Mary Shelley, o prima di sposarsi Mary Wollstonecraft Godwin, nacque il 30 agosto del 1797 a Londra da Mary Wollstonecraft, filosofa e proto-femminista, e William Godwin, saggista anarchico e ateo. La madre morì dopo un mese dalla sua nascita e Mary venne cresciuta dal padre in un ambiente non poco stimolante dal punto di vista intellettuale. A casa del padre era solita la compagnia di figure importanti all’epoca come William Blake, Samuel Taylor Coleridge e il giovane Percy Bysshe Shelley del quale Mary si innamorò.
Si incontrarono per la prima volta nel 1814, al tempo Percy era già sposato con un’altra donna e per questo iniziò a frequentarsi con Mary in segreto, scapparono pure a Parigi per l’opposizione della società. Mary poco dopo perse la prima figlia, nata nel 1815, a solo un mese dalla nascita.
Percy e Mary si sposarono nel 1816 dopo che la prima moglie di lui si suicidò. Nello stesso anno si recarono in Svizzera dove Mary iniziò a scrivere la sua prima novella intitolata Frankenstein o il Moderno Prometeo, che concluse nel 1817 e solo un anno dopo venne pubblicata in modo anonimo.
La coppia si spostò poi in Italia, prima a Como poi a Lecce, Roma, Napoli e Firenze luogo in cui Mary diede alla luce il suo quarto figlio, Percy Florence, l’unico che sopravvive. A soli 25 anni Mary restò vedova in quanto nel 1822 Percy morì annegato durate un viaggio in nave nelle coste del La Spezia. La scrittrice si vide costretta a rientrare in patria per motivi economici e si dedicò a riorganizzare e pubblicare le opere del marito e iniziò lei stessa a pubblicare sue opere a tempo pieno. Scrisse due novelle storiche Valperga (1823), Le fortune di Perkin Warbeck (1830), ma pure altre opere come L’ultimo uomo, Falkner, Lodore e venne pubblicata postuma l’opera Mathilda.
Mary morì nel 1851 a 54 anni vittima di una paralisi progressiva probabilmente causata da un tumore al cervello.
Frankenstein o il Moderno Prometeo
La storia di Frankenstein ormai è a noi familiare anche per i vari adattamenti cinematografici come La moglie di Frankenstein (1935) di James Whale, La maledizione dei Frankestein (1958) di Terence Fisher e la rappresentazione fedele del libro Frankenstein di Mary Shelley di Kenneth Bramagh del 1994. Famose sono pure le parodie come Frankenstein Junior di Mel Brooks e più recentemente la serie di film Hotel Transilvania realizzata per un pubblico bambino. Innumerevoli sono i film tratti dal libro sia come cartone, serie, documentario.
Le fonti di ispirazione della scrittrice furono esperimenti di un amico di Godwin, attraverso il quale Mary conobbe l’opera di Condillac Treatise on Sensations. La maggiore fonte di ispirazione fu l’esperimento di Jacques Vaucanson volto alla creazione di un uomo artificiale ricreando la circolazione del sangue, la respirazione, la digestione, i movimenti dei muscoli e dei nervi.
Si tratta del tentativo dello scienziato Victor Frankenstein di creare un essere umano da materia ormai morta, lo scienziato, però, finisce per creare un mostro che ben presto diventa un pericolo per la società. Il mostro viene abbandonato dal suo creatore e da solo è costretto a imparare a mangiare, a camminare, ma soprattutto a parlare, ricercando il suo padrone.
Fin dal primo momento però gli esperimenti di Victor avevano come unico fine un “miglioramento” della società tramite un controllo delle materie prime a sua disposizione e più che altro anche buona fede nella scienza. Rimane infatti un tema attualissimo il dilemma etica e scienza, fin a che punto possiamo sfruttare la tecnologia a noi disponibile senza andare contro quello che consideriamo etica? Frankenstein mostra come l’applicazione della scienza teorica va successivamente contro a valori etici e sociali mettendo a rischio non poche vite, il libro infatti è tuttora moderno e ci offre momenti di riflessione sul tipo di applicazione della tecnologia, sempre in modo da migliorare la vita umana. Il romanzo di Shelley però non suggerisce mai un ritorno allo “stato naturale” in quanto la stessa scrittrice nota come i progressi in campo chimico, scientifico e medico nella sua contemporaneità siano una miglioria.