Sabato 23 settembre si è tenuto per l’intera giornata il primo festival fiorentino dedicato a Dante, Godi Fiorenza, in una delle pittoresche sale della Biblioteca delle Oblate, nel cuore della patria del Sommo Poeta. Il festival è stato nominato in onore del 26esimo canto dell’Inferno, motivo spiegato nel corso della mattinata da parte di Riccardo Starnotti e Simone Terreni, gli ideatori di questa iniziativa. Il giorno prima, venerdì 22 settembre era stata organizzata una visita guidata nel centro storico per conoscere meglio la Firenze ai tempi di Dante. Il giorno dopo, l’evento vero e proprio è iniziato alle 10 con i saluti di Marco Ruffini, consigliere del Comune di Firenze e Wikipedro. Il festival è continuato con la lettura e analisi del 26esimo canto e la proiezione de Mirabile Visione: Inferno del regista Marco Gagliardi.
Il festival è stato ripreso il pomeriggio alle 15:30 con una conferenza su Dante e le donne, tenuta dalla docente Martina Michelangeli, Quando Dante rese eterna Beatrice. La docente Michelangeli ha saputo sapientemente illustrare al pubblico il ruolo che la figura di Beatrice ha assunto nella poetica di Dante, conquistando tutta la sua attenzione. Partendo dall’importanza che Beatrice ha investito nella stesura della Vita Nova, opera giovanile, un’autobiografia innovativa composta sia da versi che da prosa, ha descritto come questa donna sia diventata per Dante sempre più importante, fino ad essere considerata da lui un miracolo incarnato. Dall’essere una bambina che ha incontrato Dante quando entrambi avevano solo nove anni a diventare per Dante la manifestazione di Dio in terra, la portatrice di beatitudine, la sua Beatrice beata, tanto fondamentale per lui che non ha potuto non scrivere fiumi di parole sulla sua bellezza. Bellezza che Dante ha reso eterna attraverso i suoi versi, trasportandola fino a noi
Dalle donne la discussione è passata ai viaggi di Dante con il presidente dell’A.P.S. Oliviero Resta che ci ha mostrato Il cammino di Dante, un itinerario di viaggio che ripercorre molti dei possibili luoghi che sono stati attraversato da Dante stesso durante il suo esilio e i suoi viaggi. Il percorso inizia a Ravenna, città in cui è sepolto il poeta, arriva fino a Firenze per poi ritornare al punto di partenza. Il percorso si suddivide in 20 tappe, ciascuna di circa 20 kilometri, per un totale di 370/380 kilometri nei luoghi che Dante stesso ha citato nella Divina Commedia o vissuti dal poeta durante l’esilio. Il Cammino di Dante non si presenta solo come un percorso motoria, ma anche come un viaggio culturale e filosofico nella dimensione che ha ispirato il Sommo Poeta nella stesura del suo capolavoro.
Dopo l’ampia panoramica sui luoghi che il pellegrinaggio dantesco propone, la parola è passata a Domenico del Nero, docente del nostro Liceo scientifico Leonardo da Vinci e direttore responsabile del Leomagazine, con la conferenza La vita di Dante a Firenze prima della battaglia di Campaldino. Il professor del Nero ha analizzato il clima politico che si viveva a Firenze a metà del 1200, ovvero durante la gioventù di Dante: sfondo del persistente conflitto tra guelfi e ghibellini che dopo alcuni anni si sarebbe trasformato in uno scontro tra guelfi bianchi e neri, in quegli anni Firenze era costantemente messa sotto torchia dalla guerra civile che il conflitto aveva portato. Probabilmente Dante assistette al rogo di Farinata degli Uberti, uno dei capi della fazione ghibellina, personaggio che ritroviamo nel X canto dell’Inferno. Nonostante avesse fatto parte della fazione guelfa per gran parte della sua vita, Dante dimostra tutto il suo rispetto verso Farinata, mostrandoci che i valori e i sentimenti più nobili vanno oltre l’odio di parte. Anche se avevano avuto idea politiche diverso ciò non ha impedito il fatto che entrambi condividessero uno stesso amore: l’affetto verso la loro patria, Firenze.
Con la fine della conferenza del professor Del nero, è stato proiettato L’inferno tra gli uomini, docufilm dell’autore Roberto Puccini, sulla battaglia di Campaldino. Il docufilm non è solo una cronaca degli eventi ma anzi ha analizzato anche le modalità attraverso le quali è stato combattuto questo scontro che ha lasciato un segno indelebile sulla memoria di Dante. Partendo da una panoramica geografica dei luoghi interessati dal conflitto, il filmato ha inoltre mostrato agli spettatori quali erano le armi usate all’epoca e come erano prodotte, guidando il pubblico ad un’approfondita conoscenza della guerra dei tempi del Sommo Poeta.
Terminata la proiezione è stato consegnato il premio Dante, da parte di Riccardo Starnotti, al fotografo Massimo Sestini per il suo impegno nel diffondere la conoscenza del poeta, con il suo reportage Dante 700 sulla presenza di Dante ai giorni nostri, realizzato in occasione dei 700 anni dalla sua morte ed esposto alla scuderie del Quirinale. Così si è conclusa questa giornata dedicata al padre della lingua italiana, realizzata per valorizzare la figura del Sommo Poeta soprattutto tra i giovani, e possiamo solo sperare che sia solo la prima di una lunga serie a seguirsi.