Nonostante siano passati anni, o meglio secoli, ritroviamo sempre nelle commedie di Carlo Goldoni la simpatia e la comicità che lo hanno contraddistinto nella storia e che tutt’oggi, dopo più di duecento anni, lo rendono attuale agli occhi del pubblico contemporaneo, nonostante, nella maggior parte dei casi, rappresentano dei problemi che, fortunatamente, al giorno d’oggi, non è più necessario porsi. Questo è proprio il caso di “Un Curioso Accidente”, l’opera che Goldoni scrisse nel 1760 e che lo stesso anno andò in scena per la prima volta a Venezia, e rappresentata dal 16 al 21 gennaio 2024 al Teatro della Pergola di Firenze. Nell’opera si tratta delle vicende che riguardano la casa di Monsieur Filiberto, un ricco mercante olandese che ospita presso di se Monsieur de la Cotterie, un giovane militare francese ferito in guerra, il quale si innamora della figlia del suo oste, Giannina, che ricambia. I due, nonostante il profondo amore che li lega, non possono sposarsi, per colpa della loro grande differenza sociale. Quando Filiberto inizierà a comprendere i veri motivi per cui De la Cotterie si trattiene così a lungo in casa sua, Giannina, avendo paura che il padre non approvasse il matrimonio, cerca di rimediare, dicendo che il milite francese è in realtà innamorato di Madamigella Costanza (figlia del ricco finanziere Monsieur Riccardo). Il mercante allora, credendo di fare un atto generosissimo verso il giovane, cerca in ogni modo di far coronare questo falso amore, dando così inizio a una lunga serie di buffi malintesi.
Nello spettacolo andato in scena in questi giorni, si ritrova lo spirito scherzoso e comico non solo nella partitura scritta dallo stesso Goldoni, ma anche nei movimenti pensati da Gabriele Lavia e dall’aiuto regista Enrico Torzillo , che trasformano l’opera, già divertente per carattere proprio, in un’opera esilarante; cosa dovuta anche all’idea di una recitazione che non si limita solamente all’ambiente racchiuso della scena, ma prosegue e si espande per tutto il teatro, coinvolgendo in questo modo il pubblico nella migliore maniera possibile e, per amplificare questa sensazione al massimo, vi è inoltre la possibilità di seguire lo spettacolo direttamente da sopra il palco scenico, avendo così la possibilità d’immergersi completamente all’interno dell’opera e vivendo insieme ai personaggi tutte le stravaganti vicende. Di questa rappresentazione Gabriele Lavia , oltre a esserne regista, è anche interprete nel ruolo di
Monsieur Filiberto, al quale dona un carattere diverte con una recitazione del tutto impeccabile e che sin dal primo momento trasmette al pubblico il carattere scherzoso dell’opera. Buona nel complesso anche la prestazione di Federica Di Martino come Giannina, la quale all’inizio dell’opera sembra avere una recitazione un po’ macchinosa e con poco sentimento, ma che va migliorando con l’avanzamento dell’opera, fino al finale in cui l’artista è riuscita a recitare al meglio. Brillante, invece, Simone Toni, che nell’interpretazione del suo personaggio, Monsieur de la Cotterie, è riuscito a trasmettere al meglio il sentimento di disperata comicità che caratterizza il personaggio, attraverso i movimenti e il tono vocale, che fanno sembrare il povero soldato in un perenne stato di divertente malinconia. Giorgia Salari, dal canto suo, risulta essere perfetta per la parte di Marianna, la cameriera di Giannina e innamorata anch’essa di Guascogna, servo di Monsieur de la Cotterie, infatti anche lei risulta molto divertente nell’interpretazione del suo personaggio, per il quale sembra essere perfetta. Buna anche la prestazione di Andrea Nicolini, che nel suo ruolo di Monsieur Riccardo, riesce a divertire con le sue battute, pur recitando in modo meno scherzoso rispetto agli altri attori, seguendo le caratteristiche del suo personaggio. Ottima prestazione quella di Lorenzo Terenzi, che interpretando il ruolo di Guascogna riesce a trasmettere con simpatia tutti i sentimenti che un’innamorato potrebbe provare in una situazione tanto particolare come quella qui descritta. Brava anche Beatrice Ceccherini, nel ruolo di Madamigella Costanza, che, come il suo ruolo desidera, trasmette il suo sentimento di ingenua sorpresa, riuscendo a far divertire il pubblico delle proprie disgrazie. In fine, nonostante le poche battute, simpaticissimo anche Lorenzo Volpe, nell’interpretazione dell‘Arlecchino, figura che con la sua buffonaggine ed evidente stoltezza, ha proprio come intento quello di far sbellicare dalle risate il pubblico.
Relativamente alla parte musicale, bravo Leonardo Nicolini nell’interpretazione delle melodie di Andrea Nicolini, le quali riescono ad amplificare tutti i sentimenti messi in scena, insieme ai suoni pensati da Riccardo Benassi. Bella anche la scena minimalista di Alessandro Camera, che si è dovuto adattare al poco spazio presente sulla scena a causa della presenza del pubblico; non altrettanto convincenti le luci pensate da Giuseppe Filipponio, le quali, mentre l’azione si svolge in scena, risultano trasmettere al meglio, con i propri colori caldi, quello che è l’ambiente familiare di una casa; mentre, quando l’azione si svolge al di fuori della scena, illumina la platea di una luce blu che, incoerentemente con il resto dell’opera, sembra trasportarci in una realtà diversa. Non molto persuasivi nemmeno gli abiti di Andrea Viotti, che nonostante presentassero un concept unico, in cui gli attori come tali risultano, nell’illustrazione dell’opera, essere vestiti tutti in maniera uguale (probabilmente per indicare che svolgono tutti la stessa professione); mentre in scena, indossano abiti con colori diversi, ad indicare i ranghi sociali dei propri personaggi, risultando mal collocati temporalmente e spazialmente rispetto all’ambiente circostante e a quello pensato da Goldoni.
In generale l’opera sembra aver avuto un gran successo, con una grande partecipazione da parte del pubblico e tanti applausi nel finale, che oltre a essere stati rivolti agli attori, sono andati anche al pubblico in scena, il quale si è ritrovato, involontariamente, a fare parte della recitazione e dell’improvvisazione dei personaggi e dunque dell’opera stessa.
Ultime recite: sabato 20 ore 21, domenica 21 ORE 16