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La coscienza di Zeno a teatro: la psicanalisi dell’uomo malato di vivere

Il romanzo di Italo Svevo, “La coscienza di Zeno” ha celebrato i cent’anni dalla pubblicazione al Teatro della Pergola di Firenze con spettacoli dal 14 al 19 Novembre, che hanno riportato in vita il capolavoro novecentesco sulla storia del personaggio di Zeno Cosini.

Alessandro Haber e Alberto Onofrietti sono i volti del grande personaggio di finzione Zeno, la cui storia è portata in scena grazie alla regia di Paolo Valerio; Alberto Onofrietti interpreta Zeno da giovane e rappresenta gli avvenimenti narrati da Haber, il quale si occupa invece di raccontare allo spettatore la coscienza sfaccettata del protagonista prendendo le sembianze di uno Zeno futuro che ha vissuto in prima persona la storia. Il personaggio di Zeno maturo, racconta al suo psicanalista il Dottor S le vicende della sua vita e cerca di capire l’origine del suo malessere; in questa rappresentazione al pubblico è affidato il ruolo di muto psicanalista che si rende spettatore della storia di Zeno e che ne analizza la coscienza.

Completano il cast: Francesco Migliaccio che interpreta Giovanni Malfenti, Valentina Violo che interpreta Alberta/Carla, Ester Galazzi che interpreta Maria/signora Malfenti, Riccardo Maranzana che interpreta Coprosich/signor Copler, Emanuele Fortunati che interpreta Guido, Meredith Airò Farulla che interpreta Augusta, Caterina Benevoli che interpreta Carmen, Chiara Pellegrin che interpreta Ada e Giovanni Schiavo, il suggeritore.

L’adattamento della storia è di Monica Codena e Paolo Valerio che sono riusciti a trasformare un romanzo vecchio di un secolo in una storia attuale, nella quale l’osservatore moderno può immedesimarsi. Le scene e costumi sono di Marta Crisolini Malatesta che utilizza tonalità desature (ovvero in bianco e nero) e uno stile novecentesco sia per gli abiti dei personaggi che per gli arredi. Gli oggetti di scena si limitano a delle sedie, che vengono utilizzate per rappresentare, letti, divani e altri arredi; Haber, il narratore, è invece seduto su una poltrona d’ufficio vecchio stile al lato del palcoscenico. L’ambiente è completato dai movimenti di scena organizzati da Monica Codena.

Anche Alessandro Papa, che si occupa dei video utilizzati come sfondi scenografici, utilizza colori neutri per far risaltare i personaggi; sullo sfondo del palco sono proiettati ambienti diversi per descrivere il luogo nel quale si sta svolgendo la scena, dei quali: muri coperti di quadri, carte da parato e in occasione anche tempeste di pioggia. Agli sfondi di Alessandro Papa contribuiscono le luci di Gigi Saccomandi che conferiscono un’ulteriore aura di mistero e di movimento, quando necessario, e che evidenziano il tono della scena. Il sottofondo musicale è di Oragravity ed è principalmente composto da brani in stile classico, insieme ai video di sfondo determina l’umore dei personaggi e della scena.

La profonda interpretazione e narrazione di Zeno da parte di Alessandro Haber riescono a comunicare l’ironia surreale del protagonista, evidenziandone la complessità e la fragilità, il senso d’inadeguatezza, l’analisi di coscienza e successiva assoluzione e i sensi di colpa, la nevrosi e l’incapacità di sentirsi “in sintonia” con la vita; Tutto questo è ciò che porta il protagonista sul lettino nello studio del Dottor S e alla scrittura del diario psicanalitico chiamato appunto “La coscienza di Zeno”.

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