Con settantaquattro romanzi, 154 racconti, venti opere teatrali e oltre due miliardi di copie vendute, Agatha Christie è una delle scrittrici più lette di sempre. Le sue storie hanno appassionato e intrattenuto milioni di lettori, tanto da valerle l’appellativo di “regina del giallo”. Agatha Christie, però, non è stata solo un’incredibile scrittrice: nella sua vita ha avuto l’occasione di vivere svariate esperienze, che non a caso sono state spesso di ispirazione per le sue opere più famose.
Agatha Mary Clarissa Miller nasce il 15 settembre 1890 a Torquay, terzogenita di Frederick Alvah Miller, agente di cambio statunitense, e Clara Boehmer, signora della buona società inglese. Vive un’infanzia “molto felice”, come affermato da lei stessa, trascorsa prevalentemente in famiglia; riceve infatti un’educazione domestica impartitale dalla madre e dalla nonna, e fin da subito rivela una predisposizione alla lettura e agli studi, anche se ciò in cui eccelle particolarmente è la musica.
Questa serenità viene scossa nel novembre 1901, quando il padre muore improvvisamente, segnando, proprio a detta dell’autrice, la fine della sua infanzia. Nel mentre, anche la salute della madre va peggiorando, tanto che nel 1910 madre e figlia si recano al Cairo, nella speranza che il caldo clima egiziano possa giovare alla sua cagionevole salute.
È solo dopo il suo ritorno in Inghilterra che Agatha comincia a cimentarsi nei primi tentativi letterari, scrivendo il romanzo rosa intitolato Snow Upon the Desert, che però non viene subito pubblicato a causa della volontà degli editori.
Nel 1912, a un ballo, conosce Archibald Christie, ufficiale della Royal Flying Corps; i due si innamorano e si sposano la Vigilia di Natale del 1914, poco dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Proprio per questo, subito dopo il matrimonio Archibald deve recarsi in Francia; contemporaneamente Agatha presta servizio come infermiera volontaria in un ospedale di Torquay . Durante questo periodo ha l’occasione di acquisire un’ampia conoscenza sui veleni, che utilizzerà durante la stesura dei romanzi gialli che inizierà a scrivere poco dopo.
È grazie a questi che la sua fama inizia a diffondersi: lo stile di scrittura semplice ma preciso e le storie avvincenti, che coinvolgono il lettore nella ricerca del colpevole, conquistano subito moltissime persone.
Pochi anni dopo, però, sarà la stessa Agatha Christie a essere coinvolta in un avvenimento misterioso, che sembra proprio uscito da uno dei suoi romanzi.
Il 3 dicembre 1926 Archibald chiese il divorzio a sua moglie; l’uomo si era infatti innamorato dell’ex segretaria di un suo amico. Agatha Christie, dopo aver lasciato un biglietto in cui afferma di voler “andare a fare un giro”, sparì e la sua macchina fu ritrovata abbandonata il 4 dicembre a circa cento chilometri da casa sua. Lo scandalo si diffuse in tutto il Regno Unito, tanto che il romanziere Arthur Conan Doyle, in apprensione, chiese aiuto a un medium. La scrittrice fu ritrovata undici giorni dopo in un hotel dove si era registrata a nome dell’amante del marito, Nancy Neele, e non seppe mai spiegare perché si trovava lì.
Nonostante ciò, questo strano avvenimento non influenzò particolarmente la sua carriera artistica, che doveva ancora vedere la sua massima fioritura, tantomeno la sua vita privata. Nel 1930, infatti, durante il viaggio che ispirò il suo più celebre romanzo, “Assassinio sull’Orient Express”, Agatha conobbe il giovane archeologo Max Mallowan, con cui si sposò, creando un’unione felice che durò fino alla sua morte.
Da quel momento Agatha Christie seguì il marito in molte delle sue spedizioni in Medio Oriente, vivendo esperienze che le forniranno molti spunti per i successivi romanzi, che continuerà a scrivere fino alla sua morte, avvenuta il 12 gennaio 1976 per cause naturali.
Divenuta ormai la scrittrice di gialli per eccellenza, i suoi libri sono più di semplici racconti del mistero; le storie di Agatha Christie sono entrate a far parte dell’immaginario collettivo, così come due dei suoi personaggi più celebri: l’astuta vecchietta Miss Marple e il brillante detective Hercule Poirot, ispirato dai profughi belgi che incontrò nel suo periodo da infermiera volontaria.
Il suo stile semplice, formato da frasi brevi e dialoghi chiari, permette che la storia sia perfettamente comprensibile, ma il suo genio letterario crea trame mai banali e sempre diverse tra loro. Il lettore viene accompagnato e coinvolto pagina dopo pagina nella ricerca del colpevole, e fa le sue supposizioni proprio come Poirot.
Ciò è possibile grazie all’uso di uno schema ricorrente nell’organizzazione della storia: diversi individui si ritrovano in un luogo isolato in cui è stato commesso un crimine; ogni personaggio è ben caratterizzato psicologicamente e tendenzialmente statico, il suo comportamento non cambia. Questa “bidimensionalità” delle personalità è stata spesso criticata, ma in realtà è assolutamente necessaria: in questo modo le relazioni tra i personaggi rimangono stabili, permettendo al lettore di fare le proprie ipotesi, che poi verranno confutate o confermate dagli indizi che usciranno nel corso della storia.
Questo non significa che ogni romanzo assomigli all’altro; anzi una delle grandi capacità di Agatha Christie è quella di riuscire a cimentarsi in diverse tipologie di romanzo giallo, arrivando talvolta a sfiorare il genere thriller, come nel caso del romanzo “La serie infernale”.