L’Università Carlo, situata in piazza Jan Palach nella Città Vecchia di Praga, è stata teatro di un’atrocità sconvolgente, con un attacco a colpi di arma da fuoco perpetrato da David Kozak, uno studente ceco di 24 anni, che le forze dell’ordine lo hanno identificato come responsabile.
Il capo della polizia ceca ha dichiarato che il bilancio della sparatoria è di 15 morti e 24 feriti, di cui 10 in condizioni gravi. Il giovane aggressore, il cui corpo è stato rinvenuto all’interno dell’ateneo, sembra aver compiuto un gesto estremo, forse suicidandosi sul ballatoio dell’edificio, anche se non si esclude che sia stato ucciso dagli agenti intervenuti.
Un aspetto particolarmente inquietante emerge dalle informazioni fornite da un canale Telegram, creato pochi giorni prima della tragedia. Kozak avrebbe manifestato il suo disagio nei confronti della vita, esprimendo odio verso gli altri e dichiarando la sua intenzione di compiere una sparatoria di massa. Il messaggio pubblicato poco prima della sparatoria riporta testualmente: “Il mio nome è David. Voglio sparare a una scuola e magari uccidermi”. Le autorità stanno attualmente verificando l’autenticità di questo post.
Il giovane aggressore ha indicato che la sua sparatoria di massa era ispirata da due tragici episodi in Russia: la strage in una scuola a Kazan nel maggio del 2021 e l’incidente di Bryansk a dicembre, in cui una giovane russa ha sparato ai compagni di classe. Kozak avrebbe affermato di voler “risolvere la cosa” poiché secondo lui, gli attacchi precedenti non avevano causato abbastanza vittime. Prima di compiere l’atto nell’università, il giovane avrebbe ucciso anche il proprio padre, trovato morto a una trentina di chilometri da Praga.
La polizia ceca sta investigando sulla possibile responsabilità di Kozak in altri due decessi avvenuti la settimana precedente nella foresta di Klanovicky, vicino a Praga. Il sindaco della città, Bohuslav Svoboda, si è dichiarato “totalmente scioccato” per quanto accaduto, mentre il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha confermato che l’Italia segue attentamente gli eventi in coordinamento con le autorità locali.
Il governo ceco ha dichiarato il 23 dicembre come giornata di lutto nazionale, mentre il presidente Petr Pavel ha espresso il suo sconcerto attraverso un messaggio pubblico. Il ministro dell’Interno, Vit Rakusan, ha affermato che non ci sono indicazioni di un collegamento con il terrorismo internazionale, pur riconoscendo che nell’università è stato rinvenuto un grande quantitativo di armi.
La situazione ha generato reazioni a livello internazionale, con il governo italiano rappresentato dal ministro degli Esteri e la premier Giorgia Meloni che esprime il cordoglio per le vittime e la solidarietà al popolo ceco. Palazzo Chigi ha ribadito la ferma condanna di ogni forma di violenza e terrorismo, sottolineando l’importanza di rafforzare le misure di sicurezza per garantire la massima protezione dei cittadini europei.
La polizia ceca ha fornito ulteriori dettagli sulla cronologia degli eventi, indicando che Kozak si trovava sul tetto della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università prima di aprire il fuoco. Diverse testimonianze riportano un’esplosione proveniente dalla scena.
L’orrore si è diffuso rapidamente tra gli studenti, molti dei quali si sono barricati in biblioteca o sono stati costretti a rifugiarsi su cornicioni esterni durante l’attacco.
La comunità universitaria è stata profondamente colpita, con gli studenti che hanno vissuto momenti di panico e terrore. La direzione della Facoltà di filosofia ha fornito istruzioni via email su come muoversi e dove trovare rifugio. L’immagine di un gruppo di studenti rannicchiato su un cornicione, immortalata durante quei momenti di panico, diventerà simbolo di una tragedia annunciata, ma purtroppo, inevitabile.
Il governo ceco è chiamato a una riunione d’emergenza, mentre l’Europa è sollecitata a rafforzare le misure di sicurezza per garantire la protezione delle sue comunità accademiche. In questo momento di dolore e sconcerto, la comunità internazionale si unisce nel condannare fermamente ogni forma di violenza e terrorismo, esprimendo solidarietà alle vittime e alle loro famiglie.