Violenze e abusi sono stati materia della notte dell’8 marzo 2023, a Genova. Svitlana, una ragazza madre ucraina di 25 anni , ha deciso di andare a festeggiare, per la festa della donna, in discoteca con le amiche. Durante la serata ha conosciuto un operaio di 31 anni, il quale si è presentato alla ragazza come un “gentiluomo”. A fine serata egli chiese a Svitlana se poteva accompagnarla a casa nello stesso taxi ed ella, inconsapevole e illusa dalle false intenzioni dell’uomo, ha accettato la proposta. L’uomo, però, non ha dato al tassista l’indirizzo della casa della ragazza, ma ha dato quello di un casolare abbandonato. Una volta sul luogo l’uomo ha mostrato le sue vere intenzioni, iniziando a far uso di sostanze stupefacenti (cocaina) per poi successivamente spogliare e picchiare la ragazza: da quanto le ha sbattuto la testa contro il muro le ha provocato un’emorragia cerebrale e fratture multiple dell’orbita.
Di fronte al rifiuto di avere un rapporto sessuale, l’ha umiliata con offese razziste inneggiando a Putin e alla guerra: “ti meriti tutto quello che sta avvenendo nel tuo paese. Spero che la Russia vinca”. Inoltre, in tutto ciò non vennero a mancare le varie minacce che sono state riportate: “Se non ci stai, faccio a pezzi il tuo cadavere e lo seppellisco sulle alture di Genova”, o addirittura, “Se racconti quello che ti sto facendo ti vengo a cercare e ti uccido”. Infatti l’uomo, prima di lasciare Svitlana sanguinante nel casolare abbandonato, le ha fotografato la carta d’identità dicendogli: “così so dove abiti e se parli ti vengo a cercare”. La ragazza madre, quando arrivata a casa, si è sentita male e ha chiamato il 112. In due mesi le indagini della polizia del Commissariato di Genova, sulla base della testimonianza della vittima e, di vitale importanza, quella del tassista, hanno incastrato il colpevole. Tali indagini sono finite al vaglio della giudice per le indagini preliminari che hanno definito la condotta dell’imputato “di brutale e inaudita violenza che denota l’incapacità assoluta di controllo e la pericolosità sociale dell’indagato”. Adesso si trova nel carcere di Marassi, dove dovrà rispondere di sequestro, violenza sessuale aggravata, lesioni gravissime e minacce. Si conclude così un altro gravissimo esempio di violenza sulle donne, e come se non bastasse proprio durante la festa delle donne. A quanto pare le violenze sulle donne non accennano a volersi fermare… la violenza ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Da ciò può seguire conseguenze come l’isolamento, l’incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli.
Addirittura le conseguenze si possono propagare anche alle persone più vicine, come bambini che, assistendo alla violenza all’interno del nucleo familiare, possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità: il messaggio che bisogna far passare deve essere un altro, non solo per noi stessi ma anche per le persone a noi più care ed al resto del mondo.