Nei giorni scorsi arriva dall’Istituto universitario europeo di Fiesole (Eui) la richiesta di cambiare il nome alla festività del Natale in “festa d’inverno”, oppure, con un appellativo ancora più neutro, “festa di fine anno”. La richiesta dell’Istituto è data dalla sua adesione al “Piano dell’uguaglianza etnica e raziale”, che pone l’obbligo di assumere un linguaggio che sia più universale. L’ex festa di Natale potrebbe essere cambiata, in quanto, da una parte, le feste devono restare all’interno della cultura della Nazione, ma dovrebbero essere rese più moderne rinominandole con un linguaggio più inclusivo.
L’idea di cambiare nome alla festività del Natale ha sollevato numerose polemiche, in particolare dal centrodestra come Forza Italia e la Lega, invece, il centrosinistra non ha ancora preso posizione alla polemica. Si alza tuttavia la voce del sindaco di Firenze Dario Nardella, che trova questa proposta “alquanto bizzarra”, in accordo con Italia Viva. Dai deputati di Fratelli d’Italia viene scritto che “cambiare nome al Natale somiglia, davvero troppo, al titolo di un romanzo grottesco”. Fratelli d’Italia ricorda all’Eui che la sede dell’università si trova nella Badia fiesolana, dove in passato era situato l’oratorio dedicato a San Pietro e San Romolo, quindi di trovare un’altra sede dove eseguire le lezioni.
Dopo le molteplici polemiche è stato lo stesso Istituto a ripristinare la calma, dicendo che non ci sarà nessuna cancellazione della festività del Natale. L’ateneo dichiara che non ha mai avuto l’intenzione di eliminare questa festività dal suo calendario come dichiarato da alcune testate giornalistiche, ma voleva solamente introdurre una festa più inclusiva. L’Eui ha dichiarato che l’università sta accogliendo studenti e ricercatori da differenti parti del mondo, per questo avrebbe voluto introdurre una festa che potesse includere tutti senza dare un’annotazione religiosa, in quanto avrebbe escluso le altre religioni presenti tra i suoi studenti. Infine, l’Istituto tiene a chiarire che nessuna festività legata al patrimonio culturale europeo verrà eliminata dai suoi programmi e impegni annuali, ma vorrebbe poter inserire tra queste delle feste interne alle attività dell’ateneo che possano essere universali e non legate alle tradizioni dei vari paesi, così da essere più neutra possibile.
Il 28/10/2023 la professoressa Costanza Hermanin, membro della commissione interna dell’Istituto universitario europeo, ha lasciato alcune dichiarazioni in merito al caso festa di Natale. La prof.ssa conferma che verranno mantenute tutte le usanze tradizionali come i canti di Natale, l’albero e mercatini, ma adattandola alla realtà dei paesi extraeuropei almeno con un nome neutro e inclusivo. L’amministrazione cittadina approvato e condiviso la proposta di aprirsi verso le eccellenze accademiche di varia provenienza. Per quanto riguarda le origini cattoliche dell’Istituto, Hermanin ha ribadito che l’approfondimento riguardo il tema dell’inclusività rispecchia la volontà di porre al centro dell’attenzione la persona, cercando di non escludere nessuno e di rispettare tutte le tradizioni pur restando costanti con gli usi e i costumi del territorio d’origine. Visto il periodo storico in cui viviamo bisogna prediligere rispetto e tolleranza con l’intento di creare un’Europa più avanzata rispetto agli altri continenti, dove si vive nel rispetto dei diritti umani ed eliminando i conflitti dati dalle credenze religiose o usi tradizionali.