Sin dagli albori del nostro Paese, il popolo italiano ha conosciuto un clima interno di frammentarietà e conflitto. Se c’è un elemento, però, che ha sempre saputo riunire tutto lo stivale, quello è proprio la nostra cucina: da Nord a Sud e dal Tirreno all’Adriatico, dalla haute cuisine dei ristoranti più chic alle rustiche trattorie di campagna, la tradizione incontra l’innovazione ponendo fine a qualsivoglia controversia. “La cucina italiana è un’opera d’arte che coinvolge tutti i sensi e incanta l’intelletto”: così la descriveva l’autore Italo Calvino, e non si può dire che non ci abbia azzeccato.

Una certezza che torna nuovamente a confermarsi: la cucina italiana, assieme a tutte le primizie che la compongono, occupa trionfalmente le posizioni di spicco di svariate classifiche del portale online TasteAtlas, piattaforma che di recente ha riscosso grande successo sui social per via degli ampi dibattiti apertisi dopo la pubblicazione dei punteggi.

Con uno score di 4.80 su 5, la cucina italiana si conferma campionessa mondiale nel mese di maggio 2023, strappando la medaglia d’oro a due fra i nostri “cugini” mediterranei: la Grecia (4.79) e la Francia (4.65). Ma non solo: nella classifica delle 100 migliori città per cibo locale, 4 delle prime 10 posizioni sono occupate da città italiane, e non c’è da stupirsi se la regina eletta è proprio la nostra Firenze, seguita a ruota da Roma, Lima (capitale peruviana) e Napoli.

Non stupisce neanche il dato sui prodotti caseari: stavolta addirittura 8 delle prime 10 posizioni sono occupate da latticini nostrani, con le sole eccezioni dell’Oaxaca cheese messicano e del Queijo Serra da Estrela lusitano. Ma anche nelle categorie più inaspettate, i piatti italiani si impongono su avversari che, si potrebbe dire, “giocano in casa”: il risotto ai porcini riesce contro ogni pronostico a trionfare nella categoria dei piatti a base di riso, battendo ben 6 specialità giapponesi e innumerevoli altre provenienti dall’Asia, patria indiscussa (o almeno, fino a poco fa) del celebre cereale.


E dove non conquista la vetta della classifica, l’Italia dilaga lo stesso. Nei prodotti a base di carne, dopo un podio tutto spagnolo fatto di Jamón, i prosciutti italiani (San Daniele, Toscano e di Parma) si attestano come prodotti di alto livello ex aequo. Alcune classifiche, però, parlano da sole: all’estero fa scalpore quella sulla pizza, la creazione culinaria italiana più emblematica in assoluto, dominata indiscutibilmente da pietanze di origine italiana. Del resto, non poteva essere altrimenti.

Alcuni punteggi, però, hanno destato l’ira di molti, scatenando dei veri e propri casi mediatici. È il caso della Francia, che ha accusato TasteAtlas di aver manipolato la classifica dei formaggi in favore dell’Italia con un servizio accusatorio a TF1 (broadcaster televisivo più seguito oltralpe) intitolato “Sacrilegio! I migliori formaggi non sono francesi”.

La piattaforma ha così fatto chiarezza, dichiarando in un articolo online che “Taste Atlas è un progetto nato in Croazia, nessuno degli autori è italiano e la maggior parte dei visitatori sono americani e britannici”. Chiunque può votare su Taste Atlas, ma, come indicato sullo stesso sito, “non si può dare qualche valutazione e aspettarsi che questi voti contino qualcosa”. TasteAtlas, infatti, si serve delle ultime tecnologie (fra cui anche l’intelligenza artificiale) per distinguere fra voti genuini e non validi, al fine di stilare una classifica che rispecchia al meglio le preferenze effettive di tutti i votanti.

L’unica spiegazione” riprende il portale “potrebbe essere difficile da accettare per molti: la gente ama il cibo italiano”. Un dato che non stupisce, ma di certo ci riempie d’orgoglio in quanto membri di una cultura (culinaria e non) da sempre aperta, accogliente e legata alla tradizione.

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