A poche settimane dalle alluvioni che hanno devastato l’Emilia Romagna, la penisola Italiana si trova ad affrontare ancora anomali e distruttivi fenomeni. Il nostro pittoresco paese, prima conosciuto soprattutto per i bellissimi paesaggi e per il suo patrimonio culturale adesso è rinomato all’estero soprattutto per l’aumento degli estremi eventi meteorologici che si stanno verificando soprattutto al Nord e al Sud.

Alluvioni e piogge estreme
Le tempeste non smettono di tormentare il Nord Italia, in particolare la Lombardia ha chiesto lo stato di emergenza dati i numerosi danni a coltivazioni e strutture. “Questi eventi estremi sono purtroppo sempre più diffusi e per chi vive di agricoltura pochi minuti di grandine significano pesanti disagi e nei casi più gravi la perdita di raccolti che rappresentano il lavoro di un’intera stagione” afferma l’assessore all’Agricoltura Alessandro Beduschi. I violenti temporali hanno scoperchiato diversi veicoli e delle persone sono state ferite da crolli di alberi, tra cui una sedicenne a Brianza che ha addirittura perso la vita.

Incendi e alte temperature
Nel Sud Italia la situazione è completamente opposta . Diverse regioni sono in stato di allerta, ma per il caldo estremo. Una ventina di città ancora da bollino rosso. In Sicilia, le temperature si aggirano intorno ai 45 ºC. La rete elettrica è sovraccarica a causa del consumo degli impianti di condizionamento e almeno due persone sono morte a causa del caldo. I ricoveri ospedalieri, inoltre, sono aumentati del 20%. Uno studio (World Weather Attribution) condotto da sette scienziati di università e agenzie meteorologiche provenienti dai Paesi bassi, dal Regno Unito e dagli Stati Uniti ha dimostrato che arrivare a tali temperature estreme sarebbe stato impossibile senza il riscaldamento globale dovuto all’uomo. Lo studio afferma anche che queste ondate di calore non sono un’anomalia, le ondate di calore dei prossimi anni saranno ancora più calde se le emissioni non verranno drasticamente ridotte, e ciò potrebbe portare a un maggiore turismo al Nord che al Sud. Il problema delle alte temperature non sta affliggendo solo il nostro paese però: anche i Germania, dove si sono raggiunti i 38.8 gradi è stato proposto di introdurre la siesta pomeridiana per tutelare la salute dei lavoratori.

Ad aggravare la situazione del Sud Italia sono anche gli incendi, dolosi e naturali. Secondo i dati dei vigili del fuoco solo in Sicilia sono scoppiati oltre 80 incendi. Addirittura l’aeroporto di Palermo è stato chiuso a causa del troppo fumo prodotto dagli incendi vicini. In Calabria è stata adottata un politica di tolleranza zero contro gli incendi: proprio il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha condiviso online un video, ripreso da uno dei trenta droni di sorveglianza, nel quale si vede un piromane in azione nella provincia di Catanzaro, che appicca il fuoco e quando nota il drone cerca di abbatterlo con delle pietre. Il video ha fatto il giro del web, facendo riconoscere qual è spesso la causa di un incendio, e la malevolenza di un individuo che sceglie di attentare alla vita di innocenti.

Data l’ovvia pericolosità di questi eventi, 100 scienziati (tra cui Antonello Pasini dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del CNR ed il premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi) si sono uniti per scrivere un appello, sotto forma di lettera, ai media e alla stampa invitando a parlare di questi avvenimenti con cognizione, avvertendo gli ascoltatori del reale rischio per il futuro: “Giornalisti, parlate delle cause della crisi climatica, e delle sue soluzioni. Omettere queste informazioni condanna le persone al senso di impotenza, proprio nel momento storico in cui è ancora possibile costruire un futuro migliore, è nostra responsabilità, come cittadini italiani e membri della comunità scientifica, avvertire chiaramente di ogni minaccia alla salute pubblica. Ed è dovere dei giornalisti difendere il diritto all’informazione e diffondere notizie scientifiche verificate. Tutto quello che succede ormai a intervalli regolari la politica insiste a chiamarlo maltempo, proprio grazie anche alla gran parte dei mezzi di informazione. Non è maltempo, è emergenza climatica, di cui abbiamo traccia ogni giorno e non solo quando ci ritroviamo ad affrontare alluvioni e frane“.
Infine, gli stessi studiosi mandano un messaggio di speranza, ribadendo che siamo ancora in tempo per cambiare il futuro climatico: “Siamo ancora in tempo per scegliere un futuro sostenibile che metta al primo posto la sicurezza, la salute e il benessere delle persone, come previsto dagli obiettivi europei di riduzione delle emissioni del 55% al 2030 e di neutralità climatica al 2050. Possiamo farlo anche grazie a una corretta comunicazione e alla cooperazione tra noi tutti“.

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