ATTENZIONE CONTIENE SPOILER

Il film La Chimera, presentato in anteprima al 76° Festival di Cannes a maggio,è uscito nelle sale cinematografiche solo a fine novembre 2023. Dopo Le Meraviglie del 2014 e Lazzaro felice nel 2018, la regista Alice Rohrwacher con La Chimera chiude una trilogia di film dedicati a investigare il passato. La pellicola è, infatti, ambientata negli anni ’80, nelle zone abitate dagli Etruschi, ovvero alto Lazio e Toscana meridionale, corrispondenti all’antica Tuscia, e narra le vicende di un gruppo di tombaroli. Protagonista è un giovane archeologo di nazionalità inglese o forse irlandese, di nome Arthur, che nel film viene indicato semplicemente come ‘lo straniero’. Ha un dono speciale: riesce a individuare con due bastoncini i vuoti nel terreno e a dare così precise indicazioni sulla presenza di tombe nel sottosuolo. Dopo aver passato un periodo in carcere, per essere stato abbandonato dalla sua banda, torna a ricercare i suoi compagni. Riprende così a vivere rubando oggetti antichi dalle tombe, scappando dalla giustizia, e rivendendoli sul mercato dell’arte. Molte sono le figure senza scrupoli che ruotano intorno a questo commercio illegale, per esempio Alba Rohrwacher, sorella della regista, interpreta una cinica donna d’affari, invischiata nel traffico di oggetti d’arte antica. Gli stessi attori che interpretano i tombaroli, avidi e mossi solo dall’interesse per guadagni facili, si comportano in modo rozzo, e nella festa paesana vestiti da donne appaiono come figure grottesche, caricature di se stessi. La telecamera è spesso concentrata sui volti degli attori, tesa a catturarne le emozioni che si percepiscono dai cambiamenti nelle espressioni del viso, ma non mancano anche le panoramiche su luoghi legati al mondo etrusco come Tarquinia o il lago di Bolsena. La bellezza e l’incanto di siti archeologici finisce però per svanire nelle tristi baracche dove si aggira la banda, sono posti desolati che riflettono la sgarrupata esistenza di questi malviventi.

Quella di Rohrwacher se da una parte è una riflessione sul mondo antico e gli usi funerari degli Etruschi, che nel momento del trapasso volevano portare con sé gli oggetti a loro più cari e preziosi, dall’altra rappresenta anche una denuncia del saccheggio di reperti, che coinvolge anche i musei, e dell’incuria in cui sono lasciati i beni archeologici, senza una piena valorizzazione dei territori in cui si trovano. Il film esprime dunque una dialettica tra mondo dei vivi e mondo dei morti, tra presente e passato, tra facile guadagno e mancato rispetto per beni legati a vite passate. Il titolo stesso del film non è casuale. Chimera è uno degli oggetti misteriosi in bronzo, pervenutoci dal lontano mondo dell’artigianato etrusco. Chimera è anche qualcosa di impalpabile, un desiderio irrealizzato che anima però le nostre esistenze. Ogni persona rincorre la sua Chimera. Arthur si rifugia spesso nella casa di Flora, la madre di Beniamina, la ragazza che morendo ha spezzato il cuore del ragazzo. E’ un essere tormentato e la sua stessa fisicità, magra e ossuta, rimanda a questo dramma che lo consuma. Per Arthur questo amore perduto rappresenta la sua Chimera, filo conduttore di tutto il film. Tornare in Italia per lo ‘straniero’ Arthur significa ricercare il suo amore perduto, a cui si ricongiungerà solo alla fine del film, quando la terra sopra l’ennesima tomba da lui violata gli crollerà addosso, inghiottendolo. Solo morendo, riuscirà finalmente ad abbracciare la sua amata Beniamina; avrà così senso il suo dono speciale, che lo ha portato fino a quel momento alla ricerca continua di vuoti nel terreno. Alla fine la terra che piomba su di lui, facendo crollare la volta della tomba, annulla in un attimo lo spazio vuoto che lo sovrasta e cancella per sempre il vuoto interiore che la perdita della donna amata ha lasciato nel suo cuore.

La Chimera vinto un premio ai European Film Awards, è stato premiato a National Board. In Italia al Box Office ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 837 mila euro e 1,4 euro nel primo weekend.

Una curiosità: a dicembre si è tenuto alla Sapienza (Università di Roma), dove peraltro è stata allestita una mostra con reperti etruschi recuperati da scavi clandestini, un incontro tra gli studenti di archeologia e la regista Rohrwacher, a sottolineare l’importanza del film in ambito archeologico.

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