduttrice radiofonica, scrittrice, direttrice artistica e molto altro. La scrittrice è stata presentata dalla preside del da Vinci Annalisa Savino e introdotta dal prof. Giuseppe Rizzo, docente del liceo.

Le domande erano state formulate dagli studenti del liceo e la scrittrice si è rivelata molto disponibile e soprattutto sicura di se e delle sue risposte, molto nette, decise e forbite. Infatti Chiara Valerio avendo una cultura accademica molto ampia e ricca in diverse discipline ha scritto vari saggi come “La tecnologia è religione” o “La matematica è politica” sui quali si sono concentrate la maggior parte delle domande. Infatti la scrittrice fa paragoni e accostamenti fuori dall’ordinario come mettere a confronto la tecnologia alla religione, come dice il titolo del suo ultimo libro. Infatti secondo Chiara Valerio, proprio come la religione era una branca di pochissimi nel passato, i quali la usavano per governare le masse e creavano cerchie di “sapienti” in cui custodivano questa cultura, stessa cosa accade oggi con il mondo elettronico. Proprio perché solo le case produttrici conoscono i segreti dei loro apparecchi e cercano di propinare agli acquirenti prodotti senza che loro sappiano minimamente come funzionino. Questo porterebbe a un’ élite di informatici che monopolizzerebbe il sapere.

Proprio su temi del genere sono state poste domande come : ” I cambiamenti nella società ci sono sempre stati; l’ingresso del digitale nella vita delle persone è un cambiamento come un altro, che con il tempo impareremo a gestire oppure c’è qualcosa di inedito, che non si era mai visto? “

Alla quale lei ha riposto dicendo “Questa rivoluzione digitale può essere paragonata alla ruota e al fuoco accettando che sia il fuoco sia la ruota hanno portato a una mortalità diversa negli esseri umani, quindi in effetti sono rivoluzioni che non sono neutre dal punto di vista del singolo ma sono un avanzamento dal punto di vista della specie. Quindi è probabilmente vero che la rivoluzione tecnologica è una rivoluzione che sottoporrà l’umanità a uno stress dovuto al fatto che molti periranno, cioè si disabitueranno a risolvere problemi, diventando un’altra cosa rispetto a ciò che noi pensiamo dell’essere umano […]”. Inoltre Chiara Valerio si è soffermata molto sul fatto che dobbiamo evitare un’esclusione di una certa parte di popolazione (i poveri) dalla tecnologia, perché questo porterebbe alla creazione della classe sociale tecnologica detta precedentemente in uno scenario simile, secondo la scrittrice, al “ciclo della fondazione” di Isaac Asimov (anni ‘50), nel quale pochi scienziati aventi una conoscenza approfondita sul nucleare e che lo sanno sfruttare e vengono chiamati sacerdoti dalla popolazione.

Successivamente le sono state fatte altre domande di vario genere, anche più personali, ad esempio “Come mai si è appassionata alla matematica?” oppure domande sugli studi e simili, alle quali la scrittrice ha risposto invogliando gli studenti allo studio, alla curiosità e alla voglia di sapere, ciò che le ha fatto continuare il suo percorso di apprendimento scolastico oltre il limite consono e che la fa studiare ogni giorno, cercando di portare la cultura e le sue idee attraverso le sue opere letterarie e i suoi interventi in giro per l’Italia, nei quali porta con se anche la passione più grande, la matematica .

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