«È con grande speranza che dichiaro che Covid-19 è finita come un’emergenza sanitaria globale.» ha detto durante una sua intervista a Ginevra, il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
Tedros Adhanom Ghebreyesus dopo ben più di tre anni. Infatti dal 30 gennaio 2020 vigeva lo stato di emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale.


Tuttavia, come come suggerisce il Comitato tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità, il Covid è una malattia che resta, nonostante non sia più un’emergenza. A questo proposito Ghebreyesus ha dichiarato che: «si è trattato di una decisione presa con estrema cautela. Non esiterò a
proclamare una nuova emergenza, se la situazione dovesse cambiare».
Resta infatti il rischio che nascano nuove varianti che possono causare ulteriori casi, e per questo motivo i paesi ora non devono usare questa notizia per abbassare la guardia e per lanciare alla gente il messaggio che il Covid non è più qualcosa di cui preoccuparsi.

La dichiarazione dell’OMS arriva pochi giorni prima della scadenza dell’emergenza sanitaria pubblica statunitense, cioè l’11 maggio 2023.


Molti bilanci effettuati per stimare il numero di vittime colpite dal virus. Mentre l’Organizzazione mondiale della Sanità stima che almeno 20 milioni di persone nel mondo siano morte a causa Covid, i numeri ufficiali, caso di positività diagnosticata con tampone, parlano di 7 milioni di vittime e quasi 800 milioni di casi Covid-19 confermati nel mondo da inizio pandemia. In Italia quasi 190 mila vittime e 26 milioni di casi.

Proprio due giorni fa l’Organizzazione mondiale della Sanità ha aggiornato quello che è il Piano strategico globale di preparazione, prontezza e risposta al Covid-19 per prossimi due anni, che rappresenta una guida da seguire per tutti i Paesi. Questo, si tratterebbe del quarto piano strategico per la gestione della pandemia che è stato fatto dall’OMS. In specifico l’aggiornamento del piano precedente, pubblicato nel 2022, che delineava tre obiettivi strategici: ridurre la circolazione di Covid-19, diagnosticare e trattare il virus per ridurre la mortalità e sostenere i Paesi durante la gestione e prevenzione del Covid-19 sul lungo termine.

Sono cinque le strategie suggerite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità
nel nuovo, ovvero: sorveglianza collaborativa, protezione della comunità, cure sicure e flessibili, accesso alle contromisure, coordinamento in caso di emergenza.
In più il piano si impegna anche sulla cura delle persone che hanno contratto il cosiddetto Long Covid, che sembra verificarsi nel 6% dei casi sintomatici.

Tra le contromisure attuabili, secondo vari esperiti dell’OMS c’è quella legata ai vaccini. Come ha sottolineato il direttore generale Ghebreyesus, e come descrive il Professore di Igiene presso l’Università di Firenze Paolo Bonanni. Il professor Bonanni spiega che quello che dobbiamo fare è prepararci per
una possibile circolazione endemica di questo virus che potrebbeche potrebbe creare ancora molti problemi. Sostiene anche che come ogni anno ci proteggiamo contro l’influenza, è probabile che ogni anno ci dovremo proteggere contro il Covid e che la popolazione più’ anziana e gli individui più
fragili, dovranno continuare a fare i richiami per il . E che questo potrebbe essere possibile vaccinando contemporaneamente contro il coronavirus e contro l’influenza. Tutto questo nella speranza, di poter avere anche ad un vaccino che contenga nella stessa fiala antigeni per combattere il Covid e antigeni dell’influenza.

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