Parlare di salute mentale tra i giovani è sempre molto complicato poiché i disturbi possono essere favoriti da innumerevoli cause, e presentare caratteristiche diverse fra loro, nonostante ciò, valutare l’argomento potrebbe portare alla scoperta delle ragioni che influiscono negativamente su questa generazione.
L’approccio con la scuola
Partendo dall’ambito scolastico gli studenti italiani risultano tra i più soggetti a stress e depressione già dalla scuola primaria, sono molti ,infatti, i giovani con età inferiore a 26 anni che hanno pensieri di suicidio o tentano quest’ultimo. Diversi studi condotti, tra cui uno nel 2015 riguardante la salute mentale dei ragazzi in Italia, specifica che il 56,4% di essi dichiara di presentare un’alta preoccupazione in fase di studio, confrontata con il 37% medio dei paesi europei e che il rimanente 43,6% ha piacere ad andare a scuola. Riferimenti di aumento di ansia derivano anche da un rapporto dell’Unicef del 2019: circa 965 mila adolescenti soffrono di problemi psichici. L’anno successivo l’arrivo della pandemia e il periodo di DAD hanno favorito il numero di suicidi, che nel nostro paese tra studenti universitari e liceali, cresce notevolmente. Essi dedicano gran parte del loro tempo allo studio, 2-3 ore al giorno in media compresa la domenica, il che significa che trascorrono gran parte della giornata sotto stress, e ciò che non aiuta, è anche l’ambiente instauratosi all’interno delle mura scolastiche, dato che non sempre la scuola è luogo di crescita ed apprendimento per gli alunni, è molta la competizione tra i ragazzi alimentata spesso dal comportamento dei professori, che favorisce, appunto, forte rivalità e insicurezza.
Questi accaduti sono causati talvolta, da tensioni con l’insegnante, alimentate da squilibrio di potere tra docente-alunno: il primo tende a non premiare la libertà di espressione e gli interessi personali, ma solo l’apprendimento passivo, presentando indifferenza in ciò che esporre e in ciò che potrebbe appassionare gli altri, ed il secondo evidenzia ansia e disinteresse. Sono molti i ragazzi che si sentono schiacciati dalle figure scolastiche, essi dichiarano che la soglia di obiettivi richiesti, tende a diventare sempre più faticosa, alcuni di loro infatti lasciano gli studi prima ancora della fine delle superiori, per la stessa ragione è in crescita il numero di decessi.
Tra questi ogni 16 ore una persona si toglie la vita, e si verfica un caso di suicidio al giorno, in circa più dell’80% di questi casi è coinvolta una ragazza o una bambina, portando così ad incalcolabili richieste di aiuto e gli accessi al pronto soccorso per tentato suicidio e autolesionismo fino al 2019 erano stati 464, mentre nel 2020 e 2021 sono diventati 752, aumentando di oltre il 60%. Se si considera solo l’atto citato, l’incremento dei casi rispetto al biennio precedente supera il 75%.
Casi più recenti
Negli ultimi giorni, una studentessa di 16 anni dell’Istituto Pellati in provincia di Asti, si è lanciata dalla finestra del secondo piano, ad accorgersi di lei nel vuoto è stato un bidello dell’istituto, situato in cortile, ad attirare la sua attenzione sono state le grida dei compagni, fortunatamente è riuscito, con il suo corpo, ad attutire la caduta. Specifica in un’intervista che non era la prima volta che era accaduto un fatto simile, già precedentemente si era verificata con una fine tragica, non voleva permettere che accadesse di nuovo.
Ancora nel genovese il 12 maggio 2023 un’alunna ha chiesto all’insegnante della prima ora se potesse recarsi in bagno, successivamente si sarebbe percepito un tonfo e la docente, vedendo la finestra aperta, si sarebbe accorta della ragazza distesa a terra ed avrebbe chiamato il 118. La giovane in codice giallo è stata trasferita all‘ospedale San Martino di Genova.
Sempre nel territorio ligure nel marzo scorso, una bambina di 13 anni di una scuola media, si sarebbe lasciata cadere dalla finestra dopo aver subito un rimprovero, anch’essa precipitata dal secondo piano sarebbe poi caduta su un cortile interno.
