La Corea del Nord, più facilmente conosciuta come la Repubblica Popolare Democratica di Corea, è un paese che fa parlare il mondo intero per il suo regime politico chiuso e le severe restrizioni imposte ai suoi abitanti.
La Corea del Nord è una dittatura comunista ma ereditaria, in quanto il potere è passato attraverso la stessa famiglia da quando il paese è stato fondato, nel 1948.
Attualmente, il leader supremo è Kim Jang-un che ha un’enorme autorità e controllo estremo sulla politica, sull’economia, sui media e soprattutto sulla vita quotidiana dei nordcoreani.
In Corea del Nord il ruolo di leader è considerato sacro e il culto della personalità è un punto fondamentale del regime, il leader, infatti, viene venerato e le sue decisioni sono incontestabili.
La Corea del Nord ha un sistema di censura molto sviluppato e limita l’accesso alle informazioni esterne.
I media sono controllati severamente dallo stato, mentre la propaganda governativa è diffusa su ogni canale disponibile.
L’accesso a internet è molto limitato e monitorato dal governo, sembra che solo una piccola cerchia di potenti cittadini abbia l’accesso alla rete come noi occidentale la conosciamo e intendiamo.
Il resto dei cittadini utilizza la rete intranet Kwangmyeong, meglio conosciuta come Rete K, basate sulle stesse tecnologie del World Wide Web ma non connessa con l’esterno, cioè non è collegata con il resto del pianeta!
Il regime nordcoreano impone anche restrizioni severe sull’abbigliamento, sull’aspetto fisico personale fino a vietare molte attività quotidiane dei cittadini.
Il paese è anche noto per i suoi campi di prigionia politica, chiamati Kwanliso, sono luoghi dove coloro che sono considerati una minaccia per il regime vengono inviati, spesso senza neanche un giusto processo.
Le condizioni all’interno di questi campi sono molto dure, con rapporti di malnutrizione, lavoro forzato, torture ed esecuzioni.
Anche la situazione dei rifugiati nordcoreani desta molte preoccupazioni, chi, infatti, cerca di fuggire dal paese rischia di essere catturato e di dover affrontare gravi conseguenze, come la detenzione o maltrattamenti.
È una notizia di pochi giorni fa che due adolescenti di sedici anni hanno avuto una condanna di dodici anni di lavori forzati solo per aver guardato una K-drama, ovvero le serie TV della Corea del Sud che stanno conquistando il mondo dell’intrattenimento.
Le k-drama hanno la caratteristica di non avere contenuti troppo impegnativi ma di essere molto avvincenti, scelte proprio per un pubblico giovane, esse spaziano tra storie romantiche, adolescenziali, drammatiche o fantasy.
Esiste un video che documenta l’arresto dei due ragazzi, questo filmato, girato nel 2022, mostra i due sedicenni ammanettati e processati davanti a centinaia di studenti in uno stadio all’aperto e alcuni agenti in uniforme che li rimproverano per il grave errore commesso.
Il video è stato diffuso dalla tv di stato nordcoreana ed è stato usato come “educazione ideologica”, per avvertire tutti i cittadini a non guardare registrazioni “decadenti” e, mentre la clip avanza, una voce di sottofondo afferma: “La cultura marcia del regime fantoccio si è diffusa tra gli adolescenti” e, riferendosi ai due ragazzi continua dicendo “Si sono rovinati il futuro”.
Nel 2020 Pyongyang ha emanato una legge per rendere punibile con la morte la visione o la distribuzione di spettacoli di intrattenimento sudcoreani.
Secondo Choi Kyong-hui, presidente dell’istituto di ricerca SAND e disertore della Corea del Nord, i giovani rappresentano un problema sempre più grande per il regime.
Il video, che oggi viene diffuso dalla BBC, oltre ad essere molto raro, è diventato anche un pretesto per affrontare nuovamente il problema, a livello internazionale, della situazione dei diritti umani in Corea del Nord, organizzazioni internazionali come Amnesty International e Humans Rights Watch hanno documentato molti abusi e descrivono la situazione molto complessa, sarebbe opportuno un approfondimento dettagliato dagli esperti e dagli osservatori internazionali.