L’ex presidente statunitense Donald Trump è stato condannato per abuso e diffamazione ai danni della scrittrice Jean Carroll.
Jean Carroll fece causa all’ex presidente nel 2019, per fatti avvenuti oltre vent’anni fa, grazie ad una legge recentemente approvata dallo stato di New York, chiamata Adult Survivors Act, che permette alle vittime di violenza sessuale di denunciare anni dopo aver subito la violenza.
La Carroll, infatti, lo accusò di averla stuprata in uno dei camerini dei magazzini Bergdorf Goodman di New York nel 1996, dopo che i due si erano conosciuti ad una festa, e di averla diffamata in seguito all’accaduto, con un post sul suo social Truth nell’ottobre del 2022, dove la definiva come una persona che si era inventata tutto per avere visibilità e vendere il suo libro.
La scrittrice durante il processo ha spiegato perché non avesse mai detto nulla sull’accaduto: “mi vergognavo, pensavo fosse colpa mia”, ha detto piangendo, aggiungendo poi che l’esperienza l’aveva segnata emotivamente, non rendendola in grado di avere più una relazione amorosa. La donna ha poi detto: “Quando ho scritto della violenza, lui ha negato. Ha mentito e ha distrutto la mia reputazione. Sono qui per riprendermi la mia vita”.
Lewis A. Kaplan, il giudice che ha giudicato Trump, in seguito al processo ha detto che secondo la giuria non c’erano abbastanza prove per verificare che lo stupro fosse davvero avvenuto, ma che sicuramente le accuse di violenza sessuale erano fondate.
Trump è stato quindi condannato ad un risarcimento di 5 milioni di dollari, e non ad un periodo di prigionia in quanto si è trattato di un processo civile, sia per questo motivo, sia per aver definito la donna una “farsa” e una “truffatrice” nel corso degli ultimi anni.
Da aggiungere che l’ex presidente non si è mai presentato in aula, ma si è solo limitato ad una testimonianza privata, con la quale ha finito per testimoniare contro se stesso; prima dicendo che la Carroll non era il suo “tipo” di donna, e aggiungendo successivamente che le star come lui possono baciare o prendere impunemente le donne per il loro organo genitale.
In seguito al verdetto della giuria, Trump ha commentato su Truth, dicendo:
“Non ho assolutamente idea di chi sia questa donna, questo verdetto è una vergogna, una continuazione della più grande caccia alle streghe di tutti i tempi”.
Anche il team dell’ex presidente ha commentato dicendo che farà appello contro il verdetto: “L’intero caso è fasullo ed è politico: prende di mira il presidente Trump perché ora è super favorito per essere eletto ancora una volta presidente degli Stati Uniti”.
“Il continuo abuso della nostra grande Costituzione per fini politici è disgustoso e non può essere tollerato”, ha continuato. “La nostra nazione è in guai seri quando affermazioni prive di prove o testimoni oculari possono invadere i nostri tribunali per ottenere punti politici”.
E’ proprio con questa sentenza che Donald Trump vede compromessa, se non distrutta, la sua nuova corsa alla Casa Bianca.