I DCA (disturbi del comportamento alimentare)
Analizzando altre tematiche, l’ansia e lo stress negli adolescenti possono essere correlati a fenomeni come disturbi alimentari, sono proprio loro i soggetti di queste malattie mentali.
Insorgono nel periodo della pubertà, provocati da cambiamenti di carattere sociale, psicologico e sessuale, tra questi la vulnerabilità mentale gioca un ruolo fondamentale siccome può portare a sviluppare un DCA. Esempi sono l’anoressia, che si ha nel momento in cui si smette di mangiare, la bulimia, che consiste nel mangiare e poi perdere calorie attraverso il vomito autoindotto o l’attività fisica intensa, l’obesità, che si verifica quando si mangia eccessivamente, ed il binge-eating che consiste nell’ abbuffarsi in maniera incontrollata per ridurre i sensi di colpa: a differenza della bulimia non è seguito da comportamenti di perdita calorica. Numerosi studi decretano che questo comportamento è portato da bassa autostima e da un problema mentale che tratta la visione distorta del corpo, i ragazzi infatti cercano di introdurre nel proprio corpo il minor quantitativo possibile di calorie, a lungo andare aumentano di più queste abitudini non sentendosi soddisfatti del proprio risultato, diventa sempre più pericoloso per la salute e comporta ricoveri in centri di assistenza specializzati. Chi ne soffre tende ad essere molto debole, stanco, freddoloso e nelle donne favorisce il fenomeno dell’amenorrea, ovvero l’assenza di mestruazioni le quali sono fondamentali per la fertilità. Le morti dovute dai disturbi alimentari sono al secondo posto dopo quelle per incidenti stradali, e nel territorio Italiano sono circa 4,000 le giovani che hanno perso la vita per questo disturbo, in totale 8,000 in un anno e in media 9 al giorno.
Le violenze al giorno d’oggi
Altri casi di stress anche tra gli over 26 sono dichiarati da episodi di violenza sia domestica tra la famiglia o il proprio partner, che non: ogni giorno si sente parlare sempre di più di episodi di violenza, subita soprattutto da donne ma non solo. Questo deriva da altrettanti situazioni come relazioni tossiche, rapporti indesiderati, molestie fisiche tra le mura di casa e tanto altro. Sempre per questi motivi gli adolescenti si sentono soli e incompresi, chiudendosi in se stessi per la paura e il giudizio, si isolano.
Parliamo di bullismo
Un altro insieme che causa depressione sono il bullismo e il cyberbullismo, anch’essi sviluppati tra i giovani, verificati in ambito scolastico sono circa il 57% segnalati da studenti e il 43% denunciati da genitori ed insegnanti.
I casi più conosciuti sono:
- la 14enne di Rho: una studentessa di Rho l’1 giugno 2016 ha cercato di togliersi la vita dopo essere entrata in depressione in seguito a soprusi ricevuti da parte delle sue compagne di classe; è stata salvata grazie ad un’amica che dopo averla contattata in chat ha avvisato i carabinieri.
- il 12enne di Ciriè: 2 febbraio 2016 un dodicenne in provincia di Torino è stato scaraventato a terra e preso a calci da due compagni che gli hanno poi lesionato una costola. I genitori raccontano “Tutto è iniziato a settembre, poi la situazione è peggiorata, sono giunti alle botte, i piedi pestati dalle gambe delle sedie, l’isolamento, le prese in giro, un paio di volte lo hanno costretto a mettere la testa dentro agli orinatoi e lo trascinavano sul pavimento in bagno”. Il piccolo era preso di mira per il suo fisico e il suo modo di camminare dovuto dai femori retroversi.
- Carolina Picchio: 14enne di Novara che a gennaio 2013 ha deciso di togliersi la vita gettandosi dalla finestra di camera sua dopo aver lasciato due lettere dedicate alle amiche ed al papà. Era stata vittima di bullismo e cyberbullismo, non riusciva più a sopportare la violenza di gruppo che circolava in rete dopo una festa: il famoso video, condiviso tra le diverse chat ha fatto il giro del web, la ritraeva ubriaca, ed i continui insulti ricevuti sul computer le hanno fatto perdere la pazienza. I 5 minorenni tra cui il suo presunto fidanzato, sono stati accusati di istigazione al suicidio, stalking e detenzione, creazione e diffusione di materiale pedopornografico, ma anche violenza sessuale e morte come conseguenza di altro reato.